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I Millennials che investono cercano innovazione, sostenibilità ma soprattutto trasparenza sui costi quando ricevono un servizio. A che punto è il wealth management? È capace di soddisfare queste richieste?
I Millennials, anche detti nativi digitali, hanno vissuto l'avvio della digitalizzazione e la diffusione di massa dei pc e, successivamente, di smartphone, tablet e app. Questa immersione in un mondo più digitale ha avuto implicazioni anche in tema di investimenti: per portare a bordo questa nuova generazione è necessario che il wealth management si attrezzi con soluzioni sempre più innovative.
Ne ha parlato Federico Odello, Direttore Commerciale di Online SIM, nel Forum digitale dedicato ai Millennials "Come investono i Millennials? Il Wealth Management alla prova della Generazione Y", organizzato da We Wealth lo scorso 29 novembre.
Il 2000 è stato l'anno dell'ADSL ma anche l'anno della comparsa delle prime piattaforme online dedicate all'acquisto di fondi. Se oggi parlare di investimenti sul web è qualcosa di ordinario, 20 anni fa era considerato inusuale e allo stesso tempo pionieristico. Online SIM è stata tra i pionieri di questa rivoluzione tecnologica, ha sottolineato Federico Odello e nel corso di questi 20 anni ha permesso a ben due generazioni (Baby boomers e Gen X) di avere accesso a servizi adatti al loro approccio di investimento.
Quattro anni fa abbiamo iniziato a portare a bordo i Millennials e abbiamo visto che tutto ciò che avevamo apparecchiato non era coerente con le loro aspettative. Oltre alla necessità di avere un servizio digital-based, per cui l'80% dei Millennials sarebbe disposto anche a pagare, i nuovi investitori sono molto attenti alle tematiche ESG e con lo stesso occhio attento guardano al proprio intermediario finanziario: il 50% dei Millennials sarebbe pronto a cambiarlo, nei prossimi tre anni, qualora non rispondesse a requisiti per loro fondamentali.
Servono quindi nuovi servizi dedicati, adatti alle attitudini di una generazione che abbraccia i nati tra il 1980 e il 1996. Dimenticato il modello unico, le soluzioni di investimento dovrebbero avere sfumature diverse per incontrare le esigenze di quarantenni, che magari stanno pianificando di acquistare casa o metter su famiglia, di venticinquenni, che studiano all'università o sono alla ricerca di un posto di lavoro o, ancora, di chi un lavoro ce l'ha già e risparmia non più per la spesa ma per investire.
È qui che entra in gioco Online SIM con un'offerta fatta di tre modalità per investire in fondi: in autonomia, ma con il supporto di strumenti di selezione e analisi, affidandosi ad un Robo Advisor oppure con i Portafogli Modello smart che, come ha raccontato Odello, non sono declinati per il livello di rischio ma sono dedicati a singole strategie, ad esempio strategie ESG o magari 100% azionari e sono quindi un mattoncino che il Millennial può inserire nell'ambito del suo portafoglio settoriale.
C'è però un altro aspetto che non passa inosservato ai Millennials e riguarda i costi dei servizi. Gli attuali modelli di pricing delle reti di consulenza finanziaria non sembrano coerenti con la loro maggiore attenzione: oltre il 60% dei Millennials, infatti, si dichiara preoccupato. Per andare incontro a questa generazione servono soluzioni alternative che possano ridurre i loro timori. Una di queste è stata l'introduzione dei fondi passivi in piattaforma.
Infatti il passaggio tra fondi passivi all'interno di un portafoglio modello non ha costi e una volta entrati nel sistema di portafoglio modello ci si può muovere tranquillamente senza costi aggiuntivi. La seconda soluzione nasce dalla tendenza dei Millennials di sottoscrivere abbonamenti per fruire dei loro servizi preferiti, per esempio Netflix o Spotify.
Gli abbonamenti per i portafogli modello di Online SIM seguono la stessa logica e hanno un pricing fisso, il Millennial apre un portafoglio modello, sceglie la propria strategia e paga nella versione base solamente 7 euro al mese. Nel momento in cui non ha più necessità o voglia di seguirlo può disdire l'abbonamento e poi gestire in autonomia il proprio portafoglio. Con servizi simili e con quelli che arriveranno, la Gen Y non dovrebbe avere più scuse per non investire, ha concluso l'intervista Federico Odello.
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Guarda l'intervista completa qui sotto.