Donald Trump è il 45° presidente degli Stati Uniti d’America. In questa lunga corsa presidenziale Usa 2016, Trump ha vinto praticamente da solo, circondato quasi esclusivamente dalla famiglia e dai suoi fedelissimi, quasi incredulo del plebiscito che Stato dopo Stato l’America gli ha tributato. Nemmeno i suoi compagni del partito Repubblicano lo hanno sostenuto nel rush finale contro Hillary Clinton, la grande sconfitta che nemmeno si è presentata ai suoi fan, ma ha chiamato il rivale di mesi di durissima campagna elettorale, per riconoscere la vittoria.
La sconfitta di Clinton è anche la sconfitta dei tanti sondaggi elettorali che la davano in testa e la vittoria della Rete e dei social media che per primi avevano segnalato la possibile vittoria di Trump. Tra questi, c’è anche un software che si chiama MogIA ed è basato su un sistema di intelligenza artificiale, che ha previsto la vittoria di Donald Trump dopo aver incrociato 20 milioni di informazioni prese da piattaforme pubbliche come Google, Facebook, Twitter e YouTube.
Salito alla presidenza Donald Trump ha detto che vuole essere il presidente di tutti, smorzando i toni di una campagna elettorale feroce. C’è da credere che adesso anche i repubblicani proveranno ora a ricompattarsi dietro al nuovo leader, cambiando in parte pelle. Perché ad attendere Trump c’è un Congresso amico: i Repubblicani hanno il controllo sia della Camera dei Rappresentanti sia del Senato. Non è un mistero che questo è lo scenario peggiore che i mercati avevano previsto. Spetterà proprio ai compagni di partito di Trump contenere gli eccessi no global e razzisti del tycoon che avevano spaventato i mercati fin dalle primarie.
Per gli analisti di Citigroup, la vittoria di Trump è la conferma che si potrebbe prolungare e forse esacerbare l’incertezza politica e provocare uno shock, anche se di breve durata, per i mercati finanziari. Così come era successo dopo Brexit, i mercati hanno reagito in maniera negativa alla notizia della presidenza, ma la volatilità è destinata ad essere assorbita nel medio periodo. Resta il rischio, secondo Citigroup, di un significativo rallentamento negli Stati Uniti, ma anche di uno stop della crescita globale almeno fino alla fine del 2017. La palla adesso passa a Janet Yellen, governatore della banca centrale americana (Fed), che ha rimandato a dicembre 2016 qualsiasi decisione sui tassi proprio in attesa del nome del nuovo presidente.
Adesso che il nome è quello di Donald Trump che ha il supporto parlamentare di tagliare le tasse e alzare i dazi doganali come promesso in campagna elettorale, gli analisti di Nomura ipotizzano che ci sarà un rialzo dell’inflazione che dovrebbe accelerare la stretta monetaria da parte della Fed. Ma è un’ipotesi. Un fatto, invece, è che la politica monetaria sui tassi diventerà un nodo centrale in questa presidenza che, in pratica, comincia a gennaio 2017. La strada presa da Yellen è quella di un rialzo graduale che dovrà fare i conti con il taglio delle tasse promesso e il budget federale, non proprio ai massimi.
Per questa ragione, secondo diversi analisti la Fed potrebbe cambiare idea e non alzare più i tassi. Secondo i sondaggi e le rilevazioni di Cme group che misura con il Fed watch le probabilità di manovra della banca centrale, monitorando l’andamento dei futures, le probabilità di un rialzo tra 0,25% e 0,50% per l’assemblea prevista il 14 dicembre 2016 sono pari al 23% mentre sale al 76,3% la probabilità che Yellen alzi i tassi dello 0,50%-0,75%.
IDEE DI INVESTIMENTO
Cosa cambia per chi investe? Non c’è dubbio che nel breve periodo aumenta il senso di incertezza legato a fattori politici. Una vittoria di Trump, in particolare, apre scenari nuovi nella relazioni internazionali, con effetti non facilmente prevedibili sulla performance delle asset class almeno nel breve. Questa eventualità è stata già scontata dai grandi investitori nello scenario post elezioni Usa 2016. Ecco come possono reagire i principali asset in portafoglio:
- AZIONI Aumenta l’incertezza e l’avversione al rischio. Difesa e infrastrutture sono i settori favoriti dai gestori in questo caso che, invece, hanno una visione negativa sul settore healthcare e positiva sulle energie rinnovabili. Anche in questo caso meglio restare sulle small cap americane. I mercati emergenti ne escono indeboliti tutti tranne la Russia a causa degli ottimi rapporti di Trump con Putin. A causa delle intenzioni di Trump e della loro prossimità agli USA, Messico e Cina saranno le nazioni più impattate a livello commerciale.
- OBBLIGAZIONI Un aumento iniziale di tassi a lungo termine delle obbligazioni statali americane, ma è atteso un calo nel lungo termine. Si attende una reazione negativa dei mercati del credito e una performance sotto la media dei corporate bond anche a causa di un debito obbligazionario americano ai massimi di sempre. Meglio restare sui corporate bond europei che sono stati favoriti dalla politica monetaria della Bce nel 2016.
- TASSI FED La partita è incerta: la Fed potrebbe non aumentare i tassi nella riunione di dicembre 2016. La Fed interromperebbe le misure monetarie restrittive a causa dell’impatto negativo sulla crescita.
- ORO Diventa il bene rifugio per eccellenza. Atteso un aumento significativo del prezzo che può avere un impatto su tutto il settore delle materie prime. Petrolio in discesa.
- DOLLARO Nel breve periodo è positivo per il dollaro nei confronti del peso messicano e del dollaro canadese. Negativo nei confronti delle principali valute.
Note
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.
Nessun commento