Il 2023, appena agli inizi, ci sta regalando una moltitudine di colpi di scena. Gennaio 2023 si è rivelato indubbiamente positivo, con allunghi consistenti e diffusi, e soprattutto con rapporti di forza opposti rispetto a quanto siamo ci siamo abituati a vedere nel corso del 2022.
In particolare:
- Variazioni record sono registrate dalle commodities, in parziale controtendenza con l’anno da poco concluso. È infatti il legname a dominare, allungando del 35% da inizio anno, dopo aver però lasciato sul terreno il 66% nel corso del 2022. Stagno, zinco e rame – altre materie prime che lo scarso anno hanno registrato perdite a doppia cifra – corrono alle prime posizioni della classifica con performance tra il 10 ed il 20%. In grave ritracciamento invece metalli preziosi (ad eccezione dell’oro) e soprattutto il gas naturale, che cede fino al 40%.
- Dei principali listini azionari mondiali, oltre l’80% è in attivo con un rendimento medio del 5%: i risultati migliori in valuta sono messi a segno dai mercati europei – in particolare dai Paesi mediterranei – con punte oltre il 10% (FTSE Mib +11% ytd). Bene anche Hong Kong. Colpisce invece trovare come fanalino di coda l’indice turco, a -7.5%, dopo una lunga sequenza, quasi ininterrotta, di corposi allunghi. Inoltre, tra le poche piazze in contrazione – ma non lontane dalla parità – troviamo perlopiù le borse minori asiatiche.
- Sul piano valutario, invece, non si segnalano congiunture particolari. Le variazioni mensili sono di entità ridotta rispetto agli standard di medio periodo: l’Euro si rafforza rispetto a Franco svizzero e Dollaro Usa di poco più di un punto percentuale, mentre cede, ancor meno, contro Yen, Sterlina e Yuan.
Analisi di mercato: il rimbalzo fa bene ai rendimenti dei fondi
Anche dalle classifiche costruite sul mondo del risparmio gestito emerge un momento particolarmente positivo per i mercati.
- La quasi totalità dei comparti azionari a specializzazione geografica è in crescita, capitanate dall’equity cinese (+13%). Sui mercati asiatici non si individuano dinamiche particolari legate alla dimensione societaria o al potenziale di crescita, mentre in Europa spiccano le overperformance delle società value e ad elevata capitalizzazione di borsa. Le poche categorie focalizzate sui mercati emergenti europei scivolano in fondo, ma comunque con variazioni positive.
- Come spesso accade nei periodi di rally, le categorie a specificazione settoriale risultano tutte in attivo. Anomala è però la distribuzione delle performance, che premia contemporaneamente le materie prime e chimiche ad uso industriale, i metalli preziosi ed i settori ad elevato contenuto tecnologico.
- Grandi soddisfazioni arrivano anche dalla componente obbligazionaria di portafoglio: oltre il 90% delle asset class varia positivamente ed in media del 2%. Il riflesso delle dinamiche valutarie è importante, ma non necessariamente decisivo: è infatti la duration il principale driver, con le scadenze lunghe che battono quelle più corte in misura determinante. Anche l’esposizione ad asset convertibili o high yield contribuisce in modo significativo ai migliori ritorni.
Analisi di mercato: come gestire il rimbalzo di gennaio
L’espansione di queste settimane può essere letta in ottiche diverse, forse complementari. È da sottolineare come i crolli pesanti dello scorso anno e i portafogli scarichi siano terreno fertile per acquisti dettati in parte dall’emotività ed in parte dati macro lievemente più rassicuranti.
- L’atteggiamento rigoroso delle Banche centrali non appare infatti particolarmente ostile ai mercati: i tentativi di raffreddamento dell’inflazione, pur non avendo ancora sortito un successo indiscusso, si contestualizzano in un’economia reale che sta reggendo meglio delle attese.
- I mercati, ad oggi, paiono non scontare solo un periodo di recessione controllata dalle Banche centrali, ma potrebbero star scontando anche la successiva ripresa preventivata dagli esperti per il 2024. Sotto questo punto di vista, non può escludere che questo exploit si riveli estemporaneo, più che l’inizio di una nuova fase espansiva, e che sia pertanto preferibile centellinare gli acquisti di equity in modo programmato e cauto nel corso dell’anno.
- Per l’obbligazionario, invece, potrebbe trattarsi di un periodo proficuo per rimpinguare i portafogli.
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