Per soddisfare la domanda dei consumatori, soprattutto della Generazione Z, i brand di moda si stanno convertendo alla vendita dell’usato. Si tratta del cosiddetto re-commerce ed è un trend dell’economia circolare del settore moda che va sempre di più verso un modello di produzione sostenibile.

Le strade sostenibili della moda sono tre:

  • Upcycling che dà nuova vita a tessuti e capi già esistenti. Si tratta di un trend già in atto da diversi anni che piace anche anche alle grandi firme della moda. Infatti consente di riutilizzare in maniera creativa materiali di pregio che altrimenti sarebbero buttati. In pratica, si utilizzano gli scarti di produzione.
  • Recycling utilizza i capi già esistenti riciclando i materiali attraverso un processo di trasformazione dei tessuti che può essere ripetuto tantissime volte. Questa pratica non è esente da emissioni di Co2 perché mette in moto un processo produttivo e i materiali riciclati nel tempo spesso perdono di qualità.
  • Re-commerce è la semplice vendita di moda di seconda mano. Sta facendo la fortuna di alcune App dedicate, per esempio Vinted, e sta entrando nel strategia dei brand anche del lusso. Di fatto è la moda pronta riciclata.

Il re-commerce è l’ultima tendenza e ha già conquistato marchi come Patagonia e Levi’s che consentono di rivendere, scambiare o acquistare vestiti usati. Le grandi firme come Gucci, Burberry e Stella McCartney collaborano con e-commerce focalizzati sul riuso.

Secondo un’analisi di Bloomberg, il mercato della moda usata vale già 36 miliardi di dollari e potrebbe pesare per il 27% nel guardaroba dei consumatori entro il 2023. Con la crescita del mercato globale della moda e degli accessori riciclati e usati, i marchi devono affrontare sfide per proteggere l’integrità del proprio marchio.

Moda sostenibile: la sfida dell’Unione Europea

L’industria della moda contribuisce in maniera consistente all’inquinamento del pianeta. Vediamo qualche numero secondo dati ONU:

  • L’industria tessile è responsabile del 10% delle emissioni globali di gas serra.
  • Dalla moda dipende il 20% dello spreco globale di acqua.
  • Solo l’1% dei capi di abbigliamento viene riciclato, mentre l’85% finisce in discarica. Solo in Europa si buttano circa 12 chili di vestiti a persona.

Per spingere le aziende del settore tessile verso buone pratiche di sostenibilità l’Unione Europea ha stabilito regole chiare: entro il 2030 qualsiasi capo di abbigliamento o tessuto presente sul mercato UE dovrà essere durevole, riparabile e riciclabile, anche grazie all’utilizzo di materie prime riciclate e prive di sostanze pericolose.

IDEE DI INVESTIMENTO

Per investire con un’ottica di lungo termine sui megatrend dell’economia circolare che abbraccia tanti settori della sostenibilità e delle materie prime ci sono fondi azionari tematici. Ecco dove investono i migliori fondi presenti sulla piattaforma di Online SIM.

  • Candriam Sustainable – Equity Circular Economy Classe C Usd è un azionario globale che investe in aziende che forniscono soluzioni per una transizione verso un’economia circolare per affrontare le principali sfide sostenibili, sulla base di una gestione discrezionale. Il fondo è partito nel 2020 e seleziona le aziende in base anche all’analisi proprietaria dei criteri ESG. Beni industriali e beni di consumo pesano per il 40% sul portafoglio, il mercato Usa è vale il 50%.
  • BlackRock Global Funds – Circular Economy Fund Classe E2 USD è un azionario globale che investe almeno l’80% del patrimonio totale in titoli azionari di società a livello globale che beneficiano o contribuiscono al progresso dell’economia circolare. Partito nel 2019, il fondo investe il 53% del portafoglio in beni industriali e beni di consumo. Il mercato Usa vale il 52%.
  • Robeco Capital Growth Funds Circular Economy Equities Classe D EUR Acc è un fondo azionario globale che investe in aziende che riducano il consumo complessivo di risorse limitate e prevengano la perdita di biodiversità. Partito nel 2020, investe in aziende che promuovono modelli di business efficienti sotto il profilo delle risorse per quanto riguarda la produzione e il consumo di beni, in linea con i principi dell’economia circolare. I beni industriali sono il primo settore in portafoglio con il 33%. Il mercato Usa è vale il 51%.
  • Decalia Circular Economy Classe A1 EUR Acc è un fondo azionario globale che investe in azioni che beneficeranno strutturalmente del passaggio da un’economia lineare a un’economia circolare, con un impatto positivo sull’ambiente grazie al loro modello di business. Partito nel 2019 ha come primo settore in portafoglio i beni industriali (24%). Il mercato Usa vale il 72%.

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Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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