Un recente report dell’OCSE ha acceso i riflettori su un fenomeno in crescita silenziosa ma profonda: la solitudine. Non è solo un problema emotivo o psicologico, ma una nuova forma di diseguaglianza sociale che tocca la salute, la produttività e, in ultima analisi, la tenuta economica delle nostre società. Per chi investe in modo sostenibile, comprendere queste dinamiche significa guardare oltre i numeri e cogliere i segnali di un cambiamento strutturale che può influenzare anche i rendimenti nel lungo periodo.
Solitudine e disuguaglianza: la fotografia dell’OCSE
Il report Social Connections and Loneliness in OECD Countries è la prima analisi comparata che misura relazioni sociali e isolamento nei Paesi avanzati. I dati sono eloquenti: circa il 12% degli adulti si dichiara frequentemente solo, ma la percentuale raddoppia tra i giovani sotto i 30 anni e gli over 75 che vivono soli. L’OCSE distingue tra solitudine soggettiva, ovvero il sentimento di isolamento emotivo, e isolamento oggettivo, cioè la scarsità di contatti reali.
Entrambe le forme sono in crescita. E hanno un costo: secondo le stime, la perdita di produttività e l’aumento delle spese sanitarie legate a disturbi mentali possono valere tra lo 0,8% e l’1,5% del Prodotto interno lordo (PIL) annuo nei Paesi OCSE. In sostanza, la solitudine non è solo una questione sociale. È anche una variabile economica che incide sulla crescita e sulla stabilità.
Una disuguaglianza che non si vede ma pesa sull’economia
La solitudine colpisce in modo diseguale: i giovani precari, gli anziani soli, chi vive nelle aree metropolitane o in contesti di mobilità forzata è più esposto. Si tratta di una nuova forma di diseguaglianza invisibile, non misurata dai tradizionali indicatori economici ma strettamente legata al benessere e alla resilienza collettiva.
Per i gestori e gli investitori che guardano ai criteri ESG (Environmental, Social, Governance), questa tendenza rappresenta un segnale d’allarme. In particolare:
- il capitale sociale, ovvero la qualità dei legami e della fiducia nelle comunità, diventa un fattore di competitività economica;
- le società che investono in coesione, welfare e salute mentale sono più stabili nel lungo periodo;
- la S di “Social” assume un significato sempre più concreto nella valutazione dei rischi e delle opportunità d’investimento.
Digitalizzazione: tra connessione e solitudine
La tecnologia è il grande imputato perché ha cambiato il modo in cui costruiamo relazioni. L’OCSE parla di un effetto doppio: le piattaforme digitali ampliano le connessioni ma riducono la profondità delle relazioni. Nei giovani, l’uso intensivo dei social media è associato a una maggiore comparazione sociale e a un senso diffuso di insoddisfazione personale. Questo fenomeno genera un nuovo rischio sistemico: la solitudine digitale. Per gli investitori sostenibili, significa osservare con attenzione le imprese che sviluppano tecnologie inclusive e responsabili, capaci di promuovere il benessere contro l’alienazione.
Nascono così nuove aree di investimento a impatto sociale. In particolare:
- piattaforme per la salute mentale e il supporto psicologico;
- progetti di co-housing e abitazioni intergenerazionali;
- iniziative urbane che puntano su spazi pubblici, biblioteche e centri civici come luoghi di connessione reale.
La risposta delle politiche pubbliche e del capitale privato
Combattere la solitudine è un gioco a più mani. L’OCSE invita i governi a trattare la solitudine come una priorità di salute pubblica e coesione sociale, al pari della salute mentale e del welfare. il capitale privato può essere a sua volta un motore di cambiamento. I fondi comuni che adottano un approccio ESG e i fondi a impatto sociale che finanziano housing, istruzione e benessere mentale, per esempio, stanno già intercettando le raccomandazioni dell’OCSE che includono:
- investire in social infrastructure;
- integrare indicatori di capitale sociale nei bilanci del benessere nazionale;
- favorire politiche del lavoro più inclusive e meno precarie.
IDEE DI INVESTIMENTO
Il messaggio del report OCSE è chiaro: la qualità delle relazioni è un pilastro dello sviluppo sostenibile. E per chi investe in fondi comuni attenti ai criteri ESG, può diventare un driver strategico di valore. Come sempre, l’approccio corretto è diversificare, informarsi e guardare al lungo periodo. Per l’investitore retail significa poter orientare il proprio capitale verso soluzioni che uniscono rendimento e impatto, in linea con gli obiettivi dell’Agenda ONU 2030 sul benessere e l’inclusione. In particolare:
- Fondi sostenibili tematici dedicati a salute e inclusione.
- Fondi multi-asset ESG con focus sulla “S” sociale.
- Impact fund che finanziano progetti di co-housing, educazione o salute mentale.
Online SIM con il supporto di Morningstar Direct ha individuato i migliori fondi azionari che hanno un focus sulla “S” di sociale e che investono in settori come benessere e salute mentale, urbanizzazione, invecchiamento della popolazione e dinamiche demografiche:
- CPR Invest – Silver Age Classe A Eur Acc è un fondo azionario che investe in sul mercato europeo in società a grande capitalizzazione focalizzate sul tema dell’invecchiamento della popolazione (prodotti farmaceutici, attrezzature medicali, risparmio). Il fondo rende l’8,13% a un anno (dati Morningstar aggiornati a novembre 2025). La salute è il primo settore in portafoglio seguito dalla finanza. Il 96% del portafoglio è investito in Europa.
- Fidelity Global Demographic fund è un azionario internazionale che investe sui settori salute, beni di consumo e sugli effetti dell’aumento dell’aspettativa di vita delle popolazioni che invecchiano, oltre che della creazione di ricchezza nei mercati emergenti. Il fondo rende il 6,46% a tre anni (dati Morningstar aggiornati a novembre 2025). Tecnologia e salute sono i settori più pesanti in portafoglio e il mercato americano vale il 66% dell’asset allocation.
- Generali IS SRI Ageing Population Classe DX Eur Acc è un fondo azionario Europa che in investe il società a grande capitalizzazione che contribuiscono agli obiettivi sociali legati alla tendenza a lungo termine dell’invecchiamento della popolazione (salute, invecchiare bene, vivere meglio e soluzioni sociali alle sfide di un mondo che invecchia). Il fondo investe secondo criteri SRI e rende il 6,13% a un anno (dati Morningstar aggiornati a novembre 2025). Salute e finanza sono i primi settori in portafoglio. L’82% dell’asset allocation è sull’Europa.
Scopri come investire sulla piattaforma Online SIM.
NOTE
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

Nessun commento