È durata appena 48 ore la proposta amichevole dell’americana Kraft Heinz per conquistare il colosso anglo-olandese Unilever. L’offerta da 143 miliardi di dollari è stata ritirata, ma la sensazione è che questa mossa sia solo l’inizio di una nuova stagione di fusioni e acquisizioni transfrontaliere, con le aziende americane alla conquista dell’Europa.

La ragione? I bassi tassi di interesse e il debito a buon mercato giocano a favore delle grandi operazioni transnazionali e dopo Brexit il Regno Unito è diventato una facile preda, in parte anche a causa del deprezzamento della sterlina inglese. Il balletto delle grandi alleanze è cominciato dal settore dei beni di consumo che soffre più di altri del rallentamento economico ed è un mercato maturo, sempre in balia di consumatori volubili e in cerca dell’ultima novità.

Non a caso una delle ultime mosse di marketing della preda Unilever è stata quella di investire su nuovi modelli di commercializzazione dei prodotti. Un esempio è Snatch, un’applicazione per smartphone stile Pokémon Go, che dà ai consumatori premi fisici dopo una caccia al tesoro virtuale. Del resto, secondo l’analisi dell’agenzia di rating Moody’s, le società di largo consumo come Unilever fanno bene a studiare forme alternative di vendita perché le previsioni sulla crescita del fatturato non sono rosee: in media i ricavi del settore dovrebbe crescere solo del 2,5% nel 2017, contro il 4,8% medio degli ultimi cinque anni.

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Da tempo il settore del largo consumo è in consolidamento. L’ultima operazione di rilievo ha visto protagonista la britannica Reckitt Benckiser, storica rivale di Unilever, che ha raggiunto un accordo per acquisire l’americana Mead Johnson Nutrition in un’operazione da 16,6 miliardi di dollari. Il colosso dei beni di largo consumo (con marchi come Durex, Veet o Vanish) ha offerto 90 dollari per azione, pari a un premio del 29% rispetto alla chiusura del primo febbraio a Wall Street. Insomma, anche le operazioni al contrario, Inghilterra verso America, funzionano. Ma il matrimonio da tra Kraft Heinz e Unilever avrebbe avuto tutto un altro spessore e sarebbe stato il matrimonio del secolo nel settore dei prodotti di consumo, creando un gigante con in portafoglio alcuni dei marchi più popolari al mondo e un fatturato da 82 miliardi di dollari.

Dietro alla rinuncia di Kraft c’è la mano di Warren Buffett e di Paulo Jorge Lemann, il fondatore di 3G, oltre che uomo più ricco del Brasile. I due miliardari che da tempo investono in Kraft, e insieme hanno sono stati i registi dell’operazione Heinz nel 2013, avrebbero deciso di ritirare l’offerta convinti che uno scontro prolungato per la conquista di Unilever avrebbe causato più danni che benefici. La prova è che l’annuncio della fusione ha creato subito tensioni, anche politiche, sulle due sponde dell’Atlantico. Il primo ministro inglese, Theresa May, infatti, aveva chiesto al suo staff di rivedere l’accordo per verificare se potesse mettere a rischio l’economia inglese e se meritasse l’intervento del governo. May è preoccupata anche perché c’è un precedente: nel 2010 Kraft è riuscita ad acquisire un nome noto britannico, Cadbury Plc, e l’accordo, secondo il premier inglese, avrebbe dovuto essere bloccato.

IDEE DI INVESTIMENTO

Il fallimento dell’operazione Kraft Heinz e Unilever, secondo gli analisti, non placa la fame di acquisizioni della società americana. Per Andrew Lazar di Barclays, Kraft Heinz è pronta a tornare sul mercato a breve, puntando su prodotti della cura della persona da cui non a vaso viene il 60% del fatturato di Unilever. Un bersaglio possibile è Colgate-Palmolive Co. Gli analisti però non escludono che Kraft possa tornare a muoversi anche nel settore food. In questo caso, sul tavolo c’è l’acquisizione di Mondelez International, la società americana che ha tra gli altri il marchio Ritz, e anche General Mills, l’azienda di cereali che ha come brand di punta i Cheerios.

Per approfittare del consolidamento settore food e largo consumo la scelta migliore è un fondo specializzato (categoria Morningstar: Azionari settore beni e servizi di consumo). Ecco i migliori per rendimento a un anno:

  • Invesco Global Leisure Classe E (acc) Eur rende il 38,4% da febbraio 2016 a febbraio 2017 (+17,68% a tre anni). Il fondo è gestito da Ido Cohen e investe in società che producono o distribuiscono prodotti e servizi legati ad attività del tempo libero delle persone (società automobilistiche, prodotti per la casa e beni durevoli, media e internet e altre società impegnate a soddisfare le domande dei consumatori). Il portafoglio è investito all’87% negli Stati Uniti. I beni di consumo ciclici sono il primo settore e pesano al 59,7% segue la tecnologia al 29%.
    Invesco Global Leisure Classe E (acc) Eur rende il 38,4% da febbraio 2016 a febbraio 2017 (+17,68% a tre anni). Fonte: Morningstar.
    Invesco Global Leisure Classe E (acc) Eur rende il 38,4% da febbraio 2016 a febbraio 2017 (+17,68% a tre anni). Fonte: Morningstar.

     

  • Parvest Equity World Consumer Durables Classe N rende il 23,8% da febbraio 2016 a febbraio 2017 (+10,70% a tre anni). Gestito da Pamela Woo investe nel settore dei beni di consumo durevoli, del tempo libero e dei mass media e in settori collegati o connessi. I beni di consumi ciclici valgono l’82% del portafoglio che è investito al 66% in America e al 12 circa sia in Europa sia Giappone.
    Parvest Equity World Consumer Durables Classe N rende il 23,8% da febbraio 2016 a febbraio 2017 (+10,70% a tre anni). Fonte: Morningstar.
    Parvest Equity World Consumer Durables Classe N rende il 23,8% da febbraio 2016 a febbraio 2017 (+10,70% a tre anni). Fonte: Morningstar.

     

  • Amundi Funds Equity Global Luxury And Lifestyle Classe Su rende il 21,33% da febbraio 2016 a febbraio 2017 (+13,4% a tre anni). Il fondo è gestito da Anne Leborgne che investe in azioni di società di tutto il mondo che svolgono la parte preponderante delle loro attività nei settori dei beni e servizi prestigiosi e di lusso.  Il 61,3% del portafoglio è investito in beni di consumo e l’America è il primo mercato con un peso del 63%.

    Amundi Funds Equity Global Luxury And Lifestyle Classe Su rende il 21,33% da febbraio 2016 a febbraio 2017 (+13,4% a tre anni). Fonte: Morningstar.
    Amundi Funds Equity Global Luxury And Lifestyle Classe Su rende il 21,33% da febbraio 2016 a febbraio 2017 (+13,4% a tre anni). Fonte: Morningstar.

Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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