La cavalcata verso l’America del dopo Barack Obama è cominciata da un mese appena. Eppure c’è già chi ha cominciato a fare i conti in tasca ai candidati alle presidenziali Usa 2016. Perché la sfida all’ultimo finanziatore è partita da tempo. Hillary Clinton, candidato Democratico, e Jeb Bush, Repubblicano, i due favoriti nella corsa alla Casa Bianca, hanno già cominciato a raccogliere fondi.

Il motore dell’ex governatore della Florida è Wall Street, e così come era stato per il padre, Goldman Sachs è in prima linea. Per l’ex segretario di stato, moglie del presidente Bill, è scesa in campo Hollywood, anche se qualche consenso la pragmatica Hillary lo ha riscosso anche tra gli operatori della finanza. Secondo quanto riportano i giornali politici americani, però, a Hillary Clinton mancano i piccoli finanziatori. La ragione? La candidata democratica non riesce a entrare nel cuore degli americani. Chi non ha bisogno di trovare fondi, invece, è Donald Trump il candidato outsider Repubblicano, che ha comunicato alla commissione elettorale la sua ricchezza: 10 miliardi di dollari, confermando così di ”non avere bisogno dell’appoggio di lobby” e mettendosi in tasca il primato di più ricco candidato della storia delle presidenziali Usa.

Trump è considerato un fenomeno mediatico destinato a finire e senza reali possibilità di vittoria finale, ma il suo primo mese di campagna elettorale ha avuto effetti molto concreti su tutta la campagna elettorale per le primarie Repubblicane. Secondo i sondaggi, Trump è in testa tra i candidati Repubblicani con il 20% (dati Quinnipac aggiornati al primo agosto). E non parlare di lui in questo momento vuol dire non parlare delle primarie dei Repubblicani.

Wall Street trema solo al pensiero di un Trump alla Casa Bianca. E punta tutto su Jeb Bush, ex advisor di Lehman Brothers e Barclays, che ha ricevuto in un mese donazioni per 144.000 dollari da 50 manager e dipendenti di Wall Street, incluso il co-responsabile della divisione di investment banking David Salomon, e il presidente degli advisor internazionali di Goldman Sachs Robert Zoellick, l’ex presidente della Banca Mondiale. Altri 63.100 dollari sono arrivati in due settimane dalla società di money manager Neuberger Berman guidata da George Walker, cugino di secondo grado di Bush.

L’ex governatore della Florida ha raccolto 11,4 milioni di dollari nelle prima due settimane di campagna elettorale, mentre il super Pac che lo appoggia, Right to Rise, ha raccolto 103 milioni di dollari. Hillary Clinton, nonostante tutto, si è confermata una macchina da soldi: da quando ha lanciato la campagna ha raccolto 47,5 milioni di dollari, incassando donazioni soprattutto da Hollywood.

Uno dei suoi maggiori sostenitori è media Haim Saban, imprenditore e produttore televisivo israeliano naturalizzato americano che è diventato famoso negli anni ’70 grazie alle sigle di cartoni animati come Goldrake e Candy Candy e insieme con Rupert Mudoch la lanciato Fox Kids poi ceduta in parte alla Disney. Se Bush deve vedersela con i soldi di Trump, Hillary Clinton deve fronteggiare il consenso popolare del suo sfidante democratico, Bernie Sanders, che finora ha raccolto 15,2 milioni di dollari, di cui i due terzi con donazioni sotto i 200 dollari.

IDEE DI INVESTIMENTO

Per tradizione a Wall Street quando vince un Repubblicano sono favoriti i titoli farmaceutici, energetici, finanziari e della difesa, mentre se la vittoria va a un candidato Democratico l’effetto elezioni si sente di più su titoli tecnologici, industria, salute e costruzioni. Per puntare sulle elezioni americane che si svolgeranno nel 2016 è importante analizzare il portafoglio dei fondi azionari che investono solo su Wall Street. Ecco i tre fondi Azionari America con uno stile value che rendono di più a tre anni grazie a un mix di portafoglio bilanciato tra settori Repubblicani e Democratici.

  • M&G North American Value Fund Classe A che a tre anni rende il 22,4% e un portafoglio bilanciato che vede al primo posto la finanza (20%) seguita da tecnologia (17%) e salute (17%)
  • BlackRock Global Funds – US Basic Value Fund D2 che a tre anni rende il 22,25% e ha in portafoglio il settore finanza (29%) come più rilevante seguito da salute (17%) ed energia (13%).
  • UBS (Lux) Equity SICAV – US Opportunity (USD) ha come primo settore in portafoglio la tecnologia (30%) seguita dalla finanza (18%). A tre anni rende il 22,22%.

Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

Articolo precedente

La nascita delle banche è una storia italiana

Articolo successivo

Perché la svalutazione dello Yuan fa bene all'Eurozona

Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

Link ai social:

Nessun commento

Lascia un commento

Ho preso visione dell'informativa