C’è un filo rosso che collega i buoni risultati del quarto trimestre del 2016 di Microsoft, Intel, e Google. E quel filo è appeso al business che sta tutto in una nuvola, il cosiddetto cloud computing, casa e archivio dei Big data che costituiscono la storia digitale delle persone e dell aziende. I numeri sono impressionanti. I ricavi di Google legati al cloud sono balzati del 62% a 3,4 miliardi di dollari nell’ultimo trimetre del 2016; Intel nello stesso periodo è cresciuta del 30%; Amazon del 30% con ricavi a 3,6 miliardi di dollari nel segmento cloud; mentre Microsoft ha aumentato i margini sul cloud del 49% secondo i calcoli degli analisti.

Il business della nuvola accomuna società che provengono da diverse epoche del computing che hanno in comunque una cosa: hanno deciso di fare business su questo elemento di disruption del mercato, adeguando modello e prodotti. Il business, del resto, è solo all’inizio: secondo i calcoli di Gartner, società di analisi del mercato tecnologico, nei prossimi cinque anni più di 1 trilione di dollari saranno spesi direttamente o indirettamente per il segmento cloud.

Il cloud computing è il nuovo driver di crescita per le società IT. La prova è che il Ceo di Microsoft, Satya Nadella, sta lavorando per riposizionare l’azienda sui servizi legati al Internet e pensa di ottenere 20 miliardi di dollari di ricavi entro al fine del 2018. Due sono le aree chiave: la piattaforma Azure cloud computing, i cui ricavi sono aumentati 116% nel trimestre che termina a settembre 2016, e Office 365, i cui ricavi da clienti commerciali è cresciuto il 51%.

Dal canto suo Intel ha aumentato le vendite ai clienti della nuvola di circa un terzo nell’ultimo trimestre del 2016, ma la domanda da parte dei clienti aziendali è scesa di un inaspettato 3%. Così mentre le due big del computer cominciano già a soffrire di cannibalizzazione da concorrenza, per Google il cloud computing è diventato un driver di crescita proprio adesso, con la divisione dedicata Alphabet.

Dietro alla crescita del cloud computing c’è il declino del mercato dei Personal computer che negli ultimi tre anni ha frenato la crescita sia di Intel, sia di Microsoft che ora hanno gli occhi puntati sui mercati con maggiore potenziale, anche se il calo delle vendite sembra essere rallentato. Nell’ultimo trimestre del 2016 secondo dati Gartner, le vendite di Pc sono scese solo del 3,7% anno su anno, in miglioramento rispetto al calo del 9,7% registrato nel 2015.

 

IDEE DI INVESTIMENTO

Nel terzo trimestre 2016 il giro d’affari a livello mondiale del cloud (server, storage e switch Ethernet) è stato di 8,4 miliardi di dollari infrastrutturali (+8,1% rispetto allo stesso periodo del 2015) secondo l’analisi di IDC, gruppo specializzato nelle ricerche di mercato a livello globale. In generale, cloud pubblico e privato in questa fase crescono di pari passo: la spesa per il cloud privato è cresciuta anno su anno del 8,2% e ha raggiunto nel quarto trimestre 2016 i 3,3 miliardi di dollari; quella per il cloud pubblico è cresciuta del 8% pari a 5,1 miliardi di dollari. IDC stima che gli investimenti infrastrutturali dovrebbero crescere del 13,9% l’anno per il cloud in generale da qui al 2020.

Per cavalcare il trend del cloud computing, nuovo driver società tecnologiche mondiali, la scelta migliore è un fondo specializzato in tecnologia. Ecco i migliori per rendimento a tre anni:

  • Fidelity Global Technology Fund Classe E (acc) rende il 27,02% a tre anni (+3,52% da inizio 2017). Il fondo è gestito da HyunHo Sohn e ha come obiettivo le aziende che hanno sviluppato o svilupperanno prodotti, processi produttivi o servizi direttamente o indirettamente legati all’evoluzione della tecnologia. Apple, Alphabet e Intel sono tra i primi cinque titoli nel portafoglio che è investito all’89% in tecnologia e al 66% sul listino americano.
    Fidelity Global Technology Fund Classe E (acc) rende il 27,02% a tre anni (+3,52% da inizio 2017). Fonte: Morningstar.
    Fidelity Global Technology Fund Classe E (acc) rende il 27,02% a tre anni (+3,52% da inizio 2017). Fonte: Morningstar.

     

  • Threadneedle (Lux) Global Technology AU rende il 26,69% a tre anni (+6,28% da inizio 2017): Il fondo è gestito da Paul Wick che investe in società con attività in tecnologia e in società legate alla tecnologia in tutto il mondo. Apple e Teradyne sono due dei titoli più pesanti in un portafoglio che è in investito per oltre il 90% in tecnologia e all’84% America.
    Threadneedle (Lux) Global Technology AU rende il 26,69% a tre anni (+6,28% da inizio 2017). Fonte Morningstar.
    Threadneedle (Lux) Global Technology AU rende il 26,69% a tre anni (+6,28% da inizio 2017). Fonte Morningstar.

     

  • Raiffeisen Azionario Tecnologia (r) rende il 23,60% a tre anni (+0,44% da inizio 2017). La scelta dei singoli titoli è basata sull’analisi dei dati fondamentali dell’azienda e del quadro macroeconomico. L’orizzonte d’investimento temporale consigliato è di almeno 10 anni. Apple, Microsoft e Alphabet sono tre dei titoli più pesanti in un portafoglio che è investito al 93,2% in tecnologia e per oltre l’80% sul mercato americano.

    Raiffeisen Azionario Tecnologia (r) rende il 23,60% a tre anni (+0,44% da inizio 2017). Fonte: Morningstar.
    Raiffeisen Azionario Tecnologia (r) rende il 23,60% a tre anni (+0,44% da inizio 2017). Fonte: Morningstar.
Articolo precedente

Corporate bond: perché è meglio restare in area euro. I migliori fondi per investire

Articolo successivo

America, Ue e Cina: come investire in tempi di guerre valutarie e commerciali

Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

Link ai social:

Nessun commento

Lascia un commento

Ho preso visione dell'informativa