Soltanto un mese fa i mercati mondiali avevano assegnato lo zero per cento di probabilità al rialzo dei tassi di interesse da parte della Banca centrale americana. E dopo che Mario Draghi ha preso di nuovo saldamente in mano il bazooka del Quantitative easing (Leggi l’approfondimento di Online Sim) nulla è cambiato.
Gli analisti e i gestori interpellati nel sondaggio di Bofa Merrill Lynch prevedono che il governatore della Fed, Janet Yellen alzerà i tassi non più di due volte nei prossimi 12 mesi, e chiedono alla banca centrale una cosa sola: chiarezza per contenere la volatilità che è ancora un terzo incomodo sui listini finanziari.
In particolare, il mercato sconta già un solo rialzo dei tassi americani nel 2016: probabilmente a giugno per il 50% dei gestori sentiti da Bofa Merrill Lynch, e solo dello 0,25% per il 76% del campione. Per il consensus degli economisti di Bloomberg, invece, i rialzi potrebbero essere due, mentre le autorità di politica monetaria avevano fatto intendere a dicembre che i rialzi sarebbero stati almeno 3 e che i tassi guida sarebbero tornati intorno all’1%. Poi è arrivato il 2016 e il peggior inizio d’anno di Borsa degli ulti 20 anni e qualcosa è cambiato.
Probabilità e sondaggi a parte, la cosa certa è che a Fed ha imboccato la strada opposta rispetto a quella Bce e anche della Banca centrale giapponese (Boj) che sono alle prese con la deflazione. Per questo serve cautela. A chiederlo è anche il Fondo monetario internazionale (Fmi) che ha messo in guardia da un rischio di “deragliamento economico” se il rialzo dovesse avvenire in maniera brusca e inaspettata, anche perché il Fmi intende tagliare le stime di crescita mondiale ad aprile quando è attesa la pubblicazione del nuovo World Economic Outlook.
IDEE DI INVESTIMENTO
I gestori sperano che le previsioni dei membri della Fed siano in linea a quelle del mercato, con un aumento dei tassi a giugno e a dicembre nel 2016. Se la Fed non dovesse essere cauta, il prezzo da pagare secondo i money manager è un ritorno della volatilità su tutte le asset class, con qualcuna che rischia di più. Più di tutti rischia il dollaro che potrebbe rafforzarsi mettendo ulteriormente sotto pressione l’azionario, gli utili delle industrie e le materie prime denominate in dollari, compromettendo la ripresa che nei fatti c’è.
La prova è l’inflazione americana che sale e il tasso di disoccupazione al 4,9%. Ma un eventuale rialzo ora rischia di indebolire il Paese alle prese con la corsa presidenziale più incerta degli ultimi anni con Donald Trump ormai candidato repubblicano certo che spaventa il Paese (Leggi qui l’approfondimento di Online Sim).
Secondo uno studio di T. Rowe Price dalla seconda guerra mondiale in poi, l’anno elettorale ha portato performance positive per l’S&P500 – l’indice che monitora le principali aziende americane – nel 75% dei casi. Per approfittare della ripresa accennata e della possibile spinta elettorale e puntare in America è meglio restare su un fondo con strategia value, la stessa che adotta Warren Buffett, basata su una rigorosa valutazione dei fondamentali dei titoli e sull’attesa di portare a casa un valore dell’azione superiore al prezzo dell’acquisto.
Ecco i migliori tre fondi per rendimento a 3 anni sul mercato (categoria Morningstar Azionari Large Cap Value):
- AXA Rosenberg US Defensive Equity Income Alpha Fund A ($) che rende il 17% a tre anni e ha in portafoglio bendi di consumo difensi (21%i, salute (18%) e settori ciclici (17%) come primi tre comparti, e ha come obiettivo quello di offrire una volatilità inferiore al mercato.
- Deutsche Invest II US Top Dividend FC che rende a tre anni il 16,5% e ha un portafoglio che punta su beni di consumo (22%, tecnologia (18%) salute (18%).
- M&G North American Value Fund Classe A che a tre anni rende il 16,4% e un portafoglio bilanciato che vede al primo posto la tecnologia (19%) seguita da finanza (18%) e salute (18%).
Note
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