Il punto di svolta sul clima è arrivato con il G7 che il premier tedesco Angela Merkel ha voluto in Baviera, ad Elamu. All’incontro che si è tenuto tra i 7 Paesi più industrializzati del mondo, grande assente l’ottavo, la Russia di Putin, è stato raggiunto un accordo sul clima che non era per niente scontato.

L’obiettivo? Contenere il surriscaldamento terrestre e arrivare al vertice di Parigi, che è previsto nelle prime due settimane di dicembre 2015, con una linea condivisa per sedersi intorno al tavolo con 190 nazioni nel tentativo di firmare, dopo oltre 20 anni, un accordo davvero vincolante sul clima.

Tanti i punti chiave dell’intesa raggiunta in Baviera, i principali sono:

  1. Contenere l’aumento della temperatura del pianeta entro i 2 gradi rispetto ai livelli preindustriali.
  2. Ridurre dal 40% al 70% entro il 2050 le emissioni dei gas serra rispetto a quelle del 2010.
  3. Decarbonizzare entro la fine secolo.

Su questi impegni persino Greenpeace ha dovuto applaudire: “Sul clima, il G7 ha raggiunto dei risultati”, si legge in una nota. Se lo dice chi lo ha seguito dall’altra metà del campo, la cancelliera di ferro può inserire questo summit fra i personali successi politici. Anche perché si è imposta su Giappone e Canada.

Il G7 ha confermato anche l’impegno finanziario: 100 miliardi all’anno a partire dal 2020 di fondi, pubblici e privati, per sostenere le iniziative di contrasto ai cambiamenti climatici nei Paesi più poveri. In vista dell’atteso accordo globale sul clima, che dovrebbe vedere la luce alla COP21 di Parigi, i Paesi G7 hanno ribadito l’impegno a sostenere una serie di iniziative per una più ampia diffusione delle energie rinnovabili nei paesi in via di sviluppo, in particolare in Africa.

IDEE DI INVESTIMENTO

Per chi investe in un’ottica di lungo periodo, dopo Elamu e in vista di Parigi, il miglioramento del clima e l’impegno dei Paesi del G7 a ridurre l’inquinamento abbattendo le emissioni diventa un tema ancora più convincente da mettere in portafoglio.

Sul mercato sono molti i prodotti, soprattutto azionari internazionali, che hanno come strategia di investimento l’acquisto di titoli di società che conducono attività legate al cambiamento climatico. Con un’avvertenza: il periodo minimo consigliato per questi fondi è di almeno 5 anni. Ecco, secondo dati Morningstar, cosa hanno in portafoglio i migliori gestori per rendimento a un anno.

  • Pictet – Environmental Megatrend Selection-r Eur macrotendenze di Pictet, Gabriel Micheli e Luciano Dianache che gestiscono il fondo, un azionario altre specializzazioni, hanno come obiettivo individuare macrotemi guida nelle scelte dei titoli nei settori: Agricoltura, Energia Pulita, Legname e Risorse Idriche. Ciascuno dei quattro temi presenta una ponderazione di portafoglio strategicamente ripartita. Attualmente, un terzo è investito in Risorse Idriche, un terzo in Energia Pulita, un sesto in Legname e, infine, un sesto in Agricoltura. A un anno il fondo rende il 23,91%.
  • Mirova Global Climate Change classe R Euro Acc ha proprio l’obiettivo di investire in società che contribuiscono a ridurre le emissioni dei gas serra e si adattano alle conseguenze delle variazioni climatiche. Il fondo è un azionario internazionale denominato in euro, ma ne esiste anche una versione in dollari, e a un anno rende il 20,38%. Beni industriali (36,2%), Beni di consumo (23,2%) e Materie prime (12%) sono i principali settori nel portafoglio di Clotilde Basselier, che gestisce il fondo. America (47,7%) ed Europa area euro (22,2%) sono i due mercati di riferimento.
  • Parvest Global Environment Classe N Hubert Aarts, gestore del fondo che a un anno rende il 17,11% investe allmeno due terzi del patrimonio in titoli azionari o equivalenti di società di qualsiasi paese che svolgono una parte significativa delle proprie attività sui mercati ambientali (per esempio energie alternative, risparmio energetico) e che rispettano i principi di responsabilità sociale, ambientale e corporate governance dettati dal Global Compact delle Nazioni Unite. L’America pesa per il 46% sul totale del portafoglio. I settori preferiti sono: Beni industriali (43%), Servizi di pubblica utilità (19%), Beni di consumo (12%).
  • Nordea 1 – Climate And Environment Equity Classe E Eur (acc) Thomas Sørensen, gestore del fondo, non investe solo in azioni ma anche in altri titoli correlati ad azioni, emessi da società che si prevede beneficeranno, direttamente o indirettamente, dell’evoluzione delle problematiche ambientali, tra cui i cambiamenti climatici. Per questa ragione è classificato come azionario altre specializzazioni. Il fondo è in euro e ad un anno rende il 17%. America (53,3%) ed Europa area euro (23,6%) sono i mercati di riferimento, mentre Beni industriali (39%), Tecnologia (27%) e Beni di consumo (13%) sono i settori più presenti.
  • Hsbc Gif Global Equity Climate Change Classe E a un anno rende il 16,6%. Il fondo è un azionario internazionale denominato in dollari e ha come primo mercato di investimento l’America (48% del portafoglio). Il gestore è Angus Parker che preferisce acquistare società del settore tecnologia (26% del portafoglio), finanza (19%) e salute (14%).
  • Schroder Global Climate Change Equity – Eur Hedge Classe B Sono due i gestori di questo fondo azionario altre specializzazioni, Simon Webber e Ben Wicks, e sono a caccia in tutto il mondo di titoli di società che vogliono contenere o limitare l’effetto delle variazioni climatiche globali. Nell’ultimo anno ha reso solo lo 0,09%. Beni di consumo (27%), Tecnologia (23%) e Beni industriali (21%) e sono i primi tre settori in portafoglio. L’America con il 48% è il mercato di riferimento.

Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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