La lotta contro l’obesità è diventata uno dei fronti più promettenti dell’innovazione farmaceutica e uno dei megatrend di investimento più forti del decennio. Non solo perché l’efficacia di questi farmaci ha acceso l’interesse dei mercati, ma anche perché, come sottolinea Morgan Stanley Research, il loro impatto positivo sulla salute pubblica può trasformarsi in un affare anche per gli Stati.
Nel 2024, il mercato dei farmaci anti-obesità ha generato 15 miliardi di dollari di fatturato globale e la crescita è destinata ad accelerare. Secondo l’ultimo aggiornamento del report Obesity Medication: The Broadening, infatti, questo settore potrebbe valere fino a 150 miliardi di dollari entro il 2035, ben oltre i 105 miliardi previsti in precedenza.
Un trend globale: il mercato si espande oltre gli USA
Fino a oggi, la crescita dell’adozione dei farmaci per l’obesità si è concentrata negli Stati Uniti, ma la nuova fase oggi è globale. L’Europa è in forte ascesa e anche l’Asia, con mercati come Cina e Giappone, si prepara a un’accelerazione. Morgan Stanley stima che circa l’11% della popolazione mondiale idonea (pari a 1,3 miliardi di persone) potrebbe assumere questi farmaci nei prossimi anni: il 20% negli USA e il 10% nel resto del mondo. A oggi, siamo solo al 3% negli Stati Uniti e all’1% altrove. C’è quindi un margine di crescita enorme.
Cinque fattori che accelerano il mercato
A guidare questa rivoluzione sono cinque forze trainanti:
- Maggiore capacità produttiva. Superati i colli di bottiglia, le case farmaceutiche stanno investendo massicciamente per aumentare la produzione.
- Benefici clinici trasversali. Questi farmaci non solo aiutano a perdere peso, ma mostrano efficacia anche su malattie cardiovascolari, renali, apnea notturna, Alzheimer e persino tumori.
- Estensione della copertura assicurativa. Più applicazioni terapeutiche significano più rimborsi. Anche il sistema Medicare negli USA si sta adattando.
- Forme orali in arrivo. Pillole più facili da assumere rispetto agli attuali iniettabili potrebbero ampliare la platea dei pazienti.
- Nuovi meccanismi di somministrazione. Dosaggi mensili o più diradati favoriranno l’adozione su larga scala.
Le strategie delle Big Pharma
La concorrenza è serrata e punta sempre di più sull’online. Novo Nordisk ed Eli Lilly si contendono la leadership globale, spingendo sull’innovazione e sulla distribuzione diretta. Negli USA, Novo Nordisk ha lanciato la piattaforma NovoCare, che vende Wegovy a 499 dollari al mese, un terzo del prezzo di listino, per intercettare anche i pazienti senza assicurazione sanitaria.
Eli Lilly ha risposto con LillyDirect, e soprattutto con Mounjaro (tirzepatide), un farmaco che, secondo uno studio pubblicato su JAMA Internal Medicine, è ancora più efficace di Wegovy e Ozempic.
Il caso europeo: grande potenziale ma regolamentazioni più rigide
In Europa, Wegovy è stato approvato dall’EMA nel 2022, ma è disponibile solo in farmacia e soggetto a monitoraggio aggiuntivo. In Italia, è venduto solo su prescrizione e non è rimborsato, perché l’obesità non è ancora considerata una patologia che dà diritto al rimborso. Nel frattempo, la domanda cresce più rapidamente dell’offerta. L’AIFA ha contingentato la distribuzione di Ozempic per evitare abusi, ma Wegovy è tornato disponibile in dosaggi regolari.
Il modello britannico: combattere l’obesità per rilanciare l’economia
Nel Regno Unito, il governo guidato da Keir Starmer ha stretto una partnership con Eli Lilly per distribuire Mounjaro attraverso il sistema sanitario nazionale. Obiettivo: ridurre l’obesità e aumentare la produttività dei cittadini disoccupati, che spesso vivono condizioni di obesità legate alla povertà alimentare.
Il piano prevede una sperimentazione quinquennale su 3.000 pazienti, con un investimento di 365 milioni di dollari da parte di Eli Lilly. La strategia evidenzia un cambio di paradigma: curare l’obesità non è solo una questione sanitaria, ma anche economica e sociale.
IDEE DI INVESTIMENTO
I farmaci anti-obesità stanno ridefinendo i confini della sanità pubblica, dell’industria farmaceutica e dell’economia. Sono un investimento in salute ma anche in crescita economica, come dimostra l’interesse degli Stati e dei fondi comuni di investimento.
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Note
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