Ottobre è stato il peggior mese del 2023 sui mercati. Nel corso delle ultime settimane le banche centrali hanno messo uno stop al ciclo di rialzi dei tassi ufficiali, confermando i livelli già in essere, con le uniche eccezioni rappresentate dagli istituti di Australia e Russia – con lievi correzioni al rialzo – e Brasile, che invece diminuisce leggermente. Vediamo, in particolare, l’analisi di mercato e come ribilanciare i portafogli con i bond.
- Valute ferme. Tra le principali valute non si verificano particolari variazioni nei tassi di cambio. L’Euro avanza timidamente su Yen e Sterlina, mentre cede cinquanta punti base contro Franco svizzero. Sostanzialmente in parità il cambio con Dollaro e Yuan. Si segnalano inoltre le flessioni dello Shekel israeliano e della Corona norvegese.
- Materie prime protagoniste. Le commodities rivestono un ruolo di primo piano, con ampie variazioni: in vetta troviamo il gas naturale che si apprezza del 22%, ma anche caffè e cacao registrano rincari. L’oro avanza di quasi il 7%, seguito da altri metalli preziosi, mentre quelli ad uso industriale danno segni di cedimento.
- Azioni volatili. Tra i principali listini azionari, l’unico allungo degno di nota è quello di Mosca (+7%). Con un’estrema semplificazione, possiamo affermare che i listini Usa siano tra i più solidi, con flessioni di pochi punti percentuali, seguiti da Asia ed Europa.
Analisi di mercato: il risparmio gestito indietreggia
Per quanto concerne il mondo del risparmio gestito, gli indici rappresentativi di categorie azionarie a specializzazione geografica indietreggiano in media del 4,4%, e solo il 3% riesce ad ottenere un rendimento positivo: si tratta delle categorie esposte all’Europa Orientale e delle sue economie emergenti, tra le migliori anche per rendimento da inizio anno. Le società ad elevata capitalizzazione di borsa e quelle value reggono meglio alle flessioni del mercato. A chiudere la classifica è la Turchia, che lascia sul terreno oltre il 10%, ma solo dopo un trimestre in cui mette a segno il 44% di rendimento.
Anche i comparti a specificazione settoriale vivono un momento di profonda difficoltà: le perdite sfiorano mediamente il 5%. Qualche allungo, pur contenuto, è realizzato dai metalli preziosi e minerali, in qualità di bene rifugio, mentre ad avere la peggio, con perdite a doppia cifra, sono le energie alternative. I prodotti ESG contengono i ribassi.
Meno danneggiato è il quadro dei prodotti bond. Circa il 25% degli indici riesce ad avanzare, o, più correttamente, a non cedere. Piuttosto bene le emissioni in Franco Svizzero e degli emergenti europei (+1% circa). Complessivamente, a reggere sono prevalentemente i governativi dell’Eurozona, e la duration non sembra rivestire un ruolo particolarmente importante nel determinare la distribuzione dei rendimenti. Maggiormente penalizzati, invece, il debito Usa, gli elevati rendimenti ed i convertibili.
IDEE DI INVESTIMENTO
Nel ribilanciare i portafogli sono da tenere in considerazione alcuni fattori:
- la maggior parte degli operatori conviene che il percorso di normalizzazione dei tassi di interesse sia ormai concluso, e che ora rimanga solo di completare il quantitative tightening prima di ripensare a nuovi tagli dei tassi, al momento poco probabili dal momento che ancora non si vede una recessione vera e propria
- se al momento sui mercati non si intravedono segnali di ripresa, mancano anche ragioni per prevedere un proseguimento della correzione in corso
- è ancora un buon momento per selezionare con profitto dei bond di qualità
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NOTE
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