Il ruolo delle variabili ambientali e delle condizioni climatiche nel plasmare la salute umana è stato riconosciuto per secoli. Le malattie infettive, in particolare, possono essere sensibili alle condizioni climatiche attraverso i loro effetti sull’abbondanza di vettori come zanzare e zecche, sopravvivenza dei patogeni all’esterno dell’ospite, contaminazione ambientale ed esposizione a infezioni trasmesse dall’acqua, riduzione dell’immunità dell’ospite, interruzione dello stato di salute associato alla malnutrizione legata a siccità o alluvioni e interruzione dei sistemi sanitari a seguito di catastrofi quali alluvioni o uragani.
Di conseguenza, i mutamenti del clima, così come la variabilità quotidiana delle condizioni meteorologiche possono influire sul carico delle malattie infettive oggi e in futuro. E anche se a livello globale i singoli Paesi stanno cercando di trovare soluzioni che riescano a tenere sotto controllo le temperature, gli effetti dei cambiamenti climatici (inondazioni, l’aumento della siccità degli uragani e degli incendi) sono oggi più visibili rispetto al passato e, secondo i calcoli di Morgan Stanley Research, hanno provocato negli ultimi tre anni oltre 650 miliardi di danni economici a livello globale, pari allo 0,28% del PIL mondiale.

Cosa ci aspetta nel futuro lo immagina l’IPCC, il Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico che è il principale organismo internazionale per la valutazione dei cambiamenti climatici, secondo il quale nella migliore delle ipotesi più di 450 milioni di persone saranno maggiormente esposte a virus e malattie derivanti dai cambiamenti climatici entro il 2080. La diffusione di malattie infettive e tropicali è uno degli aspetti che guida il trend della sostenibilità legato al settore salute e vede le aziende biofarmaceutiche in prima fila. Al momento il mercato dei farmaci che combattono le malattie infettive vale circa 500 miliardi di dollari e la domanda di nuovi vaccini vale già 125 miliardi di dollari che potrebbero diventare oltre 200 miliardi di dollari, secondo i calcoli di Morgan Stanley, ipotizzando prezzi elevati per nuovi trattamenti più completi.

I cambiamenti climatici sono una delle minacce per la salute più urgenti al mondo secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) tanto da guadagnarsi un posto nel decalogo delle emergenze per la salute mondiale insieme con le epidemie di malattie prevenibili con il vaccino (morbillo e difterite), segnalazioni crescenti di agenti patogeni resistenti ai farmaci, tassi crescenti di obesità e inattività fisica e crisi umanitarie. Tanto che l’OMS e ONU hanno lavorato insieme per verificare gli impegni concreti che i governi stanno assumendo per affrontare i cambiamenti climatici e garantire e migliorare la salute e il benessere dei loro cittadini. Due di questi impegni sono stati sviluppati dall’Organizzazione mondiale della sanità e dai suoi partner.

  • Il primo è l’impegno a garantire che l’aria soddisfi gli standard di sicurezza dell’OMS entro il 2030 e ad allineare le politiche in materia di cambiamento climatico e inquinamento dell’aria. Molte delle stesse pratiche che portano al cambiamento climatico provocano anche un mortale inquinamento atmosferico.
  • Il secondo è quello di fornire risorse finanziarie per proteggere le persone dagli impatti dannosi per la salute dei cambiamenti climatici. Oggi, meno dello 0,5% dei finanziamenti internazionali per i cambiamenti climatici è destinato alla salute e i paesi più vulnerabili, in particolare i piccoli Stati in via di sviluppo delle isole, ne ricevono solo una parte. Ai Paesi viene chiesto di stanziare di più per proteggere le persone dalle devastazioni della crisi climatica.

Il finanziamento pubblico da parte di organismi internazionali e Paesi è uno dei temi centrali per lo sviluppo del mercato dei nuovi vaccini. La ragione? La sperimentazione di un nuovo farmaco è costoso e può richiedere anche fino a 20 anni di sperimentazione. Le nuove tecnologie di vaccinazione potrebbero potenzialmente accelerare il processo di sviluppo, ma è probabile che la fase di sviluppo clinico rimanga lunga. Per questo i governi globali hanno un compito gravoso da svolgere, stanziando budget per i programmi di vaccinazione nazionale e dando priorità al processo normativo per portare più rapidamente i vaccini sul mercato.

IDEE DI INVESTIMENTO

Secondo un report di Goldman Sach che analizza gli effetti del climate change anche sulla salute umana, le temperature più calde potrebbero far migrare i vettori di malattie dai tropici verso le regioni in cui le persone hanno meno difese immunitarie. Questo vale non solo per virus come la malaria e la dengue, ma anche per le malattie trasmesse dall’acqua e dagli alimenti. L’inquinamento atmosferico e l’aumento dell’ozono a livello del suolo potrebbero anche aumentare l’insorgenza di asma e malattie respiratorie. Sia per Goldman Sachs sia per Morgan Stanley questo trend sanitario è un’opportunità di investimento nel settore biofarmaceutico che vede aziende come Sanofi, GlaxoSmithKline e Merck & Co. in prima fila. Secondo un recente report di Pictet Asset Management il settore biotecnologico e biofarmaceutico hanno diversi punti di forza:

  • La tecnologia al servizio della biologia ha generato soluzioni innovative e finora impensabili, che potranno portare all’utilizzo di nanoparticelle d’oro per combattere efficacemente l’HIV, il papilloma virus o l’ebola e ad utilizzare molecole di clorofilla per massimizzare la raccolta di energia solare.
  • I farmaci tradizionali vengono sostituiti con nuovi biosimilari, ma non senza un’attentissima valutazione clinica. Dopo il balzo in avanti degli Stati Uniti, che nel 2017 hanno approvato la commercializzazione di 43 nuovi farmaci, si attende anche in Europa l’ingresso nel mercato di cure biotecnologiche contro patologie che spaziano dall’emicrania ai tumori, dai linfomi ad alcune tipologie di difetti genetici.

Per investire sulle aziende che combinano tecnologia e salute la scelta migliore è puntare su fondi specializzati nel settore farmaceutico e biotech che abbiano un alto contenuto di tecnologia (Categoria Morningstar Azionari settore Biotecnologia e Salute):

I migliori fondi che investono sulla biofarmaceutica

ProdottoRendimento YTDRendimento 3yPeso % Hitech in portafoglio
CS (Lux) Digital Health Equity A EUR13,65%---28,53%
AXAWF Fram Longevity Economy E Cap EUR11,45%2,74%2,98%
Wellington Global HlthC Eq D USD Acc Unh10,09%5,43%1,49%
BNP Paribas Health Care Innovators Classe Classic Eur Acc9,18%4,63%2,51%
Raiffeisen Azionario Healthcare (r)8,56%5,52%2,59%
GAM Multistock - Health Innovation Equity Classe E USD7,25%3,40%3,10%
JPM Global Healthcare T (acc) EUR6,49%5,74%1,70%
NN (L) Invest Health Care Classe X Eur4,30%6,81%2,09%
Nella tabella, i fondi del settore farmaceutico e biotech che hanno la maggior componente di tecnologia in portafoglio ordinati per rendimento da gennaio 2019. Dati in euro aggiornati al 3 ottobre 2019. Fonte: Morningstar Direct.

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Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

 

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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