Nella storia della pirateria informatica il 12 maggio 2017 è una data da segnare con il circoletto rosso sul calendario come il giorno del più grande attacco ai Pc di ben 99 Paesi nel mondo. Gran Bretagna, Spagna, Portogallo, Cina, Stati Uniti, Russia, Vietnam, Taiwan, e anche Italia è apparso un messaggio con cui si comunica che il pc è stato preso “in ostaggio”, con un virus, detto, “ransomware”, e per liberarlo è necessario pagare un riscatto in bitcoin, pari a circa 300 dollari.

Tra i bersagli più colpiti degli hacker ci sono state la rete sanitaria della Gran Bretagna, la telefonia in Spagna e i ministeri in Russia, anche grandi aziende come Walt Disney ricattata con la minaccia di bruciare l’uscita del film “Pirati dei Caraibi, la vendetta di Salazar”, in uscita nelle sale.

Il fenomeno dei virus nell’ultimo anno ha avuto una crescita esponenziale e così anche la fame di riscatti. Il successo dei ransomware è dovuto anche al fatto che non vengono quasi mai chiesti riscatti elevati (le cifre, in bitcoin, vanno dai i 300 e i 600 euro). Così, la maggior parte delle vittime, preferisce pagare e dimenticare, senza denunciare il reato.  La tecnica dei pirati informatici è sempre la stessa: lanciano nella rete un virus che sfrutta le vulnerabilità, prendono in ostaggio i computer e sempre più spesso anche gli smartphone ed esattamente come si fa in un rapimento chiedono un riscatto, quasi sempre da pagare in Bitcoin, la moneta virtuale che consente il possesso e il trasferimento anonimo online del denaro.

Cybersecurity: il 32% degli attacchi utilizza tecniche sconosciute

La prova di questa crescita esponenziale è che ormai esistono almeno 100 famiglie di virus nel mondo e, secondo un rapporto Verizon, il ransomware usato per l’attacco di maggio 2017 è tra i più cattivi di sempre. La conferma che i pirati informatici siano diventati più esosi arriva dal rapporto Internet Security Threat Report 2017 di Symantec, che ha monitorato il comportamento del ransomware tra il 2015 e il 2016 dimostrando che gli attacchi sono passati da 340 mila a 460 mila, con un riscatto medio che è salito da 294 dollari a 1.077 dollari.

Nel 2016 a tutti gli effetti la cyber-insicurezza ha raggiunto livelli inimmaginabili pochi anni fa e la viber sicurezza è un business. Per il Clusit, l’associazione italiana per la sicurezza informatica, il 32% degli attacchi utilizza tecniche sconosciute, che sono evoluzioni del phishing e del social engineering, tecniche che sfruttano le debolezze e l’inesperienza degli utenti. E ciò che preoccupa di più è che la crescita percentuale di attacchi gravi nel 2016 è avvenuta nel settore della sanità (+102%), attraverso i ransomware o il furto di dati.

IDEE DI INVESTIMENTO

L’attacco informatico del 12 maggio 2017 ha dato una spinta alla collaborazione tra i Paesi aderenti alla Nato con la costituzione di un hub europeo per la cybersicurezza, ovvero una piattaforma di scambio di informazioni della Nato sui virus. In questo modo ora Nato e Ue possono condividere le informazioni sui cyberattacchi in tempo reale. Il rafforzamento della normativa in Europa e negli Stati Uniti era una notizia attesa dagli analisti di Pictet che però si aspettano che il numero e la portata degli attacchi crescerà in tutto il mondo, come è successo negli ultimi 10 anni. «Manteniamo la medesima visione positiva che abbiamo avuto negli ultimi mesi sull’industria della cybersecurity e continuiamo a mantenere un’esposizione del 17%» hanno evidenziato in una nota i gestori del fondo Pictet Security, l’unico prodotto sul mercato italiano specializzato in cybersicurezza. «Ci aspettiamo un ulteriore aumento della spesa in sicurezza informatica nel lungo periodo». A beneficiare in Borsa degli attacchi informatici sono i titoli delle aziende specializzate in protezione per la posta elettronica, in gestione delle vulnerabilità e sicurezza perimetrale.

Una buona idea per investire in cybersicurezza è puntare sui migliori fondi azionari specializzati in tecnologia che mettono in portafoglio titoli legati al settore. In Italia esiste anche un unico fondo specializzato in cybersicurezza che rende il 6,26% da gennaio a maggio 2017.

Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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