Il mercato globale dell’auto elettrica sta entrando in una fase di divergenza strutturale. Secondo l’analisi di BCG Consulting Group, Stati Uniti, Europa e Cina non si muovono più allineati verso l’elettrificazione: politiche pubbliche, investimenti industriali e condizioni di domanda stanno prendendo direzioni diverse. Questa frattura, già evidente nei dati 2024-2025, definisce lo scenario competitivo che gli investitori troveranno nel 2026, con importanti implicazioni su filiere produttive, costi, margini e strategie industriali.
La posizione della Cina sull’auto elettrica
La Cina consolida una leadership difficilmente contendibile. Nel 2025, le vendite interne di auto con la spina sono state 1,5 volte la somma delle vendite del resto del mondo, sostenute da una combinazione di economie di scala, verticalizzazione delle batterie e una filiera locale completa, dalla raffinazione dei materiali critici al software di bordo.
Tre elementi spiegano il vantaggio competitivo:
- Prezzi più bassi grazie a supply chain integrate e massima efficienza produttiva.
- Qualità e tecnologia in forte crescita, con innovazioni rapide in batterie, connettività, AI e piattaforme modulari.
- Riduzione dei tempi di sviluppo: i marchi cinesi lanciano nuovi modelli molto più velocemente rispetto ai concorrenti occidentali.
Il risultato è un’offerta che combina costo competitivo, performance elevate e rapidità di aggiornamento, rendendo i brand cinesi sempre più attrattivi anche sui mercati esteri. Il 2026 vedrà un’ulteriore espansione internazionale, basata non solo su esportazioni ma su partnership locali e nuovi impianti produttivi in Europa, Sud-Est asiatico e Medio Oriente per mitigare l’impatto dei dazi e radicarsi nelle filiere regionali.
La strategia dell’Europa
L’Europa rimane l’area più avanzata sul piano climatico e regolatorio – dai target Fit-for-55 alla spinta verso lo zero emission al 2035 – ma vive una fase di incertezza. Nel 2024-2025 la domanda EV è cresciuta meno del previsto: la rimozione degli incentivi in Paesi chiave, i costi elevati delle batterie e la rete di ricarica disomogenea hanno frenato la corsa. L’industria europea, pur forte nel segmento premium, fatica a competere con la pressione dei costi e del ritmo innovativo cinese, soprattutto nelle fasce entry-level e mid-range.
Punti chiave del quadro europeo:
- Gap competitivo sulle batterie: servono investimenti enormi in gigafactory e supply chain locali.
- Infrastruttura di ricarica disomogenea, con un forte divario Nord-Sud.
- Pressione sulle case auto, che devono migliorare performance e costi dei modelli elettrici per restare allineate ai target ambientali.
- Crescente presenza dei costruttori cinesi, particolarmente nella fascia entry-level, dove la sensibilità al prezzo è maggiore.
Per restare competitiva nel 2026, l’Europa avrà bisogno di un mix più equilibrato di incentivi intelligenti, protezioni mirate e partnership pubblico-private lungo l’intera filiera, dalle materie prime al software di gestione del veicolo.
Auto elettrica e la corsa degli Stati Uniti
Negli Stati Uniti, l’Inflation Reduction Act ha rilanciato gli investimenti domestici in batterie e componenti, creando un forte stimolo industriale. Tuttavia, nel 2025 la domanda ha rallentato e il mercato mostra un divario crescente tra modelli premium e mass market.
Oggi il mercato USA si caratterizza per:
- Crescita moderata dei BEV, dopo anni di forti incentivi.
- Sovraofferta di modelli premium, mentre i veicoli sotto i 45.000 dollari restano insufficienti, rallentando l’adozione di massa.
- Puntata strategica sui SUV elettrici ad alto margine, che però non permette al mercato di scalare rapidamente.
- Costi elevati della supply chain e infrastruttura di ricarica ancora insufficiente.
La competizione non riguarda più solo il design dei modelli, ma l’intero sistema industriale: materie prime, batterie, software e AI di bordo, piattaforme modulari, resilienza delle filiere e riduzione dei costi operativi. Nel 2026 gli Stati Uniti continueranno a muoversi in una direzione ibrida, con i full hybrid in forte crescita e i BEV che avanzano a ritmo meno aggressivo rispetto a Cina ed Europa.
IDEE DI INVESTIMENTO
Per gli investitori in fondi comuni, il 2026 porta un panorama complesso ma ricco di nuove traiettorie:
- Guardare alla filiera, non solo ai costruttori: batterie, materiali critici, semiconduttori, software automotive.
- Monitorare la leadership cinese, soprattutto nei segmenti batterie, componentistica EV e piattaforme.
- Valutare i player europei con forti partnership industriali e roadmap credibili sull’efficienza produttiva.
- Considerare il mercato USA per la crescita delle tecnologie ibride e delle infrastrutture energetiche.
- Diversificazione geografica: la divergenza dei tre blocchi suggerisce strategie multi-area.
- Attenzione ai trend di regolazione, che influenzano domanda, incentivi e margini.
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