Scopri l’andamento dei mercati finanziari asiatici e le previsioni di crescita per il 2024. I migliori consigli per investire nelle borse asiatiche.

Quali sono le principali borse asiatiche

In un portafoglio ben diversificato è sempre bene avere un’esposizione geografica su diverse Borse. In questo senso, l’Asia è cresciuta di importanza nel portafoglio degli italiani, anche se rappresenta ancora una nicchia di investimento. Investire in Asia vuol dire puntare su una delle regioni economiche più dinamiche al mondo. Le borse asiatiche sono le più rilevanti nell’ambito dei mercati emergenti.

In particolare le più importanti per capitalizzazione sono:

  • Shanghai. Lo Shanghai Stock Exchange (SSE) è il listino asiatico e cinese principale. Partito nel 1990 ha una capitalizzazione di 6.500 miliardi di dollari a fine 2022 ed è la seconda Borsa a livello globale dopo le americane New York Stock Exchange (NYSE) e Nasdaq. A Shanghai ci sono due classi di azioni quotate: le azioni A, che riguardano aziende quotate in yuan disponibili solo per investimenti esteri attraverso un programma qualificato noto come QFII; le azioni B, quotate in dollari e sono aperte a investimenti esteri. L’indice benchmark di riferimento è il CSI 300 (+141% da gennaio a maggio 2023) che è progettato per replicare la performance dei primi 300 titoli quotati alla Borsa di Shanghai e alla Borsa di Shenzhen, la seconda Borsa cinese che ha una capitalizzazione decisamente più contenuta.
  • Tokyo. Il Tokyo Stock Exchange (TSE) ha una storia centenaria: è nata nel 1878. Il mercato azionario del Giappone è il quinto per capitalizzazione a livello globale con 5.400 miliardi di dollari a fine 2022, dopo i mercati americani, la Cina ed Euronext. L’indice di riferimento della Borsa di Tokyo è il NIKKEI 225 (+13,3% da gennaio a maggio 2023) che racchiude l’andamento delle 225 aziende più capitalizzate quotate a Tokyo. I settori più rappresentati sono automotive, farmaceutico, finanza e industria.
  • Hong Kong. L’Hong Kong Stock Exchange (HKSE) nato nel 1891 e rinominato nel 1914 ha una capitalizzazione di 4.200 miliardi di dollari (il 65% della sua capitalizzazione corrisponde a 40 società quotate). L’indice di riferimento è l’Hang Seng (-2,28% da gennaio a maggio 2023) in cui entrano aziende con il volume più alto si scambi e quotate da almeno 2 anni.
  • Mumbai. Il National Stock Exchange of India (NSE) è il mercato azionario indiano che è in ascesa rispetto alle Borse asiatiche. Fondata nel 1992 è la terza per importanza in Asia e ha una capitalizzazione di 3.140 miliardi di dollari a fine 2022. L’indice di riferimento è il NIFTY 50 (-0,62% da gennaio a maggio 2023) che racchiude l’andamento medio ponderato dei 50 titoli più grandi della Borsa di Mumbai.

Il principale indice di riferimento utilizzato dai gestori di fondi per investire in Asia è l’indice Morgan Stanley Capital Index Asia (MSCI ASIA) che racchiude l’andamento delle grandi e medie imprese dei paesi asiatici di mercati considerato sviluppati (Hong Kong, Giappone e Singapore) ed emergenti (Cina, India, Indonesia, Corea, Malesia, Filippine, Taiwan e Tailandia).

Le previsioni di crescita dei mercati asiatici

L’Asia non è stata immune alle sfide poste all’economia globale: dall’inflazione, alla guerra in Ucraina fino all’escalation dei conflitti in Medio Oriente. Nel corso nell’ultimo anno, quasi tutte le asset class della regione hanno arrancato, mentre queste forze pesavano sul sentiment degli investitori. Ma ci sono diversi motivi per essere ottimisti nel 2024. Vediamo perché secondo l’analisi di Amundi:

  • India motore della crescita. L’India sta emergendo come una nuova potenza con prospettive economiche promettenti grazie a una forte domanda interna e a investimenti sostenuti (crescita del 6,0% nel 2024 e del 5,2% nel 2025).
  • Cina rallenta, ma non si ferma. La Cina soffre per il rallentamento ciclico dovuto alla debolezza della domanda globale. Le misure di stimolo fiscale non riusciranno a invertire il trend di rallentamento della crescita (3,9% nel 2024 e 3,4% nel 2025), ma il Paese è comunque al centro delle catene di approvvigionamento globale e vuole giocare un ruolo di primo piano nella nascente economia dell’Intelligenza artificiale.
  • Sale la richiesta di materia prime. I paesi al centro di nuove rotte di approvvigionamento in Asia o ricchi di risorse naturali in America Latina dovrebbero essere favoriti.
  • Utili societari trainanti. L’azionario dei mercati emergenti dovrebbe beneficiare di un rimbalzo degli utili, in particolare in Asia. Nel corso del 2024, dovremo osservare le storie di lungo periodo in India e nei Paesi confinanti, i vincitori della transizione energetica tra gli esportatori di materie prime in Brasile) e di progressi tecnologici con la Cina in testa.
  • Occasione di diversificazione value. L’Asia rappresenta un’occasione di diversificazione di portafoglio azionario su titoli value, ovvero con un forte potenziale inespresso in base alla valutazione attuale.

