Il nuovo rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), World report on social determinants of health equity, 2025, fotografa con chiarezza l’impatto che le disuguaglianze sociali esercitano sulla salute globale. Il dato più emblematico è che una persona nata in un Paese dotato di un sistema sanitario pubblico solido, accesso all’istruzione e politiche sociali inclusive può vivere in media fino a 33 anni in più rispetto a chi nasce in aree del mondo svantaggiate e prive di tali garanzie.

Non si tratta solo di una questione geografica, ma soprattutto politica. Paesi ad alto reddito con strutture pubbliche funzionanti, come quelli nordici o il Giappone, riescono a garantire un’elevata qualità della vita e un’assistenza sanitaria preventiva e curativa per tutte le fasce della popolazione. Al contrario, in contesti dove lo Stato sociale è debole, l’accesso alla salute è fortemente mediato dal reddito individuale o familiare.

Determinanti sociali della salute: cosa sono e perché contano

I determinanti sociali della salute includono fattori come il livello di istruzione, l’occupazione, il reddito, l’ambiente abitativo, la sicurezza alimentare e il contesto socio-politico, il digital divide. Secondo l’OMS, questi elementi incidono in modo spesso superiore rispetto all’accesso stesso ai servizi sanitari. Questi fattori influenzano non solo l’accesso alle cure, ma anche la prevenzione, la salute mentale, la nutrizione e il benessere psicosociale.

Covid-19 e nuove crisi: un’accelerazione delle disuguaglianze

La pandemia di Covid-19 ha agito da amplificatore delle disuguaglianze sanitarie, con:

  • tassi di mortalità più alti nei gruppi socioeconomici vulnerabili;
  • accesso diseguale a vaccini e cure tra Paesi;
  • minore efficacia delle misure di contenimento in contesti precari;
  • conseguenze economiche durevoli nei Paesi a basso reddito, che ora spendono più per interessi sul debito che per sanità o istruzione: ben 3,3 miliardi di persone vivono in questi Paesi nel 2024.

Obiettivi lontani: i dati su mortalità infantile e materna

Il report mostra miglioramenti insufficienti rispetto agli obiettivi stabiliti:

  • Mortalità sotto i 5 anni: dimezzata dal 2000, ma ancora 13 volte più alta nei Paesi poveri rispetto a quelli ricchi.
  • Mortalità materna: ridotta del 40% in 20 anni, ma per raggiungere il target 2040 dovrebbe calare a meno di 16 decessi per 100.000 nati vivi. Oggi è ancora a 197 decessi.

In entrambi i casi, le donne e i bambini di gruppi marginalizzati (per reddito, razza, istruzione, zona) continuano ad avere esiti sanitari nettamente peggiori.

Cosa fare: le quattro strategie indicate dall’OMS

L’OMS individua quattro linee d’azione prioritarie per ridurre le disuguaglianze sanitarie:

  1. Ridurre le disuguaglianze economiche e investire nei servizi pubblici universali (sanità, istruzione, trasporti, abitazioni).
  2. Contrastare le discriminazioni strutturali (razzismo, genere, disabilità, migranti).
  3. Governare i megatrend di climate change e digitalizzazione in chiave di equità sanitaria.
  4. Riformare la governance, coinvolgendo governi locali, società civile e comunità in scelte partecipative e basate su dati disaggregati.

Rischi e opportunità per gli investitori

Per un investitore attento alle tendenze di lungo periodo, le dinamiche descritte dal report dell’OMS offrono spunti interessanti. In particolare, i fondi comuni orientati ai settori della salute pubblica, dell’educazione e dell’inclusione sociale possono beneficiare di trend secolari di crescita, sostenuti dagli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e da una crescente domanda di responsabilità sociale da parte degli investitori. In particolare:

Opportunità

  • Le potenzialità dei fondi ESG. Secondo uno studio di Morningstar, i fondi che integrano criteri ESG (Environmental, Social, Governance) e, in particolare, quelli con focus sul “sociale”, hanno registrato performance comparabili o superiori ai fondi tradizionali negli ultimi cinque anni. In particolare, le strategie che includono nel loro universo investibile aziende impegnate in infrastrutture sanitarie, microfinanza, edilizia sociale o istruzione accessibile sono viste con favore dai gestori attenti ai megatrend demografici.
  • L’aumento della domanda di servizi sanitari. Secondo un’analisi di Pictet Asset Management, l’invecchiamento della popolazione nei Paesi sviluppati e la crescita della classe media in quelli emergenti stiano spingendo la domanda di servizi sanitari e formativi di qualità. Questi fattori rendono il settore un target privilegiato per fondi a lungo termine con approccio tematico.

Rischi

  • Regole che cambiano. La forte esposizione regolatoria di settori come la sanità pubblica o l’istruzione può esporre i fondi a volatilità politica.
  • Greenwashing sociale. Distinguere tra fondi realmente impegnati in obiettivi sociali e prodotti che semplicemente cavalcano la retorica ESG senza criteri di selezione stringenti è un esercizio complicato. Usare strumenti di verifica come i rating può aiutare.

IDEE DI INVESTIMENTO

La salute non è solo il risultato di ospedali e medici, ma il prodotto di politiche sociali, economiche e ambientali. Il nuovo rapporto OMS lo dimostra in modo inequivocabile: le disuguaglianze sociali uccidono e rappresentano una minaccia anche per la crescita e la stabilità globale.

Per gli investitori consapevoli, soprattutto quelli che operano attraverso fondi comuni, questo è un segnale forte: non si può ignorare la salute pubblica, né come responsabilità etica, né come variabile macroeconomica chiave per i rendimenti futuri.

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Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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