PIR, Piani Individuali di Risparmio, sono una nuova forma di investimento a medio termine, nata con l’obiettivo di veicolare i risparmi delle famiglie verso le piccole e medie imprese italiane, attraverso l’investimento in strumenti finanziari come obbligazioni, azioni e quote di fondi delle PMI o aziende con stabile organizzazione in Italia. I PIR rappresentano quindi uno stimolo all’economia reale del Paese e offrono in cambio un’agevolazione fiscale a chi investe; prevedono infatti agevolazioni fiscali sotto forma di detassazione delle plusvalenze, ovvero dei guadagni, per chi decide di investire in un PIR per almeno 5 anni.

I Piani individuali di risparmio sono stati introdotti con la legge di Bilancio 2017 e seguono uno schema già rodato in Francia dove esistono i Plan d’Epargne en Actions (PEA) e nel Regno Unito dove sono attivi da tempo gli Individual Savings Accounts (ISAS).

Ecco una guida ai Piani individuali di risparmio (PIR).

 

PIR: cosa sono e come funzionano i Piani individuali di Risparmio

I PIR sono dei contenitori che possono ospitare varie tipologie di strumenti finanziari: azioni, obbligazioni, quote di fondi, derivati e anche liquidità.

  • I PIR sono rivolti esclusivamente alle persone fisiche e sono individuali e non sono ripetibili. Ciò significa che un singolo PIR non può essere sottoscritto da un’azienda, non è cointestabile e ne può essere sottoscritto solo uno a testa nella vita.
  • I PIR non hanno una durata minima e massima, possono essere anche per tutta la vita. La legge però prevedere un vincolo temporale minimo di 5 anni per offrire agevolazioni fiscali.
  • I PIR offrono un vantaggio fiscale sugli utili: in pratica, non si devono pagare le imposte su capital gain e rendimenti (12,5% sulle cedole e utili relativi a titoli di Stato e 26% su azioni e obbligazioni). Se al termine dei 5 anni dell’investimento non ci saranno utili, ma perdite, il risparmiatore dovrà rispettare le regole generali dei fondi per il credito di imposta.
  • I PIR sono esenti dall’imposta di successione. La cifra può diventare importante nell’asse ereditario di un investitore privato. Ipotizzando un rendimento annuo del 2% su un investimento di 30 mila euro per 5 anni (150mila alla fine del quinquennio) dopo 10 anni, l’utile atteso è di 25.818 euro con un risparmio di 6.713 euro di tasse (pari a circa il 4%) sul capitale versato.
  • I PIR prevedono un investimento minimo di 500 euro e un investimento massimo di 30 mila euro l’anno. Il limite in 5 anni è fissato a 150 mila euro. I versamenti possono essere rateizzati come in un Piano di accumulo (PAC).

PIR: dove investono

I PIR hanno vincoli stringenti di investimento che premiano le piccole e medie imprese, ma lasciano la possibilità di impiegare almeno il 30% del portafoglio in qualsiasi strumento, compresi depositi e conti correnti. In particolare:

  • almeno il 70% del valore complessivo dei PIR deve essere investito in strumenti finanziari emessi o stipulati da imprese residenti in Italia o in Stati membri dell’Unione europea o in Stati aderenti allo Spazio Economico Europeo aventi attività stabile in Italia.
  • di questo 70% almeno il 30% deve essere investito in strumenti finanziari emessi da imprese diverse da quelle inserite nell’indice FTSE Mib di Borsa italiana o in indici equivalenti di altri mercati regolamentati.
  • la liquidità può arrivare al massimo al 30% per almeno i due terzi di ogni anno solare e il peso di un singolo emittente non può superare il 10% del portafoglio, liquidità in conto corrente compresa.

PIR: L’OFFERTA

Il primo PIR ha già debuttato sul mercato italiano il 9 gennaio 2017. Si tratta di Crescita Italia, un fondo bilanciato che fa capo ad Anima Sgr che investe fino al 40% in azioni e la parte restante in obbligazioni. Entro il primo trimestre 2017 saranno tanti i PIR lanciati sul mercato dagli asset manager italiani.

  • Tra i primi in arrivo c’è Risparmio Italia di Pioneer Investments, un fondo bilanciato che avrà il 21% del portafoglio azionario dedicato ad aziende di mid e small cap, mentre la parte restante sarà investita in obbligazioni corporate italiane; Zenit sgr che intende lanciare un obbligazionario misto e un azionario; Ersel che punta sull’azionario; Amundi che forte dell’esperienza francese sui PEA sta valutando un’offerta azionaria e obbligazionaria; Bnp Paribas ed Eurizon.
  • Tra le novità dell’offerta potrebbe essere introdotta anche la sottoscrizione di PIR da parte di minori. Si tratta di una proposta a cui sta lavorando Assogestioni per sottoporla al legislatore e che punta a massimizzare il vantaggio dell’esenzione fiscale successoria di questo strumento.

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Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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5 Commenti

  1. Paolo Alfredo PAGANO
    17 Gennaio 2017 a 13:43 — Rispondi

    vivi complimenti per questa prima info

  2. meridianouno
    23 Gennaio 2017 a 17:46 — Rispondi

    Sicuramente è un’ottima novita’ nel campo degli investimenti “tranquilli”. Interessante l’allargamento anche alle aziende piccole e medie di paesi fuori dall’Italia.
    Si auspica che il legislatore competente comprenda la grande utulità di consentire l’intestazione di tali fondi anche a minorenni.
    In questo modo si è ragionevolmene convinti di poter offrire ai genitori o chi per essi, l’opportunità di considerare concretamente ed agevolmente (PAC) di attuare un investimento, a lungo termine, per i propri figli, nipoti, ecc.

  3. 3 Marzo 2017 a 19:43 — Rispondi

    importantre iniziativa

  4. Sottotetti
    10 Marzo 2017 a 17:05 — Rispondi

    Vorrei fare una domanda: avendo in corso un investimento in IntesaSanpaolo Vita -BASE SICURA VIVA PIÙ, conviene trasferire tutto nei PIR?

    • 13 Marzo 2017 a 17:06 — Rispondi

      Buonasera Luigi,

      grazie per il messaggio. Per informazioni o approfondimenti sui PIR o su altri prodotti di investimento la invitiamo a contattare il nostro Servizio Clienti al Numero Verde 800 92 00 45 o via email all’indirizzo info@onlinesim.it.

      Un cordiale saluto

      Il team di Online SIM

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