Basta aggiungere il suffisso Bio alla parola technology per aprire un capitolo nella cosiddetta Techonomy, l’economia generata dall’innovazione, che continua ad essere molto redditizio per chi investe. E la biologia, proprio grazie alla tecnologia, ha trovato soluzioni che non immaginavamo fossero possibili, come la recente scoperta che le molecole di clorofilla delle piante agiscono a livello della meccanica quantistica per massimizzare l’energia raccolta dal sole. Oppure come la nuova potenziale arma per aggredire virus come l’Hiv, il papilloma o l’Ebola che è basata su nanoparticelle d’oro che, camuffandosi da cellule umane, ingannano i virus, rendendoli inoffensivi, ed è solo uno degli esempi concreti di come la tecnologia applicata alla biologia possa far fare dei passi avanti nella cura delle malattie e al settore farmaceutico.

Passata la paura legata all’abolizione dell’Obamacare, il settore biotech è indicato tra più promettenti del 2018. Nell’ultimo trimestre ci sono già stati segnali di una corsa che è ripartita con l’indice Nasdaq Biotechnology che ha guadagnato quasi l’8%. Secondo un’analisi di Pictet asset management e il consensus degli analisti ci sono diversi motivi che giocano a favore del settore:

  • I titoli biotech non hanno ancora beneficiato dei vantaggi legati alla riforma fiscale voluta da Donald Trump, che potrebbe costituire un incentivo per l’attività di M&A che continuerà a sostenere le performance del settore biotecnologico.
  • Nonostante i colpi sferrati dai Repubblicani all’Affordable Care Act, l’assistenza sanitaria un settore con forti prospettive per il 2018. Gli analisti si aspettano che i guadagni del settore aumentino di un sorprendente 24% nel 2018, con un assistere da tecnologie promettenti. Il rapporto prezzo/utili per gli operatori sanitari è tra i più bassi nell’indice S&P 500.
  • Dopo un 2017 in crescita, adesso per il settore è il momento della selezione sia nel settore farmaceutico sia in quello biotecnologico che continuano a essere scommesse intelligenti.
  • La semplificazione dei processi di approvazione dei farmaci da parte della Food and drug administration (FDA) voluta da Trump, può favorire le società piccole e agili che sviluppano nuove tecnologie rispetto ai nomi più grandi e conosciuti.

IDEE DI INVESTIMENTO

A livello settoriale il 2018 si apre con interessanti prospettive per alcuni (biotech e robotica) e sfide impegnative per altri (grandi marchi e petrolifero). Per Stefano Reali, vicedirettore di Pharus Management SA, dopo la correzione del 2016, il 2017 è stato un anno positivo per il settore biotech. «A spingere il settore c’è sicuramente la forte attività di fusioni e acquisizioni che contraddistingue il comparto», ha detto Reali. «La folta pipeline di farmaci rivoluzionari è uno dei fattori che attira l’attenzione delle grandi case farmaceutiche verso l’acquisizione dei laboratori biotech, i quali trovano conveniente venire inglobati in realtà più grandi, pronte a immettere l’eventuale prodotto sul mercato».

Un’altra ragione del successo delle biotecnologie, secondo l’analisi di Pharus Management SA, risiede nel numero di farmaci che sono nelle varie fasi di ricerca e sviluppo. «Le aziende biotech investono infatti più del doppio delle società farmaceutiche nelle attività di ricerca e sviluppo e il contesto normativo e politico per il settore biotech è nettamente migliorato in tutto il mondo», ha detto Reali. «Negli ultimi anni la Food and Drug Administration (FDA) ha approvato numerosi nuovi farmaci altamente innovativi, con tempi di approvazione sempre più rapidi».

E a dare una spinta al settore c’è da tempo anche l’apporto dell’innovazione cinese. Basta pensare a Science City, nuovo parco industriale high-tech, nel distretto di sviluppo di Guangzhou, a 20 minuti dal centro di Guangzhou, dove si concentra il più innovativo della Cina, mentre in Europa il recepimento del Regolamento europeo sulla sperimentazione clinica (il 536 /2014 che entrerà in vigore a ottobre 2018) rappresenta un’opportunità ulteriore e farà dell’Unione europea un hub della ricerca clinica.

Per puntare sul settore biotech la strada migliore è selezionare i fondi azionari biotech e farmaceutici con oltre il 30% di titoli legato al settore biotecnologico in portafoglio, ecco quanto rendono da gennaio 2017 e a tre anni sono rimasti una decina quasi tutti con rendimenti a due cifre:

I fondi azionari che puntano sulla salute e credono nel biotech

Prodotto Peso settore biotech
in portafoglio
Rendimento YTDRendimento 3y
Zeus Capital SICAV DNA Biotech B Acc96,57%11,87%7,51%
Selectra J. Lamarck Biotech A91,25%16,94%12,31%
Candriam Equities L Biotechnology Classe C88,01%12,63%3,73%
Variopartner Sectoral Biotech Opps P$Acc87,46%31,31%---
Pictet-Biotech P USD84,80%9,95%1,08%
Polar Capital Biotechnology I Inc82,63%13,15%10,12%
UBS (Lux) EF Biotech (USD) P-acc79,30%11,99%2,29%
Franklin Biotechnology Discv A(acc) USD79,20%3,84%0,86%
Pharus SICAV Biotech A EUR Acc78,74%15,91%-3,39%
SEB Concept Biotechnology D66,28%-1,55%-2,75%
Jb Ef Health Innovation Fund Usd Classe B58,29%10,87%3,95%
EdRF Healthcare A EUR38,26%-4,07%1,81%
PHARMA/wHEALTH R (USD)35,43%6,70%6,45%
JHCF Global Life Sciences A USD Acc35,35%7,34%3,70%
Polar Capital Healthcare Opps Inc34,64%9,67%5,30%
Wellington Global HlthC Eq D USD Acc Unh32,84%7,24%8,19%
Nella tabella, i fondi azionari settore biotech e farmaceutica ordinati per percentuale di titoli biotech in portafoglio. Fonte Morningstar Direct. Dati % in euro aggiornati al 27 dicembre. Il rendimento a tre anni è annualizzato.

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Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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