L’appetito per la consegna di cibo a domicilio, il cosiddetto food delivery, non è mai stato così grande, almeno nel Regno Unito. Del resto è qui che è nata Deliveroo che è stata fondata solo tre anni fa, opera già in 12 paesi, e solo a Londra conta su una rete di oltre 3.000 ciclisti con oltre 2.500 ristoranti affiliati e adesso sta pensando anche di cucinare per i suoi clienti per portare loro il cibo a casa, come sempre.

I dati del mercato food delivery sono impressionanti: secondo una ricerca di mercato di Euromonitor la crescita nel settore alimentare della consegna a domicilio e da asporto ha superato quella dei ristoranti ogni anno dall’inizio della crisi finanziaria, ovvero dal 2007 in poi. La ragione? I consumatori attribuiscono un valore aggiunto maggiore alla facilità di accesso a menù di ogni tipo e alla convenienza rispetto al passato.

Quanto vale il mercato del food delivery? Secondo la società di consulenza McKinsey il mercato per la consegna del cibo a livello globale ha un valore di 83 miliardi di euro, pari a circa l’1% del totale del mercato alimentare, pari al 4% del cibo venduto attraverso ristoranti e catene di fast food e solo il 25% delle ordinazioni arriva tramite il canale online.

Il settore è già consolidato nella maggior parte dei Paesi in cui è presente, con un tasso di crescita annuo complessivo stimato in soli 3,5% per i prossimi cinque anni.
Non stupisce quindi che i grandi investitori private equity abbiamo messo sotto la lente questo settore. Scommettono sulle start up come Deliveroo, che se dovesse scegliere di andare in Borsa, già oggi avrebbe un valore stimato di 600 milioni di dollari.

A dire il vero, Deliveroo è solo una delle molte aziende di consegna cibo ben finanziate in Europa. E fa parte del gruppo di società del settore che McKinsey cataloga come aggregatori di offerte di più ristoranti che comprendono marchi che operano a livello globale, come Foodora, che continuano espandersi in nuovi Paesi e che, secondo la società di consulenza hanno un mercato potenziale che può arrivare a 20 miliardi di euro entro il 2025.

Food delivery: perché McDonald’s vuole entrare sul mercato

Un altro caso interessante in questo segmento è Take it Easy con sede a Bruxelles su cui il grande investitore tedesco Internet Rocket ha investito più di 600 milioni di euro per finanziarne la crescita in Europa e Asia. Della partita è ovviamente l’inglese Just Eat che ha debuttato al London Stock Exchange nel 2014 e ora ha una capitalizzazione di mercato di quasi 3 miliardi di sterline, e la tedesca Hero, che ha raccolto 1,4 miliardi di dollari dai grandi investitori.

Ma siamo solo all’inizio: il mercato europeo del food delivery si deve preparare all’ingresso massiccio di Uber. L’azienda di San Francisco, dopo il trasporto taxi ha puntato decisamente sull’alimentare con l’applicazione UberEats app che è già entrata a Londra. La maggior parte degli analisti concordano che sia troppo presto per dire quale sarà l’effetto UberEats sul settore perché l’ingresso risale a gennaio 2017. Ma non c’è dubbio che Uber abbia in cassa tanto denaro da poter ingaggiare qualsiasi battaglia con una liquidità da investire di circa 11 miliardi di dollari.

A rendere più preoccupante l’arrivo di Uber per gli operatori storici del food delivery c’è una coincidenza di mercato: gli investimenti del private equity nelle società di consegna cibo stanno cominciando a rallentare. Lo dicono i dati di CB Insights, che segnala come dopo il record di 5,5 miliardi di dollari investiti nel 2015, nei primi sei mesi del 2016 ci sono state solo 23 operazioni per un controvalore di solo 600 milioni di dollari. Nulla di preoccupante per il settore che, però, secondo l’analisi di Gartner, ha toccato il suo picco di innovazione e ora va verso il consolidamento.

Un segno del consolidamento è dato dai grandi colossi della ristorazione “fast food” che hanno puntato decisamente sulle consegne a domicilio. Un esempio è Domino’s Pizza che ha stretto una partnership con è Starship Technologies, l’azienda con sede a Londra che ha il brevetto dei robot a sei ruote, per le consegne in Germania e nei Paesi Bassi. Domino’s arriva in Europa dopo aver testato il servizio in Australia e Nuova Zelanda nel 2016. E soprattutto c’è McDonald’s che vuole far risalire le vendite, soprattutto in America, proprio grazie al food delivery che dovrebbe arrivare entro il 2019.

Note

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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