La disoccupazione americana è scesa al 4,4% raggiungendo il punto minimo degli ultimi 10 anni. In pratica, è come il Paese avesse fatto un salto indietro alla prima crisi finanziaria. Lo stile growth rimane meglio dello stile value. L’economia torna a macinare posti di lavoro, questo rafforza la volontà della confermare la volontà della Banca centrale americana (FED) di procedere con altri due aumenti dei tassi quest’anno, con il primo in arrivo a giugno. Accanto a questo clima di ritrovata fiducia e di ripresa del ciclo economico c’è la riforma delle tasse voluta da Donald Trump, alla quale il governo lavora per un’approvazione il prima possibile. L’iniezione di fiducia del via libera della Camera al provvedimento che abolisce e sostituisce l’Obamacare potrebbe accelerare un’affondo sulle imposte.
Il cambio di marcia sul fronte macroeconomico chiama una riflessione sul portafoglio di investimento. In una fase di mercato come questa, ad essere favoriti sono i titoli ciclici (banche, industria, materie prime) ma quale stile è meglio adottare? La sottoperformance dello stile value rispetto al growth è in atto da diversi anni e dato il movimento reflazionistico in atto sull’economia i margini di recupero per il value, che privilegia la qualità rispetto alla crescita, sono tanti. E il programma di politica economica di Trump potrebbe dare una spinta in questa direzione. Per i gestori, però, il sorpasso del value sul growth in America non è dietro l’angolo anche perché le valutazioni azionarie scontano già buona parte la ricetta economica di Trump.
IDEE DI INVESTIMENTO
Quale stile è meglio privilegiare se si investe sul mercato americano? Secondo l’analisi di Columbia Threadneedle Investments, la rotazione verso le società sensibili al clima economico e in corso da mesi nei portafogli dei gestori. «L’annuncio della politica economica di Trump dovrebbe sostenere uleriormente i titoli value», ha detto William Davies, Responsabile Azioni Globali di Columbia Threadneedle Investments. «Tuttavia, giudichiamo eccessive le aspettative attuali, come pure le valutazioni dei titoli value o con storie di ripresa. Questa porzione del mercato potrebbe beneficiare di un ulteriore margine di rialzo, ma perché ciò accada l’attuazione delle politiche dovrà essere impeccabile. Riteniamo che la crescita, benché positiva, potrebbe ancora deludere, pertanto le prospettive per le società growth o di qualità meno dipendenti da un’accelerazione dell’espansione economica possono migliorare».
Di fatto, il mercato ha già cominciato a distinguere tra le aziende dotate di fondamentali in grado di giustificare continui rialzi e quelle prive di tali supporti. In tale contesto, i titoli growth e di qualità hanno registrato solidi risultati nella prima parte del 2017 e per Davies le cose non dovrebbero cambiare a breve.
Note
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