Il rischio politico in Europa ha spinto gli investitori a rifugiarsi sui mercati dell’Europa emergente con buoni risultati almeno per chi ha scelto di affidarsi a un fondo comune di investimenti specializzato su queste aree. La categoria Morningstar Azionari Europa Emergente dedicata ai fondi specializzati nel 2016 ha guadagnato il 27,4% ma da inizio 2017 la corsa ha cominciato a rallentare con un rialzo medio dell’1% da gennaio ad aprile 2017 anche se i 10 migliori migliori prodotti di categoria da inizio anno rendono tra il 3% e il 10%.
Come mai questo rallentamento? A pesare sull’area c’è la questione del debito greco che potrebbe diventare preoccupante entro l’estate; e c’è il rallentamento della Russia che, nonostante la fine della recessione è uno dei pochi mercati azionari dei Paesi emergenti in perdita da gennaio 2017 ed è uno dei mercati più pesanti sull’indice di riferimento dei gestori. A dare una spinta, invece, c’è la sorpresa del mercato turco che sembra essere impermeabile alla turbolenze politiche.
Ecco nell’analisi di Raiffeisen Capital Management il punto sui principali mercati emergenti in Europa:
- Russia: ora le valutazioni sono interessanti
La recessione è alle spalle e la crescita nel quarto trimestre del 2016 è stata pari allo 0,3%. La sfida ora consiste nel rafforzare e ampliare la ripresa con più investimenti locali e un consumo privato maggiore. Per questo è necessario un aumento dei salari reali. Secondo i gestori di Raiffeisen le azioni russe che sono scese molto da inizio anno hanno adesso delle valutazioni interessanti e questo è il mercato con maggior potenziale per la seconda parte del 2017. - Polonia e le promesse mantenute
Come previsto la banca centrale polacca ha mantenuto invariati i tassi guida, nonostante l’inflazione si trovasse al di sopra dell’obiettivo della banca centrale del 2% circa. Le esportazioni continuano a crescere e i flussi di investimento dall’estero, oltre che i fondi europei continuano a sostenere le imprese. La Polonia che, insieme con l’Ungheria, è nell’UE dal 2004 è uno dei più promettenti su cui investire: il mercato azionario polacco si è preso una pausa dopo i forti rialzi dei corsi dei precedenti quattro mesi – l’indice WIG20 di Varsavia ha fatto registrare una perdita marginale. - Repubblica Ceca: l’euro al centro del dibattito
Le azioni ceche hanno guadagnato quasi il 3% solo a marzo 2017. In questo Paese è forte il dibattito contro euro anche in vista delle elezioni fissate il 21-21 ottobre 2017. Tanto che dopo tre anni la banca centrale ceca ha lasciato di nuovo fluttuare liberamente il cambio della corona ceca sull’euro. L’obiettivo è abbassare l’inflazione fino al 2%. - Ungheria frena dopo il raddoppio
La banca centrale ungherese ha lasciato il tasso guida al minimo storico dello 0,9% e allo stesso tempo ha lievemente aumentato le previsioni sull’inflazione per l’anno corrente (al 2,6% rispetto al precedente 2,4%). A marzo 2017 il mercato azionario ha guadagnato poco più dell’1%. Dall’inizio del 2017 non si è dunque mosso molto, ma ciò va visto nel quadro del raddoppiamento dei corsi negli ultimi due anni. - Turchia, una corsa sui massimi
L’economia turca è cresciuta sorprendentemente tanto nel quarto trimestre del 2016, dopo essere calata considerevolmente nel terzo. Ma ci sono dei dubbi su questa crescita: il metodo di calcolo è cambiato rispetto al 2015 quindi il confronto appare aleatorio. L’incertezza politica pre referendum del 16 aprile ha fatto correre il mercato e l’indice l’indice ISE-100 della Borsa turca ha raggiunto il suo massimo storico facendo riscoprire la lira turca e i fondi specializzati sul mercato azionario turco come opportunità di investimento.
Note
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