Sui mercati le ultime settimane si sono rivelate complessivamente di ripresa, nonostante non siano mancate fonti di incertezza soprattutto sul piano politico, che hanno visto come protagonista, e non è una novità, il presidente Usa, Donald Trump. Ora che sembra che le tensioni con la Corea del Nord siano superate, Trump non ha mancato di alimentare lo scontro con altre potenze, in particolare con Cina, Russia e Germania.

La maggior parte dei listini si muove in terreno positivo, con la borsa di Atene in prima linea (+8.80% da inizio mese) seguita da Oslo e Milano, che con un bel +6.77% continua a distinguersi tra le piazze europee. In Italia è risultata particolarmente evidente la sovraperformance delle large e mid cap value rispetto alle mid e small, che portano a casa appena il 2%.

Avanzano le economie emergenti di Africa e Medio Oriente

I listini americani si apprestano a chiudere aprile sulla parità (o poco sopra, se consideriamo le performance in dollari), ma per un investitore europeo avanzano di circa il 3%. Qui a primeggiare sono invece le mid e small cap growth. Ottima congiuntura per il Nikkei, che ha confermato il rimbalzo di fine marzo e violato i massimi di periodo, puntando ora ai 23.000 punti. Degno di nota è anche il risultato dell’equity Africa e Medio Oriente, in trend positivo da inizio anno e che nelle ultime settimane ha registrato un vero e proprio rally, che potrebbe giustificare una presa di profitto ed una correzione nelle prossime sedute.

A cedere troviamo Shanghai e Mosca, rispettivamente del 2.50% e del 6.50%, e complessivamente possiamo osservare un rallentamento delle economie emergenti, che comunque mantengono una buona impostazione strutturale.

Un buon momento quindi per gli asset azionari, che trascinano con sé anche i convertibili. Su anche i bond high yield, con particolare riguardo al corporate Usa. Le obbligazioni legate all’area euro si mostrano invece complessivamente deboli, ancor più se con scadenze medio-lunghe. Yen, franco svizzero e America Latina fanno da fanalino di coda.

I movimenti sui mercati paiono legati a doppio filo con quelli sulle valute, tra le quali si distinguono il dollaro canadese, Usa e di Hong Kong. Gravissimo affondo invece per il Rublo Russo, che ha toccato livelli che non si vedevano da oltre due anni sull’onda delle sanzioni americane.

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Note

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Autore

Luca Lodi

Luca Lodi

Competenze:
Head of R&D di FIDA, Finanza Dati Analisi, ha maturato competenze in quantitative finance, risk management, asset allocation, risparmio gestito, compliance, consulenza finanziaria e comunicazione. Coordina le attività di ricerca-sviluppo e formazione del gruppo (FIDAmind). Sviluppa metodologie quantitative per l'analisi di portafoglio, di strumenti e mercati finanziari.

Esperienza:
Coordina l’ufficio studi FIDA che realizza studi ed analisi ad ampio spettro utilizzando trasversalmente metodologie quantitative, tecniche e fondamentali. Docente presso l'Università di Torino (Scuola di Management ed Economia), si occupa di analisi quantitativa dei dati finanziari. Giornalista pubblicista, collabora con diverse testate editoriali.
Negli anni precedenti ha collaborato con ADB S.p.A come responsabile del settore Banche Dati e poi dell’Ufficio Studi.

Formazione:
Ha una laurea in Economia. Ha frequentato diversi corsi di specializzazione tra i quali “Global Asset Allocation” (SDA Bocconi), Frontiers In Fianancial Markets Mathematics (Università di Bologna).

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