A Wall Street è partita la caccia alle azioni del social network del fantasmino che ha depositato la richiesta di quotazione, potrebbe quotarsi in Borsa a marzo e in molti indicano come il nuovo Facebook. Snapchat ancora prima di quotarsi ha già deciso di investire su Amazon quasi 1 miliardo di dollari nei prossimi 5 anni per nuovi servizi Internet che si aggiunge a un contratto di quasi 2 miliardi di dollari che ha già con di Alphabet Inc. controllata da Google.

Snapchat pagherà ad Amazon 50 milioni di dollari nel 2017 per passare progressivamente sui servizi cloud del gigante dell’e-commerce e completare l’operazione di archiviazione dei dati entro il 2021. Si tratta di una scelta strategica: esternalizzare il lavoro pesante di archiviazione dei dati a società esterne piuttosto che costruire propri magazzini di server, dividere il lavoro tra Google e Amazon per ridurre la dipendenza da una singola azienda

Ma Amazon per Snapchat non è solo un fornitore. Per allontanare il fantasma della storia di Borsa di Twitter, la società lanciata da Evan Spiegel ha preso a modello Amazon per convincere i gradi investiori di Wall Street a investire sul titolo che ha una valutazione fino a 22,2 miliardi di dollari con l’initial public offering, meno dei 25 miliardi di dollari inizialmente attesi, ed è seguita da Morgan Stanley e Goldman Sachs.

“Quello della comunicazione digitale dovrebbe confermarsi un settore difensivo, poiché ogni segmento evidenzia scarsi tassi di penetrazione. Prevediamo un continuo aumento dell’uso di smartphone, che attualmente rappresentano il 68% dei telefoni cellulari installati e che cominciano a fungere anche da carta di credito” ha detto Sylvie Sejournet, gestore del fondo Pictet Digital. “Il comparto beneficia di un ottimo posizionamento, basato sulla selezione di società in grado di generare almeno il 20% dei ricavi da applicazioni interattive e con un focus sull’intelligenza artificiale”.

Social media: perché Facebook fa la guerra a Snapchat

Snapchat che si è affermata per i messaggini che scompaiono punta a una valorizzazione di 14-16 dollari per azione. Lo sbarco in Borsa di Snap Inc a cui fa capo Snapchat, potrebbe essere la maggiore initial public offering dal 2014, ovvero da quando la campanella del Nyse è suonata per Alibaba. Con lo sbarco in Borsa Spiegel, al co-fondatore e amministratore delegato, resta una quota della società pari a 5,5 miliardi di dollari, e lo stesso tocca a Bobby Murphy, altro co-fondatore e chief technology officer. Spiegel e Murphy, quindi, continuano ad avere il controllo della società.

Il fantasmino vale davvero così tanto? Snapchat per sostenere la valutazione si è affettata a dare i numeri sugli utenti attivi ogni giorno, che attualmente sono poco più di 150 milioni. Ma questo non basta. Per convincere gli investitori del valore delle azioni, Spiegel e i suoi devono dimostrate che gli utenti sono impegnati in maniera costante a scambiarsi foto e video e a chattare tra loro.

L’obiettivo è raccogliere almeno 4 miliardi di dollari con la quotazione e non c’è dubbio che il suo arrivo in Borsa abbia già una spinta ai concorrenti. La prova? Facebook ha appena lanciato il nuovo servizio Stories che è del tutto simile a quello di Snapchat. Del resto, Mark Zuckerberg che aveva tentato di comprare Snapchat nel 2013 ma la sua offerta da 3 miliardi di dollari era stata respinta, ha da tempo un conto aperto con il fantasmino. E la guerra dei social va avanti in Borsa.

IDEE DI INVESTIMENTO

La quotazione di Snapchat riporta sotto i riflettori di analisti e gestori il tema dei social media è uno dei più vivaci all’interno del comparto tecnologico proprio perché da tempo è cominciato un processo di fusioni e acquisizioni. Ha cominciato Microsoft che ha vnto la battaglia con Saleforce per l’acquisto di Linkedin, mentre da mesi Twitter è in vendita anche se il suo passaggio si proprietà assomiglia sempre di più a un salvataggio. Non c’è dubbio però che il settore sia in continuo movimento:

  • Per Goldman Sachs nel mirino potrebbe finire presto anche Tripadvisor, il social della condivisione dei consigli di viaggio, che da tempo è nel mirino di Priceline. La vivacità spesso, però, non corrisponde a utili societari.
  • Snapchat, per esempio, non produce utili non lo farà per molto tempo. Per questo alcuni analisti sono scettici sul modello di business social e sulle valutazioni dei titoli che per alcun sono eccessive.
  • Tra i più critici c’è Trip Chowdry, analista di Global Equity Research, secondo il quale la quotazione di Snapchat segna la fine dell’ascesa del dei social media e in una lettera agli investitori ha paragonato il social del fantasmino a Groupon, Zynga, GoPro, e FitBit che, a suo parere, sono storie di Borsa finite.
  • Per calvalcare l’onda dell’arrivo di Snapchat in Borsa, la scelta giusta è un fondo azionario specializzato in tecnologia. Ecco i migliori per rendimento a tre anni.

Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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