In un contesto di persistente complessità dei mercati finanziari globali, il risparmio gestito continua a rappresentare un baluardo strategico per gli investitori alla ricerca di opportunità di diversificazione efficace. L’evoluzione dei quadri macroeconomici e le decisioni di politica monetaria, pur iniziando a mostrare segnali di allentamento nelle pressioni inflazionistiche, mantengono un clima di incertezza che richiede approcci differenziati e un’analisi puntuale delle dinamiche geografiche e settoriali.

Risparmio gestito: l’Asia riprende il primato sui fondi azionari

L’analisi dei fondi azionari a specializzazione geografica nel mese di febbraio rivela una marcata eterogeneità nelle performance, emblematica di un panorama globale frammentato. In particolare:

Hong Kong e Cina volano

In ambito asiatico, Hong Kong ha mostrato una vivacità sorprendente, con una progressione del 12,4% nel solo mese di febbraio, sostanzialmente in linea con la performance annua (+12,6%). Anche il mercato cinese ha offerto spunti positivi, con fondi dedicati alla Cina che hanno segnato un incremento del 10% a febbraio.

Questo slancio dei mercati asiatici sviluppati si contrappone alle difficoltà incontrate da economie emergenti come India e Indonesia, evidenziando come le politiche monetarie e fiscali differenziate stiano plasmando traiettorie di crescita divergenti.

La graduale ripresa dell’economia cinese post-pandemia e una domanda interna in consolidamento hanno fornito un sostegno significativo ai fondi specializzati su queste aree, nonostante permanga una certa cautela tra gli operatori.

L’Europa corre a diverse velocità

Nel contesto europeo, la narrativa appare altrettanto sfaccettata. Spicca la notevole performance dell’Austria, che ha registrato variazioni significative sia su base mensile che dall’inizio dell’anno. I fondi dedicati all’Europa emergente (escludendo la Russia) hanno beneficiato di una riduzione dell’incertezza geopolitica e di una domanda interna relativamente robusta.

I mercati dell’Eurozona, particolarmente quelli orientati a società di maggiori dimensioni, hanno tratto vantaggio da un quadro energetico meno teso e da segnali di moderazione dell’inflazione, seppur ancora su livelli elevati.

Il mercato americano paga l’incertezza della FED

Nel continente americano si osserva una marcata divergenza: l‘America Latina mostra risultati complessivamente positivi su base annua, nonostante una leggera flessione a febbraio, sostenuta da un contesto di export legato alle materie prime e da un relativo rafforzamento delle valute locali. Gli Stati Uniti, invece, risentono dell’incertezza riguardo alle future decisioni della Federal Reserve, con particolare sofferenza per i segmenti a maggiore componente di crescita e per i titoli a media e bassa capitalizzazione.

Risparmio gestito: chi vice la gare dei fondi tematici

Nel panorama settoriale, il comparto finanziario europeo ha brillato con un progresso superiore al 6% a febbraio, consolidando un avanzamento oltre il 15% da inizio anno. Gli istituti creditizi del Vecchio Continente stanno beneficiando dell’ampliamento dei margini d’interesse in un contesto di tassi in ascesa, mentre a livello globale la dinamica appare più contenuta, influenzata dalle incertezze sui prossimi interventi della Fed.

Il settore immobiliare presenta un quadro variegato: il comparto americano ha mostrato una discreta tenuta (+3% nel mese), sostenuto dalla domanda nei segmenti commerciale e logistico, mentre in Europa, dopo un avvio d’anno promettente, si è registrata una lieve flessione a febbraio. Il real estate asiatico continua a faticare, con performance negative sia mensili che annuali, pur con flessioni più contenute rispetto ai periodi precedenti.

I fondi a tematica ESG evidenziano performance eterogenee: nell’area euro ed europea rimangono in crescita (+1/2% nel mese, +7/9% da inizio anno), sostenuti dalle politiche comunitarie di transizione energetica, mentre nei mercati emergenti e nell’Asia Pacifico il recupero appare più moderato.

Sul fronte tecnologico, i fondi europei hanno limitato le perdite a febbraio (-0,5% circa), mentre i fondi globali dedicati all’IT, fintech e intelligenza artificiale hanno subito flessioni più marcate (dal -4% a oltre il -6%), penalizzati dalle prospettive di ulteriori rialzi dei tassi.

