Scopri quali sono i diversi Titoli di Stato italiani disponibili, le loro caratteristiche e i loro rendimenti per scegliere il più adatto a te.

Tipi di Titoli di Stato italiani

I Titoli di Stato italiani sono obbligazioni emesse dalla Repubblica Italiana attraverso il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) in collaborazione con la Banca d’Italia che si occupa del collocamento. L’obiettivo è finanziare le attività istituzionali e della pubblica amministrazione dello Stato. Sono tante le formule a disposizione degli investitori e possono essere suddivise in base alla durata, all’indicizzazione e alla modalità di pagamento degli interessi.

In particolare, in base al rendimento possiamo dividerli in tre categorie: Titoli di Stato Zero Coupon, Titoli di Stato a tasso variabile Titoli di Stato a tasso fisso. La tassazione per tutti è pari allo 12,5%.

Titoli di Stato Zero Coupon quali sono e quanto rendono

Sono obbligazioni che non staccano una cedola periodica. Il rendimento è pari alla differenza tra il prezzo d’acquisto e il valore di rimborso a scadenza. Le scadenze sono brevi (3-6-12-24 mesi). In generale, questi strumenti servono come alternativa alla liquidità in portafoglio ben diversificato. Vediamo quali sono gli strumenti a disposizione:

  • Buoni Ordinari del Tesoro (BOT). Sono le obbligazioni statali a breve termine per antonomasia. Le emissioni vanno da una scadenza minima di 3 mesi fino a un massimo di 12 mesi. Le emissioni hanno un calendario annuale fissato da MEF e i collocamenti solitamente sono alla metà del mese per i titoli con scadenze a 12 mese e a fine mese per i titoli con scadenza a 6 mesi. Le emissioni a 3 mesi hanno un calendario flessibile. Questa obbligazioni sono quotate sul mercato telematico delle obbligazioni e dei Titoli di Stato (MOT) di Borsa Italiana. Le ultime emissioni a giugno 2023 del BOT annuale hanno un rendimento netto del 3,011% in discesa rispetto all’asta di maggio 2023 che aveva un rendimento del 3,46%.
  • Certificati del Tesoro Zero Coupon (CTZ). Erano le obbligazioni senza cedola a durata più lunga dei BOT con scadenza pari a 24 mesi. Dal 2021 lo Stato italiano ha deciso di non emetterli più sostituendoli con il Buono Poliennale del Tesoro (BTP) a breve termine che ha una scadenza a 30 mesi. Il BTP a breve termine a differenza del CTZ paga una cedola periodica. L’ultima emissione collocata a giugno 2023 con scadenza 2025 ha un rendimento del 3,71%.

Titoli di Stato a tasso variabile quali sono e quanto rendono

Sono obbligazioni che hanno per definizione un rendimento che è calcolato a una data fissa (la scadenza) e varia in relazione al parametro di riferimento a cui l’obbligazione è collegata. Per esempio, l’obbligazione può essere collegata al tasso bancario Euribor, al valore dell’inflazione, al tasso di cambio di una valuta. Vediamo quali sono gli strumenti a disposizione:

