Ad agosto il mercato azionario cinese ha registrato un rally da 1.000 miliardi di dollari, suscitando l’interesse degli investitori internazionali e accendendo il dibattito sul futuro della seconda economia mondiale. Per chi vuole investire in Cina la domanda è cruciale: siamo di fronte a una vera ripartenza o a un rischio di bolla?
Le ragioni del rally cinese
Il mese di agosto ha visto scambi record sui mercati di Pechino e Hong Kong, con un volume medio giornaliero di 2,2 trilioni di yuan (309 miliardi di dollari). Questo afflusso di liquidità ha alimentato il rialzo degli indici:
- CSI 300: +0,41% a nuovi massimi triennali.
- Shanghai Composite: stabile ma vicino ai massimi decennali.
- Hang Seng: +0,46%, vicino ai livelli più alti degli ultimi quattro anni.
Nel solo agosto, il CSI 300 ha guadagnato il 10,3%, mentre lo Shanghai Composite l’8,1%.
Le ragioni principali del rally del mercato cinese:
- Piano di Pechino per rafforzare la produzione di semiconduttori, settore strategico.
- Attese di ulteriori stimoli economici a fronte di segnali di debolezza della crescita.
- Politica monetaria più favorevole, con la Banca Popolare Cinese che ha sostenuto lo yuan.
I dati Pmi manifatturieri in arrivo saranno un test chiave per capire se l’ottimismo degli investitori è destinato a durare.
Bolla o opportunità per chi investe in Cina?
Il rally divide gli analisti:
- Goldman Sachs ha alzato il target a 12 mesi per il CSI 300 da 4.500 a 4.900 punti, citando valutazioni interessanti e crescita degli utili.
- Morgan Stanley invita alla prudenza, parlando di rischio di surriscaldamento e fondamentali ancora fragili.
- HSBC vede 4.000 punti per lo Shanghai Composite e 4.600 per il CSI 300 entro fine anno.
- JP Morgan prevede un potenziale rialzo fino al 35% per l’MSCI China entro il 2026, pur segnalando rischi di eccessivo affollamento sul mercato.
I risultati trimestrali di Alibaba che ha aumentato l’utile netto del 78% confermando le stime degli analisti è un segnale rassicurante e un ulteriore segno della forza del mercato cinese potrebbe arrivare dalle trimestrali di BYD e delle principali banche cinesi.
IDEE DI INVESTIMENTO
Per chi investe tramite fondi comuni Cina o strategie azionarie emergenti, il messaggio è duplice: ci sono opportunità di lungo periodo, ma serve prudenza per non farsi trascinare da una corsa guidata solo dalla liquidità. Secondo l’analisi di T. Rowe Price, le opportunità sul lungo periodo vanno oltre la semplice tregua sui dazi tra Cina e Stati Uniti e il rally non è solo frutto di liquidità ma si inserisce in un quadro di trasformazione industriale, maggiore resilienza interna e innovazione tecnologica. Per chi guarda ai fondi comuni Cina o a strategie azionarie sui mercati emergenti, il contesto resta ambivalente: grandi opportunità, ma anche volatilità e rischi legati alla sostenibilità dei fondamentali.
Come muoversi in questo contesto di mercato? La parola d’ordine è: diversificazione. Con scenari ancora in evoluzione, è fondamentale non concentrare gli investimenti su singoli settori o aree geografiche. In questa fasi è sempre bene puntare su gestioni attive e diversificate, capaci di selezionare le aziende meglio posizionate nei settori strategici, senza esporsi in maniera eccessiva a un mercato che potrebbe alternare rally e correzioni anche forti.
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Note
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