Mentre si avvicinano le elezioni europee di maggio, dalla Germania parte una nuova guerra europea contro Facebook per garantire la privacy dei dati. La mossa dell’autorità Antitrust tedesca di limitare la raccolta di dati di Facebook da siti di terze parti arriva proprio nel momento in cui il social media lanciato da Mark Zuckerberg ha pubblicato un lungo post sulla sua newsroom dal titolo emblematico: Hard Questions: What Is Facebook Doing to Address the Challenges It Faces? dove la sfida è proprio la difesa della privacy dei suoi utenti. Per l’Antitrust tedesco non ci sono dubbi: Facebook abusa della sua posizione dominante nel mercato tedesco dei social network raccogliendo e aggregando i dati degli utenti non solo dai propri servizi, come Whatsapp e Instagram, ma anche da tutti i siti Web che hanno un Facebook come pulsante di condivisione e accesso per registrarsi a un servizio.

In pratica, secondo il regolatore tedesco, Facebook sta sfruttando i dati delle persone per rafforzare la propria posizione dominante aumentando di conseguenza l’interesse degli inserzionisti – solo in America, secondo dati Bloomberg, Google-Facebook controlla il 63% del mercato della pubblicità digitale – sbaragliando la concorrenza che non dispone di armi così potenti. Per questa ragione l’Antitrust tedesco ha chiesto a Facebook di limitare l’uso dei dati raccolti da terzi “senza il consenso degli utenti” e se il social media non porrà queste limitazioni è pronta a imporre multe periodiche fino a 10 milioni di euro. Mark Zuckerberg ha contestato il provvedimento respingendo al mittente l’accusa di posizione dominante citando come competitor servizi come YouTube, Snapchat e Twitter, e reti professionali come LinkedIn e Xing che hanno, a suo dire, lo stesso potere in Germania. Ma soprattutto Facebook contesta il fatto che sia l’Antitrust, l’organo preposto a vigilare sulla concorrenza, a contestare un “reato” relativo alla privacy.

Il tema per i tedeschi sembra però la concorrenza e, in particolare, riguarda il mercato pubblicitario. E allora perché inseguire solo Facebook e non Google, il pesce più grande di tutti? La madre di Google, Alphabet, raccoglie più dati: Facebook traccia una ogni quattro visite al sito web, mentre Alphabet traccia l’80% di tutti gli accessi, sempre secondo dati Bloomberg. Per il social media di Mark Zuckerberg l’offensiva tedesca arriva a pochi giorni dalla chiusura dell’istruttoria italiana del Garante della privacy per il caso Cambridge Analytica che ha sentenziato: «I dati dei cittadini italiani acquisiti tramite l’App Thisisyourdigitalife, anche se non trasmessi a Cambridge Analytica, sono stati comunque trattati in modo illecito, in assenza di idonea informativa e di uno specifico consenso». Per questa ragione, il Garante italiano ha vietato l’ulteriore trattamento di questi dati, e si è riservato di avviare un procedimento per multare Facebook. Cosa succederà per le elezioni europee di maggio?

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Note

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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