Investire nelle borse asiatiche? Scopri l’andamento dei mercati finanziari asiatici e le previsioni di crescita per il 2023.

Quali sono le principali borse asiatiche

In un portafoglio ben diversificato è sempre bene avere un’esposizione geografica su diverse Borse. In questo senso, l’Asia è cresciuta di importanza nel portafoglio degli italiani, anche se rappresenta ancora una nicchia di investimento. Investire in Asia vuol dire puntare su una delle regioni economiche più dinamiche al mondo. Le borse asiatiche sono le più rilevanti nell’ambito dei mercati emergenti.

In particolare le più importanti per capitalizzazione sono:

  • Shanghai. Lo Shanghai Stock Exchange (SSE) è il listino asiatico e cinese principale. Partito nel 1990 ha una capitalizzazione di 6.500 miliardi di dollari a fine 2022 ed è la seconda Borsa a livello globale dopo le americane New York Stock Exchange (NYSE) e Nasdaq. A Shanghai ci sono due classi di azioni quotate: le azioni A, che riguardano aziende quotate in yuan disponibili solo per investimenti esteri attraverso un programma qualificato noto come QFII; le azioni B, quotate in dollari e sono aperte a investimenti esteri. L’indice benchmark di riferimento è il CSI 300 (+141% da gennaio a maggio 2023) che è progettato per replicare la performance dei primi 300 titoli quotati alla Borsa di Shanghai e alla Borsa di Shenzhen, la seconda Borsa cinese che ha una capitalizzazione decisamente più contenuta.
  • Tokyo. Il Tokyo Stock Exchange (TSE) ha una storia centenaria: è nata nel 1878. Il mercato azionario del Giappone è il quinto per capitalizzazione a livello globale con 5.400 miliardi di dollari a fine 2022, dopo i mercati americani, la Cina ed Euronext. L’indice di riferimento della Borsa di Tokyo è il NIKKEI 225 (+13,3% da gennaio a maggio 2023) che racchiude l’andamento delle 225 aziende più capitalizzate quotate a Tokyo. I settori più rappresentati sono automotive, farmaceutico, finanza e industria.
  • Hong Kong. L’Hong Kong Stock Exchange (HKSE) nato nel 1891 e rinominato nel 1914 ha una capitalizzazione di 4.200 miliardi di dollari (il 65% della sua capitalizzazione corrisponde a 40 società quotate). L’indice di riferimento è l’Hang Seng (-2,28% da gennaio a maggio 2023) in cui entrano aziende con il volume più alto si scambi e quotate da almeno 2 anni.
  • Mumbai. Il National Stock Exchange of India (NSE) è il mercato azionario indiano che è in ascesa rispetto alle Borse asiatiche. Fondata nel 1992 è la terza per importanza in Asia e ha una capitalizzazione di 3.140 miliardi di dollari a fine 2022. L’indice di riferimento è il NIFTY 50 (-0,62% da gennaio a maggio 2023) che racchiude l’andamento medio ponderato dei 50 titoli più grandi della Borsa di Mumbai.

Il principale indice di riferimento utilizzato dai gestori di fondi per investire in Asia è l’indice Morgan Stanley Capital Index Asia (MSCI ASIA) che racchiude l’andamento delle grandi e medie imprese dei paesi asiatici di mercati considerato sviluppati (Hong Kong, Giappone e Singapore) ed emergenti (Cina, India, Indonesia, Corea, Malesia, Filippine, Taiwan e Tailandia).

Le previsioni di crescita dei mercati asiatici

Nonostante i venti di recessione sull’economica dei mercati sviluppati, i mercati asiatici sono una buona occasione di investimenti nel 2023. Vediamo perché secondo le analisi di Pimco e Pictet Asset Management:

