La locomotiva d’Europa sta vivendo il suo anno orribile. In Germania, dopo l’ingresso in recessione tecnica da fine 2023, il livello di stress per le aziende è il più alto dal 2020. Questo secondo le stime sul PIL da uno studio, condotto dallo studio legale Weil, Gotshal & Manges, che aggrega i dati di oltre 3.750 aziende europee quotate.

Le stime del PIL della Germania sono state appena riviste al ribasso, ma i salari crescono di più rispetto al resto d’Europa e questo potrebbe indurre la Banca centrale europea (BCE) a rallentare le manovre sul taglio dei tassi prevista a giugno 2024 secondo il consensus degli analisti di Bloomberg.

Segnali incoraggianti in Eurozona

In questo scenario, il dato in salita dell’indice Pmi di aprile sull’andamento del settore privato nell’Eurozona fa ben sperare perché la Germania sta cominciando a dare segni di ripartenza.

In particolare:

  • La Germania riparte. I dati dell’indice PMI S&P Global, che sonda gli umori dei responsabili degli acquisti, è aumentato a 51,4 ad aprile 2024, quasi un punto in più rispetto alle attese degli economisti e sopra il livello di 50 che è un segnale di economia in ripresa. La Germania è stata al di sopra di tale soglia chiave per la prima volta da giugno 2023, sfidando gli analisti che si aspettavano un dato inferiore alla media.
  • Manifattura ancora in crisi. A trainare la ripresa tedesca, in particolare, è stato il settore dei servizi, mentre continua la contrazione del settore manifatturiero, anche se a un ritmo più lento rispetto al mese precedente. La recessione, secondo l’analisi della Bundesbank, sarebbe scongiurata e la produzione industriale sarebbe in ripresa così come le esportazioni e l’edilizia.
  • Crescita attesa in aumento. La ripartenza della Germania e il buon risultato della Francia potrebbe portare a una crescita dell’Eurozona dello 0,3% nel primo trimestre 2024. La ripresa dell’industria dell’Eurozona è però troppo debole per sostenere il PIL trimestrale.

Resta il nodo dei salari

Lo slancio di Germania e Francia è stato accompagnato da una pressione maggiore sui prezzi e questa resta una fonte di preoccupazione per la BCE sulla strada del taglio dei tassi.

La ragione? La pressione è più evidente proprio sul settore dei servizi, dove l’aumento dei salari sta giocando un ruolo più importante. In particolare:

  • Stipendi più alti in Germania. A pesare su questi aumenti non c’è solo il comparto dei servizi, ma anche il settore pubblico. Questo potrebbe portare anche gli altri Paesi europei a negoziare stipendi più alti.
  • Salari e tassi. In salari sono un dato chiave per la BCE sulla strada del taglio dei tassi. La riduzione di giugno non sembra essere in discussione ed è attesa dall’80% degli analisti. Ma le politiche salariali tedesche potrebbero indurre la BCE ad essere prudente e dopo il taglio atteso di giugno prendersi una pausa lunga.

IDEE DI INVESTIMENTO

In questo scenario è bene rivalutare la propria asset allocation sempre restando coerenti con gli obiettivi e la durata dell’investimento.

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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