Le luci delle Olimpiadi di Rio 2016 stanno per accendersi su una crisi che ormai morde il Brasile. Ed è la peggiore da 25 anni a questa parte. Il Paese nonostante i Mondiali e e i giochi olimpici, infatti, non vede la fine della recessione economica: il Prodotto interno lordo (Pil) ha messo a segno una contrazione del 3,8% nel 2015 secondo i dati dell’Istituto statistico di Brasilia che ha rilevato le maggiori cadute nel settore industriale e minerario. L’ultimo scivolone di queste proporzioni è stato nel 1990 con una caduta di oltre il 4%.

Sono lontani i tempi in cui il Brasile dell’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva sognava il boom. Era il 2009 e il Paese aveva appena conquistato le Olimpiadi. Sette anni dopo Lula è stato travolto dallo scandalo tangenti Petrobras che ha portato i magistrati a chiedere il suo arresto per dare un segnale, anche ai mercati, che siamo all’inizio di una nuova fase di moralizzazione nel Paese.

Le Borse ringraziano, ma l’economia reale vacilla ancora. Lo sa bene Dilma Roussef (Leggi qui l’approfondimento di Online Sim) che non solo si trova nel bel mezzo del peggior scandalo politico e di corruzione del Brasile, che ha minato fortemente la credibilità del suo governo e la fiducia degli investitori. E poi c’è l’inflazione che è arrivata fino al 10% a causa del crollo delle materie prime. Ma non solo. Tra il 2002 e il 2014 il salario minimo è aumentato del 77% e i brasiliani in condizione di povertà estrema sono crollati dal 9% della popolazione al 3%.

Eppure, il Paese è pronto a ballare la samba della Olimpiadi. I lavori per gli impianti e le infrastrutture di Rio 2016 sono completati ormai al 90% e il presidente del comitato organizzatore, Carlos Nuzman, sta facendo un tour mondiale per rassicurare stampa e investitori sul fatto che i guai economici del Paese non influiranno sui giochi. A testimoniare il suo ottimismo ci sono gli impianti: il Barra Olympic Park, l’Olympic Aquatic Stadium, la struttura per il beach volley, la più grande realizzata al mondo, l’arena del tennis e il villaggio olimpico consegnato il primo marzo. Il velodromo, per ora, è l’unica spina nel fianco di Nuzman che, però, è sicuro di finire in tempo i lavori.

Proprio mentre i magistrati mettevano le manette ai polsi di Lula è partita la vendita dei biglietti per assistere ai giochi: oltre 250.000 venduti in quattro giorni su una prima tranche di mezzo milione messa a disposizione online. E poco importa se la crisi ha cambiato completamente lo scenario e che il Brasile sia oggi un altro Paese rispetto al 2009 con un aumento costante di proteste sociali e chiusure di scuole e ospedali.

Alcuni impianti dei giochi sono stati costruiti proprio nelle periferie povere della metropoli carioca, per essere utilizzati per la comunità come nel caso del palazzetto della pallamano da cui saranno poi ricavate 4 scuole.

IDEE DI INVESTIMENTO

Nel Paese dei giochi la moneta brasiliana il real ha cominciato una fase di rimbalzo contro euro prima dell’arresto lampo dell’ex presidente Lula. Per gli analisti, l’emergenza corruzione è un fattore critico culminato nello scandalo Petrobras, che ha minato la credibilità del governo di Dilma Rousseff. Tra i gestori obbligazionari emergenti Charles De Quinsonas, vice gestore M&G Emerging Markets Bond, vede più rischi che opportunità sul Brasile e si aspetta un aumento dei tassi di default dei bond corporale brasiliani proprio a seguito dello scandalo Petrobras. Secondo l’analisi del gestore, le obbligazioni societarie brasiliane “non genereranno nel breve termine performance altrettanto solide che quelle messe a segno, per esempio, dal credito russo nel 2015”.

Resta positivo ma con moderazione, invece, il giudizio sul mercato azionario espresso da Mark Mobius Executive Chairman di Templeton Emerging Markets che a febbraio di un anno fa aveva oltre 100 milioni di dollari investiti in Petrobras ed era “bullish”, ovvero molto positivo per il 2015, sul Brasile.
La posizione su Petrobras è stata completamente liquidata e ora il fondo di Mobius gestisce 900 milioni di dollari sul Brasile e non guarda più alle materie prime come primo settore.

Per diversificare al massimo l’investimento, meglio puntare su un fondo azionario mercati emergenti (categoria Morningstar: Azionari emergenti). Ecco i migliori tre a tre anni:

  • Templeton Emerging Markets Smaller Companies Fund Classe A (acc) che rende il 7,70% a tre anni (-5% da gennaio 2016)  è gestito da Mark Mobius e Tom Wu e investe prevalentemente in società a piccola capitalizzazione che fanno business con i Paesi emergenti. L’Asia, Cina compresa, pesa per il 70% del portafoglio, mentre l’America Latina con il Brasile vale il 6%.
  • Allianz Emerging Markets B gestito da James Donald. Il fondo rende il 6,13% a tre anni (per lo 0,2% da gennaio 2016) e investe il 70% in Asia e l’8% in America Latina.
  • Jpm Emerging Markets Small Cap D (acc) – Usd che rende il 5,70% a tre anni (-1% da gennaio 2016) è gestito da Amit Mehta e Austin Forey. Le aziende a piccola capitalizzazione che fanno affari con i Paesi emergenti sono il target del fondo che investe il 55% in Asia e il 13% del portafoglio in America Latina.

Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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