L’euro è sull’orlo della sua più lunga serie di rialzi contro il dollaro da oltre vent’anni, spinto da un indebolimento del dollaro e da una crescente fiducia degli investitori nella moneta unica. I trader di opzioni continuano a puntare su un’ulteriore salita, mentre il consensus degli analisti di Bloomberg ipotizza un obiettivo a 1,20 dollari nei prossimi mesi. Al momento la Banca Centrale Europea non considera la forza dell’euro un elemento decisivo nella definizione della politica monetaria. Ma fino a quando questa posizione resterà sostenibile?

Come un euro forte incide su inflazione e tassi

Storicamente, un euro più forte tende ad avere un effetto disinflazionistico sull’economia dell’eurozona. Le importazioni diventano meno costose, in particolare quelle energetiche, e questo aiuta a contenere i prezzi al consumo. Tuttavia, un eccessivo rafforzamento della valuta può anche inasprire le condizioni finanziarie, rallentando la crescita economica e rendendo più difficile il lavoro delle banche centrali.

Il vicepresidente della BCE, Luis de Guindos, ha recentemente definito “accettabile” un euro a quota 1,20 ma ha anche ammesso che ulteriori rialzi potrebbero complicare le decisioni future. Gli ultimi dati sull’inflazione dell’area euro, con dinamiche contrastanti tra i Paesi membri, non sembrano al momento giustificare un intervento immediato, ma il contesto potrebbe cambiare rapidamente.

Quali possono essere le prossime mosse della BCE

Il mercato si aspetta solo un modesto allentamento della politica monetaria da parte della BCE, circa 25 punti base nei prossimi mesi, mentre per la Federal Reserve (FRD) si prevede un ciclo di tagli molto più marcato, fino a 125 punti base. Questo differenziale rafforza l’euro e limita lo spazio di manovra della banca centrale europea.

Tuttavia, se la valuta unica continuerà a salire con decisione, specialmente verso livelli come 1,25 contro il dollaro o nuovi massimi contro lo yuan cinese, la BCE potrebbe essere costretta a rivedere la propria posizione. Un euro troppo forte rischia infatti di pesare sulle esportazioni e sulla crescita, soprattutto in un momento in cui l’economia dell’eurozona appare ancora fragile.

Le conseguenze per gli investitori

Per gli investitori, il rafforzamento dell’euro rappresenta un doppio binario. Un euro forte può attenuare l’impatto dell’inflazione importata, favorendo il potere d’acquisto e migliorando il contesto per le obbligazioni europee.  Ma può penalizzare le società esportatrici e i comparti azionari maggiormente esposti ai mercati esterni, in particolare nel settore manifatturiero e dell’auto.

Un euro in rafforzamento ha impatti differenti sulle varie asset class, influenzando sia la performance sia l’allocazione strategica dei portafogli. In particolare:

  • Sul fronte azionario, i fondi azionari europei focalizzati sull’export, in particolare quelli legati ai settori auto, beni industriali e lusso, tendono a soffrire quando la valuta si apprezza, poiché i ricavi esteri si riducono una volta convertiti in euro. Al contrario, i comparti più difensivi o domestici, come utility e servizi finanziari, risultano meno esposti al rischio cambio.
  • Sul fronte obbligazionario, un euro forte è generalmente favorevole per i fondi obbligazionari area euro, soprattutto nel contesto attuale in cui la BCE si muove con cautela e l’inflazione appare sotto controllo. I fondi che investono in titoli di Stato core o corporate investment grade possono beneficiare di una minore pressione inflazionistica e di tassi stabili o in lieve calo.
  • I fondi globali con esposizione valutaria, per esempio azionari o obbligazionari in dollari, potrebbero subire perdite legate al cambio, se l’euro continua a rafforzarsi. In questo caso, una strategia di copertura valutaria o l’uso di fondi hedged può contribuire a proteggere i rendimenti netti.

IDEE DI INVESTIMENTO

In un contesto di mercati in rapido cambiamento, l’evoluzione del cambio euro-dollaro sarà un elemento chiave da monitorare. La BCE, pur mantenendo per ora una linea prudente, potrebbe trovarsi costretta a ricalibrare la propria strategia se il super euro inizierà a pesare troppo sull’economia reale. Per gli investitori, sarà cruciale valutare con attenzione l’impatto delle dinamiche valutarie sulla composizione del proprio portafoglio, privilegiando soluzioni flessibili e ben diversificate.

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NOTE

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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