La debolezza della Cina sui mercati

Il rallentamento della Cina sui mercati si deve a diversi fattori che hanno tutti una connotazione macroeconomica. Vediamo quali sono i principali:

  • Rallenta il Prodotto interno lordo (PIL). Secondo l’analisi del Fondo monetario internazionale (FMI) si può restare ottimisti nel breve termine. Nel 2023 l’economia cinese è cresciuta del 6,3% (contro il 7,3% atteso dagli economisti), ma il calo ci sarà nel medio termine e sarà graduale arrivando a una crescita di circa il 3,5% entro il 2028 a causa di una produttività più debole e dell’invecchiamento della popolazione. La via di uscita? Politiche macroeconomiche e fiscali di sostegno. La stima del FMI per il PIL 04 cinese è del 5,4%.
  • La crisi immobiliare. Il crollo nel 2023 del settore immobiliare cinese, che era cominciato con il fallimento di Evergrande nel 2021 ha creato una bolla che difficilmente si assorbirà nel breve termine. Il settore vale circa un quarto dell’attività economica cinese e il mattone è una parte rilevante della ricchezza delle famiglie. Secondo dato Bloomberg, il valore degli immobili ad uso abitazione potrebbe scender fino al 16% del PIL cinese entro il 2026, contro l’attuale 20%. A rischio c’è la ricchezza di circa 5 milioni di cinesi, con serie ripercussioni su disoccupazione e reddito pro capite.
  • Il calo demografico. Il tempo della Cina Paese popoloso è terminato. Con l’introduzione della “politica del figlio unico”, il tasso di natalità è sceso costantemente e ora è di 6,7 figli per ogni mille persone. Al calo di natalità si deve aggiungere l’invecchiamento della popolazione: questa miscela ha provocato una diminuzione della popolazione in età lavorativa e quindi la difficoltà per le imprese a trovare manodopera, con un conseguente calo della produttività.

Come investire nei mercati asiatici nel 2024

Per investire sui mercati asiatici occorre un’attenta diversificazione e una rigorosa gestione del rischio. Queste due condizioni sono fondamentali per gli investitori che intendono inserire in portafoglio i mercati azionari delle Tigri asiatiche (Hong Kong, Singapore, Corea del Sud e Taiwan) e delle potenze globali come Giappone, India e Cina.

La strada migliore è quella di dei fondi di investimento mercati emergenti che guardano a Cina e India e ai principali Paesi emergenti asiatici.

I migliori fondi mercati emergenti che investono in Asia e Pacifico

Ecco dove hanno investito i migliori fondi mercati emergenti che investono in Asia (Categoria Morningstar Azionari Emergenti e Asia Pacifico) presenti sulla piattaforma di Online SIM.

  • Acomea Asia Pacifico A1 è un fondo azionario Pacifico che investe prevalentemente ne mercato asiatico. Partito nel 2000 ha un rendimento del 6,36% a cinque anni (dati Morningstar aggiornati a gennaio 2024). Investe il 67% del portafoglio in Giappone, il 14% in Asia emergente e l’12% in Asia Paesi sviluppati. Tecnologia, beni di consumo e beni industriali sono i settori più pesanti.
  • RAM (Lux) Systematic Funds – Emerging Markets Equities Classe F è un fondo azionario denominato in dollari specializzato nei mercati emergenti che investe prevalentemente nel mercato asiatico. Lanciato nel 2009, ha un rendimento del 6,16% a cinque anni (dati Morningstar aggiornati a gennaio 2024). Investe il 37% in Asia emergente e il 35% in Asia Paesi sviluppati. Tecnologia e finanza sono i settori più pesanti.
  • Carmignac Emergents Classe A Eur Acc è un fondo azionario mercati emergenti che investe nei paesi emergenti in Asia, America Latina, Europa dell’Est, Medio Oriente ed Africa. Mette in portafoglio una selezione di titoli di società dei paesi con uno spiccato potenziale di sviluppo. Lanciato nel 1997, ha un rendimento del 5,77% a cinque anni (dati Morningstar aggiornati a gennaio 2024). Beni di consumo ciclici e tecnologia sono i primi settori in portafoglio. L’Asia emergente vale il 46% mentre l’Asia Paesi sviluppati il 31%.
  • FF – Pacific Fund – A – USD è un fondo azionario Pacifico che investe principalmente in Giappone e, in misura minore, nell´Asia sud-orientale ed in Australia. Partito nel 1994 ha un rendimento del 2,53% a cinque anni (dati Morningstar aggiornati a gennaio 2024). Investe il 32% del portafoglio in Giappone, il 34% in Asia emergente e il 19% in Asia Paesi sviluppati. Tecnologia, beni di consumo e finanza sono i settori più pesanti.
  • Lemanik Sicav Asian Opportunity Cap Retail Eur è un fondo azionario Pacifico che investe almeno due terzi del proprio patrimonio netto in titoli di debito e azioni emesse da emittenti o società con sede in un paese asiatico (Estremo Oriente e Medio Oriente). Partito nel 1994 ha un rendimento dell’1,67% a cinque anni (dati Morningstar aggiornati a gennaio 2024). Investe il 40% in Asia emergente, il 38% in Giappone e il 19% in Asia Paesi sviluppati. Tecnologia e beni di consumo sono i settori più pesanti.

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Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

*Articolo pubblicato originariamente a maggio 2023 e sottoposto a successive revisioni e aggiornamenti.

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