Il report Stablecoins 2030 di Citigroup analizza come le stablecoin, le criptovalute ancorate a valute fiat, stiano guidando la nuova fase di adozione istituzionale della blockchain. Citigroup definisce il 2025 come il “momento ChatGPT della blockchain”: un punto di svolta in cui la tecnologia smette di essere sperimentale e inizia a integrarsi nel sistema finanziario globale.
L’emissione di stablecoin è già cresciuta del 40% nella prima metà del 2025, e il loro ruolo nell’economia digitale si fa sempre più centrale. Ma quanto può davvero espandersi questo mercato e quali sono le implicazioni per il sistema bancario e per gli investitori?
Quanto può crescere il mercato
Secondo Citigroup, l’emissione complessiva di stablecoin è salita da 200 a 280 miliardi di dollari nei primi sei mesi del 2025. Le previsioni sono state riviste al rialzo:
- 1,9 mila miliardi di dollari nello scenario base entro il 2030
- 4 mila miliardi di dollari nello scenario ottimistico
La crescita è alimentata da tre forze chiave:
- L’ecosistema cripto-native, che utilizza stablecoin per trading, finanza decentralizzata (DeFi) e tokenizzazione di asset.
- Le aziende digitali e l’e-commerce, che le impiegano per pagamenti più rapidi e regolamenti 24/7.
- La domanda internazionale di dollari digitali, soprattutto nei mercati emergenti dove la stabilità valutaria è più fragile.
Con una velocità di transazione stimata pari a 50 volte il valore in circolazione, Citigroup prevede che le stablecoin possano supportare fino a 100 mila miliardi di dollari di transazioni annue nel 2030.
Stablecoin e sistema bancario: come possono convivere
Il report chiarisce che le stablecoin non sostituiranno il sistema bancario, ma ne diventeranno un’estensione. Entro il 2030, si prevede la coesistenza di tre forme di denaro digitale:
- Stablecoin emesse da entità private
- Bank tokens, ovvero depositi tokenizzati
- Depositi digitali gestiti da istituti regolamentati
Questi strumenti si integreranno tra loro, con i bank token destinati, secondo l’analisi di Citigroup, a superare in volume le stablecoin grazie a una maggiore fiducia, trasparenza e conformità normativa.
La vera innovazione non sarà la disintermediazione delle banche, ma la loro trasformazione in nodi digitali di un sistema finanziario “always-on”, ovvero sempre disponibile, capace di regolamenti in tempo reale.
Scopri di più su cosa sono le stablecoin.
Cosa aspettarsi in futuro
Secondo l’analisi di Citigroup, dobbiamo immaginare un sistema finanziario 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, fondato su liquidità istantanea e regolamenti automatici.
Le implicazioni per le imprese sono enormi:
- pagamenti internazionali in tempo reale
- ottimizzazione del capitale circolante
- automazione dei flussi di tesoreria
Tuttavia, la crescita delle stablecoin dovrà affrontare sfide strutturali: frammentazione normativa, protezione della privacy, rischi di disintermediazione bancaria e governance delle riserve. Se gestite con equilibrio, queste sfide potrebbero però consolidare il ruolo globale del dollaro e favorire la convergenza tra finanza tradizionale e finanza decentralizzata.
Le opportunità per chi investe
La diffusione delle stablecoin rappresenta un passo evolutivo nella digitalizzazione della finanza, non una moda passeggera. Non si tratta di investire direttamente in stablecoin, ma di capire come influenzeranno il mercato dei capitali e i fondi che integrano tecnologie di pagamento e digital asset nei propri portafogli. Ecco alcune linee guida:
- Monitorare i fondi comuni tematici che investono in innovazione finanziaria, blockchain e infrastrutture digitali.
- Valutare la diversificazione geografica. L’asse dell’innovazione si sta spostando sempre di più in Asia e Medio Oriente che stanno emergendo come hub regolamentari per stablecoin e tokenizzazione.
- Osservare l’evoluzione regolamentare. Un quadro più chiaro favorirà la partecipazione istituzionale, con benefici indiretti per i fondi che operano nel fintech.
Le stablecoin non sono, ancora, un prodotto per l’investitore retail, ma il loro sviluppo può creare nuove opportunità nei fondi che cavalcano la digitalizzazione dei pagamenti e dei mercati finanziari.
IDEE DI INVESTIMENTO
Per investire sui trend del FinTech legati anche ai sistemi di pagamento ci sono prodotti azionari tematici che investono sui trend della finanza digitale che possono essere utilizzati in un portafoglio ben diversificato con un’ottica di lungo termine.
- Robeco Fintech Classe D EUR Eur Acc è un fondo azionario che investe a livello globale su società della finanza digitale promuovendo allo stesso tempo alcune caratteristiche ESG e integrando i rischi di sostenibilità nel processo di investimento. Partito nel 2017 il fondo rende a tre anni il 14,90% (dati Morningstar aggiornati a ottobre 2025). Tecnologia e finanza sono i settori prevalenti. Il 59% del portafoglio è investito in Usa.
- BGF FinTech Fund Classe E2 EUR Hedged Acc è un fondo azionario che investe a livello globale almeno il 70% del patrimonio su società la cui attività economica predominante comprende la ricerca, lo sviluppo, la produzione e/o la distribuzione di tecnologie utilizzate e applicate nei servizi finanziari. Partito nel 2018 il fondo rende a tre anni l’11,58% (dati Morningstar aggiornati a ottobre 2025). Finanza e tecnologia sono i settori prevalenti. Il 67% del portafoglio è investito in Usa.
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Note
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.
 
						 
			

 
					 
					 
					 
					 
					 
					
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