  • Certificati di Credito del Tesoro (CCT). Sono obbligazioni con una durata di 7 anni e cedola semestrale. Il calcolo della cedola è dato dal rendimento annuale dei BOT a sei mesi registrato nell’asta precedente l’inizio godimento della cedola moltiplicato per 0,5. Sulla cedola incide anche lo scarto del prezzo di emissione. Queste obbligazioni sono quotate sul MOT.
  • Certificati di Credito del Tesoro (CCTeu). Sono obbligazioni che hanno una durata minima di 5 anni, ma solitamente durano 7 anni. La cedola semestrale è calcolata sul tasso Euribor 6 mesi maggiorato di uno spread e moltiplicato per il semestre di riferimento (183 giorni su 360). Come per i CCT, sulla remunerazione incide anche lo scarto d’emissione. Queste obbligazioni sono negoziate sul MOT.
  • Buoni del Tesoro Poliennali indicizzati all’Inflazione Europea (BTP€i). Sono obbligazioni a tasso variabile con scadenza a medio-lungo termine (5, 10, 15, 30 anni). Sono emessi alla fine di ogni mese e offrono una protezione contro l’aumento del livello dei prezzi in Europa. Il capitale rimborsato a scadenza e le cedole semestrali di questi titoli sono rivalutati in base all’andamento dell’inflazione europea, misurato dall’Indice Armonizzato dei Prezzi al Consumo nell’area dell’euro (IAPC) con esclusione del tabacco. Sono negoziati sul mercato MOT. All’asta di giugno 2023, il rendimento lordo complessivo del BTP€i con scadenza nel 2029 è stato fissato all’1,59%.
  • BTP Italia. Sono obbligazioni a tasso variabile con scadenza minima 4 anni. Offre una protezione contro l’aumento del livello dei prezzi in Italia. Il capitale e le cedole semestrali sono rivalutati in base all’andamento dell’inflazione italiana calcolate dall’indice ISTAT sui prezzi al consumo per famiglie di operai e impiegati (FOI). Le obbligazioni sono quotate sul MOT. L’ultima emissione lanciata a marzo 2023 con scadenza 5 anni ha un rendimento del 2% più adeguamento all’inflazione. Per chi tiene l’obbligazione fino a scadenza c’è un premio fedeltà pari allo 0,08%.
  • BTP Futura, partito nel 2021 con scadenza 2033 è stato il primo esperimento del Tesoro con emissioni riservate solo alle famiglie e non agli investitori istituzionali. Ha un tasso di cedole semestrali crescente nel tempo: il minimi garantito è dello allo 0,75% dal primo al quarto anno; all’1,25% dal quinto all’ottavo anno; all’1,70% dal nono al dodicesimo anno. Il rendimento lordo a scadenza è 4,27%. Per incentivare il possesso fino a scadenza c’è un premio fedeltà da aggiungere.
  • BTP Valore è l’ultimo strumento nato tra le emissioni a tasso variabile. Il BTP Valore è stato lanciato a giugno 2023 con scadenza a 4 anni ha la particolarità di avere cedole annuali crescenti che premiano chi tiene l’obbligazione fino a scadenza. Non c’è un tasso unico ma una progressione che va dal 3,25% per i primi due anni fino al 4% per il terzo e quarto anno a cui si aggiunge un premio fedeltà finale pari allo 0,5%. il BTP Valore è quotato sul MOT.

Titoli di Stato a tasso fisso quali sono e quanto rendono

Sono obbligazioni che hanno un rendimento fisso: le cedole a scadenza e il prezzo di rimborso sono determinati al momento dell’emissione. Vediamo quali sono gli strumenti a disposizione:

  • Buoni del Tesoro Poliennali (BTP). E’ l’obbligazione a tasso fisso per antonomasia con scadenze a medio-lungo termine (3, 5, 10, 15, 30 anni) e cedole semestrali a tasso fisso costante. Le obbligazioni a 3 anni sono emesse due volte al mese; a 5 e 10 anni sono emesse ogni mese; a 15 e 30 anni sono emesse a trimestre. Sono negoziate sul MOT. Il rendimento netto dei BPT va dal 3,50% per le scadenze più brevi (entro il 2030) fino al 4,90% per le scadenze più lunghe (dopo il 2040).
  • Buoni Poliennali del Tesoro sostenibili (BTP Green). Sono obbligazioni a tasso fisso di finanza sostenibile. Sono identici ai BTP nella forma ma cambia l’obiettivo della raccolta: finanziare la transizione ecologica dell’Italia su progetti specifici. Per esempio, gestione dei rifiuti riduzione delle emissioni di Co2, mobilità sostenibile. Le scadenze sono superiori a 10 anni, la cedola è semestrale. Il rendimento lordo è del 4% per la scadenza 2030 e del 4,5% per la scadenza 2045.

Come investire in Titoli di Stato italiani

Per acquistare i titoli di Stato italiani ci sono due modalità:

  • in asta, al momento dell’emissione sul mercato primario;
  • sul mercato secondario MOT dove sono scambiati quotidianamente.

In ogni caso, è necessario rivolgersi alla propria banca o a un intermediario finanziario abilitato. Il calendario annuale delle aste dei titoli di Stato è pubblicato sul sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze – Dipartimento del Tesoro. È possibile prenotare titoli almeno un giorno prima della data fissata per l’asta.

Per garantire gli investitori, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha fissato con decreto le norme per la trasparenza nel collocamento presso il pubblico dei titoli di Stato. Si tratta di 10 regole che banche e intermediari finanziari devono rispettare.

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Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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