In discesa, anzi in salita. Il 2015 è stato un anno disastroso per il petrolio con i prezzi del greggio che si sono praticamente dimezzati nell’arco dell’anno. Molti analisti si aspettano per il 2016 un riequilibrio dei prezzi dell’oro nero e le previsioni sull’andamento delle quotazioni si accavallano quasi quanto quelle per i segni zodiacali.
Scorrendole sembra proprio che il 2016 non sarà l’anno dell’oro nero. Almeno questa è la previsione contenuta nel World Oil Outlook 2015 dell’Opec, che sembra constatare la riuscita solo parziale della presunta strategia dell’Arabia Saudita. Parliamo dell’idea di deprimere i prezzi per non perdere quote di mercato a favore di concorrenti come Russia e Usa, che hanno invece reagito portando anch’essi la produzione a livelli record (Leggi qui l’approfondimento di Online Sim).

Questo significa che, secondo le stime contenute nel documento, la domanda per il greggio Opec scenderà a 30,70 milioni di barili al giorno entro il 2020 dai 30,90 milioni di barili per il 2016, quasi un milione di barili in meno rispetto all’attuale produzione. Cosa vuol dire? Gli effetti positivi sulla domanda che derivano dal prezzo del barile intorno ai 36 dollari, il più basso da dieci anni a questa parte, sono destinati a finire presto. E secondo il World Oil Outlook, il prezzo del petrolio è destinato a una ripresa solamente graduale, che lo riporterà a 80 dollari al barile nel 2020.

Eppure c’è chi stima che già nel 2016 il barile possa tornare a 100 dollari. La previsione è di Saxo Bank che come ogni anno a dicembre mette in fila le dieci previsioni contrarian, ovvero in controtendenza rispetto al pensiero generale del mercato. Una di queste è proprio sul prezzo del petrolio che dopo una fiammata a 100 dollari dovrebbe riassestarsi intorno ai 50-70 dollari. Prima di partire al rialzo, secondo Saxo Bank, l’oro nero dovrebbe crollare fino a 20 dollari proprio come aveva previsto Goldman Sachs senza indicare una data precisa dell’evento (leggi qui l’approfondimento di Online Sim).

Da 20 dollari a 100 dollari c’è un mondo. Per il mercato il rialzo sarebbe un Cigno nero, un evento inaspettato secondo la definizione di Taleb Nassim. E in parte è così anche per Morgan Stanley che è l’unica banca d’affari relativamente rialzista sul prezzo del greggio con una stima media di 49 dollari al barile nel 2016 con una ripresa dei prezzi più concreta solo nel 2017.

IDEE DI INVESTIMENTO

Strategie contrarian a parte, secondo il consensus degli analisti il 2016 non sarà l’anno dell’oro nero con un prezzo che difficilmente riuscirà a superare i 50 dollari al barile, contro una media annua di 55 dollari al barile del 2015. Questo ha conseguenze dirette sulle materie in generale che vivranno un 2016 non positivo e sul dollaro che dovrebbe rafforzarsi contro euro. Anche sulla base di queste variabili, i moneu manager hanno eletto l’Europa come mercato sui cui investire nel 2016 (Leggi qui l’approfondimento di Online Sim).

Ecco perché il prezzo resterà basso:

  • La strategia dell’Arabia Saudita è improntata a tenere il prezzo del petrolio sotto i 40 dollari per fare fronte alla concorrenza d Russia e Stati Uniti e a un rientro dell’Iran tra i grandi produttori che, dopo la fine dell’embargo, è pronto per a mettere sul mercato 500 mila barili di petrolio in più al giorno.
  • Il prezzo basso non ha aumentato la domanda di greggio facendo fallire in parte la strategia dell’Arabia Saudita: i produttori americani soffrono ma resistono e hanno aumentato la produzione. I russi sono rimasti iperproduttivi. Nel 2016, quindi ci sarà un eccesso di offerta a prezzi stracciati.
  • La flessibilità della produzione di petrolio statunitense e il recente rallentamento della produzione dei membri dell’Opec del Medio-Oriente potrebbero agire sull’equilibrio dei prezzi del petrolio dalla parte dell’offerta.
  • Oltre al ritrovato Iran, c’è poi da considerare la ritrovata variabile Libia che potrenne recuperare stabilità politica. Il Paese nordafricano, dovrebbe riuscire nel corso del 2016 a riprendersi il ruolo di grande produttore di petrolio come ai tempi della dittatura di Gheddafi. La capacità è di 400-600 mila barili al giorno.

Note

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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1 Commento

  1. 12 Gennaio 2016 a 14:51 — Rispondi

    veramente interessante brava

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