Non c’è solo la messa in liquidazione di Evergrande, il secondo gruppo immobiliare cinese per vendite che ad agosto 2023 ha presentato istanza di fallimento dopo due anni di crisi e un debito di oltre 300 miliardi di dollari, che agita il Governo cinese. Il Paese guidato da Xi Jinping sta mettendo in campo tutte le misure possibili per sostenere l’economia e il mercato cinese. Vediamo come la Cina ha preparato un piano di difesa.

Le manovre della Cina per sostenere il mercato

La prima e principale paura del Governo cinese è che la liquidazione del colosso immobiliare, ormai agonizzante, scateni una fuga di capitali stranieri come mai è accaduto nella storia recente del Paese.

  • Un piano da 278 miliardi. Secondo quanto anticipato da Bloomberg, la Cina ha preparato un piano da 278 miliardi di dollari per sostenere la liquidità del mercato e attutire il contraccolpo di Evergrande dopo il 2023 nero per la Borsa (l’indice CSI 300 ha per l’11,8% e l’indice Hang Seng è sceso del 14%). Il piano sarà finanziato smobilitando i fondi offshore detenuti dalle aziende statali e dagli enti locali. Il mercato ha reagito positivamente solo all’ipotesi del lancio del piano con la borsa di Hong Kong che è salita di un 3%.
  • Il lancio di nuovi derivati sugli indici. L’ipotesi di un’iniezione di liquidità sul mercato cinese, arriva dopo che a inizio 2024 sono stati lanciati alcuni nuovi prodotti derivati legati a indici cinesi più rappresentativi (CSI 500 e CSI 1000) molto rischiosi e riservati solo agli investitori istituzionali. Presenti sul mercato dal 2021, questi derivati hanno avuto un grande seguito anche poco trasparenti e rischiosi. Ora la Cina sta cercando di regolamentarli: per esempio, le società di gestione di fondi possono investire in questi prodotti fino al 25% del loro patrimonio totale.

Cina: preoccupano PIL e demografia

Al World Economic Forum 2024 a Davos, il primo ministro cinese Li Qiang ha sfruttato i riflettori di un appuntamento globale per comunicare la crescita del Prodotto interno lordo (PIL) cinese che nel 2023 è cresciuto del 5,2% e contro il 3% del 2022, ma mai così in basso dagli anni ’90. Non a caso il governo cinese ha da tempo messo in campo manovre a sostegno dell’economia.

  • Le manovre per stimolare la domanda. Ricostruire la fiducia e stimolare la domanda sono gli obiettivi del Governo cinese. Nel terzo trimestre 2023 è stata annunciata la possibilità di aumentare il disavanzo di bilancio dal 3% al 3,8% del Prodotto interno lordo (PIL).
  • Le misure a favore delle imprese straniere. Per assicurarsi gli investimenti delle imprese straniere, in particolare americane ed europee, a novembre 2023 il governo cinese ha aperto ad una maggiore protezione della proprietà intellettuale delle aziende straniere. L’obiettivo è riguadagnare la fiducia delle imprese che non prendevano più in considerazione il Paese per regole rigide o poco trasparenti e un’economia in rallentamento.
  • Il peso della demografia. Sul rallentamento dell’economia cinese pesa un calo di produttività legato all’andamento demografico. Il saldo demografico cinese è negativo dal 2022 e questo indica che è cominciato un trend difficilmente reversibile. Si tratta di un problema strutturale che ha un impatto diretto sulla produttività del Paese. Secondo dati ONU, la popolazione cinese è destinata a dimezzarsi dagli 1,4 miliardi di persone del 2023 a 750 milioni entro la fine del secolo.

IDEE DI INVESTIMENTO

Il presidente Xi Jinping è al potere da ormai 10 anni e ha portato il Paese ad aprirsi e a integrarsi con il mercato globale. Le priorità oggi sono la sicurezza della Cina e la conquista di una leadership globale in tema di intelligenza artificiale, ma il boom economico è finito. Vediamo quali sono le implicazioni per il mercato obbligazionario e per il mercato azionario secondo l’analisi di Pictet Asset Management e Alliance Bernstein.

Obbligazioni sostenute da una politica monetaria accomodante

La Banca centrale cinese (People’s Bank of China) è all’opposto di quella dei Paesi sviluppati (FED, BCE) e l’obiettivo è mantenere tassi bassi per contrastare la crisi immobiliare. L’inflazione in Cina è vicina allo zero e non preoccupa. A beneficiare di questa politica monetaria sono le obbligazioni corporate investment grade cinesi, ma i rendimenti resteranno bassi e stabili.

Azioni meglio value e sostenute dagli utili

Il rischio sul mercato azionario cinese resta alto e occorre cautela. Bisogna guardare oltre la crisi del settore immobiliare e puntare sulle possibilità di crescita nei settori dell’innovazione, consumi e servizi. Le valutazioni azionari cinesi ora davvero convenienti e le attese di crescita degli utili societari sono del 16% contro il 9% in media per i mercati azionari globali.

Il P/E dell’indice Hang Seng rispetto allo S&P 500 è ai minimi da dieci anni, con un valore inferiore a dieci volte. Ripresa degli utili e basse valutazioni sono interessanti per gli investitori che vogliono prendere un’esposizione alle azioni cinesi di valore, allineate alla politica governativa, in un’ottica di lungo termine.

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Note

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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