Il conto alla rovescia verso l’apertura della Conferenza internazionale sul clima di Parigi (COP21) è ormai cominciato. Dal 30 novembre alll’11 dicembre il mondo si incontra nella capitale francese per cercare di fare un passo avanti trovando una soluzione migliore a quella del Protocollo di Kyoto e contenere il riscaldamento del pianeta entro i 2 gradi centigradi. Ma i rischi legati al cambiamento climatico sono anche di natura economica e finanziaria. C’è, infatti, una crescente consapevolezza da parte degli investitori dei rischi economici legati al cambiamento climatico: il rischio climatico diventa, quindi, un rischio finanziario.

Per questo chi investe deve tenerne conto. La finanza ha scoperto da tempo il clima come tema di investimento e in vista di COP21 le grandi società di gestione hanno preso una posizione decisa nella direzione della difesa dell’ambiente, per favorire un’economia sulla traiettoria dei “2 gradi centigradi”, perché prendere una decisione sbagliata può mettere a rischio il portafoglio anche degli investitori istituzionali.

I grandi investitori ne parlano e agiscono: ne è un esempio la Portfolio Decarbonization Coalition, coalizione istituita dall’ONU e da alcuni investitori influenti – tra i quali la società di asset management Amundi – per “decarbo-nizzare” i portafogli dei principali detentori di asset. La coalizione si è data recentemente l’impegno di decarbonizzare 60 miliardi di dollari dei loro portafogli.

Sensibilizzare i risparmiatori a questo investimento è compito delle società di gestione. “La transizione energetica può avere successo solo se vengono mobilitati i risparmi degli investitori privati” ha detto Philippe Zaouati, Head of Mirova, società di gestione dedicata agli investimenti responsabili. “Il successo della COP21, quindi, dipende anche dalla capacità delle società di asset management di proporre soluzioni che sappiano rispondere alle sfide del cambiamento climatico, offrendo al contempo i rendimenti attesi dagli investitori”.

Sul tema Mirova ha preparato Investire in un’economia low-carbon, una guida per gli investitori “Co2 consapevoli” che offre un’analisi dettagliata delle sfide legate al cambiamento climatico e illustra agli investitori varie metodologie per misurare efficacemente le loro emissioni di anidride carbonica. Una di queste strategie è quella che Mirova ha sviluppato in collaborazione con Carbone 4, il principale specialista nelle strategie legate alle emissioni, per misurare le emissioni di anidride carbonica di un portafoglio di investimento. Tale strumento permette di analizzare il contributo di una società alla riduzione delle emissioni globali di gas serra (GGE).

Gli analisti di BlackRock, la più grande società di investimento del mondo con oltre 4300 miliardi di patrimonio in gestione, in vista di Parigi hanno realizzato lo studio Il prezzo del cambiamento climatico, che mette in guardia sulle ripercussioni del summit francese sia in termini politici, sia economici. La ragione? Le decisioni che saranno prese nel corso della COP21, soprattutto sul fronte normativo, saranno driver del rendimento.

IDEE DI INVESTIMENTO

Cina, America, India, Russia e Giappone sono i Paesi responsabili di emettere il maggior numero di emissioni inquinanti nell’atmosfera. Saranno quindi i più sollecitate nella riduzione dopo Parigi, ma questo non vuole dire che questi luoghi soffriranno di più in termini economici. Come non è detto che il settore petrolifero sia il più penalizzato. Anzi, secondo BlackRock, le energie rinnovabili non saranno subito profittevoli dal momento che impiegheranno qualche decennio prima di imporsi come fonte energetica prevalente.

Nella ricerca di vincitori e vinti c’è dunque da tenere presente un “medio periodo” e un “lungo periodo” per questo il mestiere degli asset manager, da sempre abituati a costruire portafoglio in base alla durata, diventa cruciale per guidare anche i privati in questa transizione.
Ma come si fa a misurare l’economia e a investire in un’ottica “meno carbone”? Questo è un esercizio che le società di gestione del risparmio sono abituate a fare nella costruzione del portafoglio dei fondi che puntano tutto sul cambiamento climatico (Online Sim ha analizzato qui i migliori fondi che investono sul clima)

NUOVI INDICI LOW CARBON PER I GESTORI

Sulla strada dell’investimento Co2 compatibile si moltiplicano gli strumenti a disposizione dei gestori per investire tra questi ci sono i nuovi indici Low Carbon per individuare i migliori titoli sul mercato per costruire prodotti decarbonizzati che rappresentano una soluzione per coprire a basso costo il rischio finanziario legato al cambiamento climatico sul lungo termine. Ecco come funzionano questi indici:

  • Morgan Stanley Capital Index (MSCI) è tra i principali provider di indici e in collaborazione con l’asset manager Amundi e due importanti fondi pensione europei, ha creato 2 indici Low Carbon, ossia decarbonizzati: MSCI Low Carbon Leaders World e Europe. Questo approccio di investimento innovativo, che intende limitare l’esposizione del portafoglio al rischio di emissioni di anidride carbonica conservando al contempo la performance relativa agli indici di riferimento, è stato lanciato a novembre 2014 nel fondo pensione FFR, che è stato premiato come il Miglior Fondo Pensione Pubblico in Francia.
  • La metodologia degli indici MSCI Low Carbon Leaders ha l’obiettivo di ridurre di almeno il 50% il livello di emissioni di anidride carbonica attuali e future rispetto agli indici di riferimento. Questi indici quindi escludono il 20% delle azioni delle società più inquinanti dell’indice generico, ossia quelle che emettono più anidride carbonica, con un massimo del 30% per ogni settore dell’indice stesso; i più grandi detentori di riserve di combustibili fossili.

Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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