Se c’è un mercato che può far decollare le vendite mondiali di auto elettriche quel mercato è l’India. Già oggi nel Paese circolano quasi 5.000 veicoli elettrici secondo l’Agenzia Internazionale dell’energia (AIE) su circa 3 milioni di auto che sono state vendute in India nell’ultimo anno, secondo i dati della Società dei costruttori automobilistici indiani. Numeri piccoli se si pensa che il governo di Narendra Modi ha in programma un piano che prevede di vendere e far circolare solo automobili elettriche entro il 2030, inseguendo una politica che finora solo la Norvegia – dove il 70% delle auto circolanti è verde – è stata n grado di praticare.

Il progetto indiano, secondo i calcoli dell’AIE comporterebbe che le scorte di auto elettriche mondiali si moltiplicassero di otto volte rispetto a quelle attuali: l’India, infatti, avrebbe bisogno di vendere più di 10 milioni di automobili elettriche nel 2030. Un numero da capogiro se si pensa che ora tali veicoli sono 1,3 milioni sulla strada mondiale, e un dato che sarebbe comunque pari al 10% dell’obiettivo 2030 per i veicoli elettrici concordato a livello mondiale negli accordi sul clima di Parigi.

Non c’è dubbio che con questo piano l’India si candidi ad essere tra i leader mondiali nella distribuzione di una tecnologia che porterà a ridimensionare le importazioni di petrolio, abbassare l’inquinamento nelle città, tagliare il 64% del fabbisogno energetico atteso nel 2030, riducendo del 37% le emissioni di CO2.

India e auto elettriche: via a un piano di incentivi in stile California

L’economia in rapida espansione dell’India e la crescente urbanizzazione sono due elementi chiave della crescita energetica mondiale nei prossimi decenni e il progetto pro auto elettriche denominato Transformative Mobility Solutions for India è il tassello chiave per la svolta. Il piano è stato formulato in collaborazione con il Rocky Mountain Institute e prevede una strategia in tre fasi che coprono almeno 15 anni. Sul piatto c’è l’incentivazione della mobilità elettrica con un sistema di sconti e agevolazioni per l’acquisto di nuove auto ad alta efficienza, finanziato dalla tassazione dei modelli meno green.

Il piano prevede anche l’introduzione del sistema che ha avuto successo in California. Si tratta del cosiddetto programma Vehicle Zero Emission Vehicle (ZEV) – il programma comprende veicoli ibridi plug-in, a batteria elettrica, a celle combustibili a idrogeno – per cui i produttori di automobili e camion elettrici in California e in 9 stati sulla costa orientale (Connecticut, Maine, Maryland, Massachusetts, New Jersey, New York, Oregon, Rhode Island , e Vermont) hanno accumulato crediti ZEV sono basati sulle vendite e devono essere mantenuti nel tempo: il requisito del credito è del 4,5% nel 2018, e deve salire al 22% nel 2025.

In pratica, con il programma ZEV si chiede ai produttori di investire in tecnologie pulite, e per dare una spinta in più ai veicoli a batteria elettrica è previsto che un piano di incentivi fiscali mirati in modo che questa tipologia di veicolo diventi la più redditizia per i costruttori e la più conveniente per i consumatori. Per fare ciò l’India spingerà sulle energie rinnovabili, con un occhio di riguardo al solare, ed è prevista anche l’istituzione di un consorzio per la produzione di batterie, componenti e piattaforme comuni, a beneficio dei fornitori locali. Secondo il Transformative Mobility Solutions for India, la nuova industria di accumulatori dovrebbe produrre 250 megawattora di celle nel 2018, per arrivare a un gigawattora nel 2020.

IDEE DI INVESTIMENTO

Le ambizioni verdi dell’India sono recenti. Il Governo ha cominciato a incentivare le auto elettriche e ibride dal 2015 con l’obiettivo di arrivare ad almeno 7 milioni di unità circolanti entro il 2020. Ora l’ambizione del ministro dell’Energia Piyush Goyal è di fare dell’India un mercato in cui entro il 2030 non si arrivi a vietare la vendita di auto a benzina o diesel. Per arrivare all’obiettivo, il Governo deve spingere sul miglioramento delle infrastrutture attraverso la costruzione di più punti di ricarica e deve sperare che i costi dei veicoli elettrici si abbassino.

Al momento il mercato dei veicoli elettrici in India è fatto da pochi produttori come Mahindra & Mahindra, Volvo, BMW e Toyota. La più economica è la e20Plus di Mahindra che costa quasi 10 mila dollari, mentre l’auto più economica a benzina può essere acquistata per circa un terzo a Nuova Dheli. La svolta energetica verde dell’India arriva a pochi mesi dalla demonetizzazione, altra svolta decisa dal Governo Modi. «L’India ha ancora molta strada da fare, ma la demonetizzazione ha sicuramente ridotto l’uso del contante comprimendo 3-4 anni di sviluppo economico in 3-4 mesi e, con la registrazione digitale di un sempre maggior numero di transazioni, ha anche dato un colpo all’evasione fiscale», ha detto Venkatesh Sanjeevi, Senior Investment Manager di Pictet. «Il tentativo di riforma e di moralizzazione di Modi è destinato a dare i suoi frutti nel lungo periodo».

Per investire sulla rinascita economica e la svolta green dell’India, sul mercato italiano esistono fondi azionari specializzati sulla Borsa indiana (Categoria: Azionari India):

  • Nomura Funds Ireland plc India Equity Fund Class A Euro rende il 28,3% da gennaio al 15 maggio 2017 (+29,2% a tre anni) ed è gestito da Vipul Mehta. Il fondo investe prevalentemente nei settori della finanza e dei beni di consumo acquistando società indiane o quotate in India di qualsiasi dimensione.
    Nomura Funds Ireland plc India Equity Fund Class A Euro rende il 28,3% da gennaio al 15 maggio 2017 (+29,2% a tre anni). Fonte: Morningstar.
    Nomura Funds Ireland plc India Equity Fund Class A Euro rende il 28,3% da gennaio al 15 maggio 2017 (+29,2% a tre anni). Fonte: Morningstar.

     

  • AB SICAV I India Growth Portfolio Classe A rende il 25,3% da gennaio al 15 maggio 2017 (+23,5% a tre anni) ed è gestito da Laurent Saltiel e Sergey Davalchenko. Il fondo è denominato in dollari e i gestori hanno finanza e beni di consumu come primi settori in portafoglio. Il 100% del portafoglio è investito in India.
    AB SICAV I India Growth Portfolio Classe A rende il 25,3% da gennaio al 15 maggio 2017 (+23,5% a tre anni). Fonte: Morningstar.
    AB SICAV I India Growth Portfolio Classe A rende il 25,3% da gennaio al 15 maggio 2017 (+23,5% a tre anni). Fonte: Morningstar.

     

  • Goldman Sachs India Equity Portfolio Classe E rende il 23,6% da gennaio al 15 maggio 2017 (+26,3% a tre anni) ed è gestito da Prashant Khemka che investe prevalentemente in finanza e materie prime.

    Goldman Sachs India Equity Portfolio Classe E rende il 23,6% da gennaio al 15 maggio 2017 (+26,3% a tre anni). Fonte: Morningstar.
    Goldman Sachs India Equity Portfolio Classe E rende il 23,6% da gennaio al 15 maggio 2017 (+26,3% a tre anni). Fonte: Morningstar.

 

Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

 

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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