  • Cina motore dell’Asia. La riapertura della Cina dopo il lockdown è stata più rapida del previsto e ha dato impulso all’economia globale e a quelle locali, in particolare alla Thailandia, dipendente dal turismo, e alla Malesia, dipendente dalla crescita cinese. Lo scenario di base per il 2023 prevede una crescita annuale del PIL cinese superiore al 5%, grazie alla domanda dei consumatori, in aumento rispetto al 3% del 2022.
  • Utili societari trainano l’Asia. Nel 2023 l’andamento degli utili societari rimarrà per lo più piatto in tutto il mondo, con l’eccezione dei mercati emergenti e, soprattutto, della Cina. Gli utili dei mercati asiatici hanno il potenziale per superare le previsioni degli analisti. Nel 2023 gli utili dei mercati emergenti saliranno anche un po’ più del 10%, contrariamente al consensus di mercato, che li vede piatti, rispetto a una crescita di appena il 2% per le azioni dei mercati sviluppati.
  • Dinamica inversa per crescita e inflazione. Le economie asiatiche si trovano in una fase più avanzata del ciclo di politica a contrasto dell’inflazione e, in alcuni casi, hanno già ricominciato a fornire stimoli. Dopo la pandemia, l’Asia emergente ha avuto una ripresa più lenta rispetto al resto del mondo e non ha sperimentato grandi pressioni inflazionistiche dovute alla domanda. Nel 2023 questa divergenza nelle dinamiche tra crescita e inflazione continuerà, ma all’inverso.
  • Occasione di diversificazione value. L’Asia rappresenta un’occasione di diversificazione di portafoglio azionario su titoli value, ovvero con un forte potenziale inespresso in base alla valutazione attuale.

Come investire nei mercati asiatici nel 2023

Per investire sui mercati asiatici occorre un’attenta diversificazione e una rigorosa gestione del rischio. Queste due condizioni sono fondamentali per gli investitori che intendono inserire in portafoglio i mercati azionari delle Tigri asiatiche (Hong Kong, Singapore, Corea del Sud e Taiwan) e delle potenze globali come Giappone e Cina.

La strada migliore è quella di dei fondi di investimento mercati emergenti che guardano a Cina e India e ai principali Paesi emergenti asiatici.

I migliori fondi mercati emergenti che investono in Asia e Pacifico

Ecco dove hanno investito i migliori fondi mercati emergenti che investono in Asia (Categoria Morningstar Azionari Emergenti e Asia Pacifico) presenti sulla piattaforma di Online SIM.

  • Acomea Asia Pacifico A1 è un fondo azionario Pacifico che investe prevalentemente ne mercato asiatico. Partito nel 2000 ha un rendimento del 12,55% a tre anni (dati Morningstar aggiornati a maggio 2023). Investe il 67% del portafoglio in Giappone, il 14,75% in Asia emergente e l’11% in Asia Paesi sviluppati. Tecnologia, beni di consumo e beni industriali sono i settori più pesanti.
  • RAM (Lux) Systematic Funds – Emerging Markets Equities Classe F è un fondo azionario denominato in dollari specializzato nei mercati emergenti che investe prevalentemente nel mercato asiatico. Lanciato nel 2009, ha un rendimento dell’11,61% a tre anni (dati Morningstar aggiornati a maggio 2023). Finanza e tecnologia sono i primi settori in portafoglio. L’Asia emergente vale il 33% mentre l’Asia Paesi sviluppati il 37%.
  • Lemanik Sicav Asian Opportunity Cap Retail Eur è un fondo azionario Pacifico che investe almeno due terzi del proprio patrimonio netto in titoli di debito e azioni emesse da emittenti o società con sede in un paese asiatico (Estremo Oriente e Medio Oriente). Partito nel 1994 ha un rendimento del 10,40% a tre anni (dati Morningstar aggiornati a maggio 2023). Investe il 54% del portafoglio in Giappone, il 27% in Asia emergente e il 17% in Asia Paesi sviluppati. Beni industriali e tecnologia, sono i settori più pesanti.
  • FF – Pacific Fund – A – USD è un fondo azionario Pacifico che investe principalmente in Giappone e, in misura minore, nell´Asia sud-orientale ed in Australia. Partito nel 1994 ha un rendimento del 6,43% a tre anni (dati Morningstar aggiornati a maggio 2023). Investe il 32% del portafoglio in Giappone, il 34% in Asia emergente e il 19% in Asia Paesi sviluppati. Tecnologia, beni di consumo e finanza sono i settori più pesanti.
  • Carmignac Emergents Classe A Eur Acc è un fondo azionario mercati emergenti che investe nei paesi emergenti in Asia, America Latina, Europa dell’Est, Medio Oriente ed Africa. Mette in portafoglio una selezione di titoli di società dei paesi con uno spiccato potenziale di sviluppo. Lanciato nel 1997, ha un rendimento del 5,97% a tre anni (dati Morningstar aggiornati a maggio 2023). Beni di consumo e tecnologia sono i primi settori in portafoglio. L’Asia emergente vale il 49% mentre l’Asia Paesi sviluppati il 31%.

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Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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