Risparmio gestito: recuperano i fondi obbligazionari

Il mercato obbligazionario ha evidenziato a febbraio un generalizzato recupero, sostenuto dal rallentamento delle pressioni inflazionistiche. I titoli convertibili dell’Asia Pacifico hanno conseguito guadagni superiori al 3% nel mese, confermandosi tra i più dinamici anche su base annua.

Nel comparto governativo, il segmento statunitense a lunga scadenza ha segnato progressi superiori al 2%, riflettendo l’attenuarsi delle pressioni sui Treasury dopo un anno di forti ribassi.

In Europa, i titoli di Stato dell’Eurozona hanno registrato rialzi più moderati, penalizzati dall’ulteriore irrigidimento della BCE, seppur accompagnati da un leggero miglioramento del quadro macroeconomico.

La distinzione tra high yield e investment grade ha mostrato come i fondi con rating elevato abbiano generalmente sovraperformato quelli ad alto rendimento, beneficiando della percezione di un rischio di credito più contenuto e della minore volatilità.

La durata si conferma un fattore determinante. I titoli a breve termine hanno evidenziato incrementi più contenuti ma con volatilità ridotta, mentre quelli a media scadenza hanno mostrato un andamento variabile a seconda dell’area geografica, con gli Stati Uniti in vantaggio sull’Europa. I titoli a lunga scadenza continuano a essere i più sensibili ai movimenti dei tassi e alle indicazioni fornite dalle banche centrali.

IDEE DI INVESTIMENTO

Le dinamiche inflazionistiche, pur mostrando segnali di moderazione, continuano a influenzare le decisioni delle banche centrali, con riflessi significativi sui vari comparti d’investimento. In questo scenario, la capacità di identificare i settori e le aree geografiche meglio posizionati per affrontare – e possibilmente trarre vantaggio da – la volatilità dei mercati diventa un fattore cruciale per il successo delle strategie d’investimento.

Il panorama attuale suggerisce che la selettività, sia in termini geografici che settoriali, unitamente a un’attenta valutazione dei fattori di duration e merito di credito nel comparto obbligazionario, rappresentano le chiavi per navigare efficacemente in un contesto di mercato che, pur mostrando segnali di stabilizzazione, continua a essere caratterizzato da significative incertezze e divergenze nelle traiettorie di crescita globale.

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NOTE

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Autore

Monica Zerbinati

Monica Zerbinati

Competenze:
Analista finanziario presso l’Ufficio Studi di FIDA, Finanza Dati Analisi, è specializzata su temi legati al risparmio gestito, attivo e passivo, sul quale cura diversi studi periodici. Le competenze generali riguardano l’analisi di scenario dal punto di vista quali-quantitativo. Cerca di individuare tendenze e semplificare la complessità delle dinamiche di mercati finanziari e reali, combinando analisi macroeconomica, tecnica e fondamentale. Segue inoltre l’evoluzione della normativa in ambito finanziario con particolare focus sulla compliance nell’ambito della consulenza finanziaria. Ha competenze generali su database ed elaborazione dati, produzione di materiale di marketing ed interazioni tecnico-commerciali.

Esperienza:
Al netto di alcune esperienze giovanili in realtà industriali e bancarie, contestuali agli studi, la sua esperienza lavorativa è maturata interamente in FIDA, all’interno della quale – negli anni – ha avuto occasione di collaborare ad ogni genere e tipologia di attività. Data entry, strutturazione banche dati, elaborazioni quantitative, redazione di contenuti editoriali di taglio customizzato e reportistica specifica, supporto nello sviluppo di nuovi tools informatici per operatori della finanza, ma anche assistenza clienti, formazione, organizzazione di campagne informative ed eventi. Gli obiettivi sono molteplici e spaziano dall’integrazione di dati e strumenti informatici a supporto degli operatori della finanza nello svolgere la loro professione, nell’espletamento degli obblighi normativi, ma anche fini filantropici come la diffusione dell’educazione finanziaria.

Formazione:
Ha una laurea magistrale in Finanza Aziendale e Mercati Finanziari conseguita presso la Scuola di Economia e Management di Torino.

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