Nel sogno della guida autonoma che ogni giorno fa un passo in più verso la realtà, il trasporto delle cose viene senza dubbio prima di quello delle persone. Così l’uso di mezzi robot diventa uno sforzo in più per risolvere il perenne problema dell’ultimo miglio che qualsiasi azienda che cerchi di consegnare merci alla nostra porta si trova a dover affrontare quotidianamente. Secondo il report della società di consulenza McKinsey non ci sono dubbi sul fatto che in futuro i veicoli autonomi, compresi i droni, consegneranno circa l’80% di tutti i beni acquistati.

Tanto che quasi tutte le società che realizzano auto a guida autonoma (Waymo, General Motors, Ford Motor) e persino la società di ascensori Thyssenkrupp stanno spostando parte della produzione su veicoli per il delivery delle cose, piuttosto che delle persone. A muoversi per prime sono state, ovviamente, le società che sulle consegne a domicilio hanno costruito il business, come Amazon. L’ultima domanda di brevetto di Amazon, datata gennaio 2018, descrive un robot che ha la capacità tecnologica di aprire porte o garage, mentre Walmart sta sperimentando un servizio in cui i suoi corrieri possono entrare nelle case delle persone quando non ci sono per lasciare la merce in un corridoio o in cucina.

Amazon sta lavorando da tempo sulle consegne con droni volanti, però i robot a terra sono una tecnologia che arriverà prima perché le severe leggi di volo che governano i droni sono un deterrente. I robot da terra per le consegne non hanno bisogno di grandi autorizzazioni: girano su ruote e sembrano un incrocio tra un elettrodomestico da cucina e un Mars Exploration Rover utilizzato dalla NASA per le missioni su Marte. Ogni mezzo ha le sue funzioni. L’ultimo brevetto di Amazon è anche a rotazione laterale in modo che il veicolo possa trasportare oggetti da un camion di consegna al portico di una persona o persino portarli dentro casa.

L’idea è rendere le consegne robotizzate un affare di massa. Su questo obiettivo si concentra anche Starship Technologies che è forse la più conosciuta e sicuramente una delle prime aziende ad aver debuttato in questo settore. Fondata nel 2014, l’azienda ha già testato i suoi robot da delivery a sei ruote in 100 città, ha servito circa 12 milioni di persone, raccogliendo oltre 17 milioni di dollari da grandi investitori come Daimler e Shasta Ventures e ha consegnato fast food per JustEat a Londra, e per DoorDash e Postmates in California e Washington.

Gli investimenti aggregati da Starship Technologies non sono nulla in confronto ai 92 milioni di dollari che hanno raccolto due ex manager Google, fondatori di Nuro, per il progetto di R1, un veicolo elettrico grigio a cupola grande la metà di una Toyota Corolla, alto 74 centimetri, dal costo di 1.500 sterline, che assomiglia a un enorme tostapane su ruote, con due porte intagliate in una cornice monocromatica che ricorda l’acciaio inossidabile e che è in fase di test nella Silicon Valley, a Detroit e in Cina: si ferma ai segnali di stop, cede il passo alle persone e gestisce curve strette, come fanno altri veicoli a guida automatica. Sono già operativi sulle strade di San Francisco i robot Eat24, prodotti da Marble per Yelp, mentre il droide di Thyssenkrupp, che ha raccolto 4 milioni di dollari per il progetto bbbot, attualmente è in fase sperimentale, e anche il gruppo Alibaba fondato dal Jack Ma sta lavorando a un veicolo da consegne innovativo.

IDEE DI INVESTIMENTO

La corsa alla nuova mobilità è una prova in più di come l’innovazione guidi la domanda crescente di nuovi servizi e assicuri abbondanti margini alle aziende in tutto il mondo. A livello globale, per fare un esempio, la penetrazione di internet si aggira ormai intorno al 50%, mentre il commercio elettronico rappresenta solo il 9% delle vendite al dettaglio totali. E quello delle vendite online è un ambito “maturo” dell’innovazione secondo l’analisi di Paul Wick, il gestore di portafoglio principale del Seligman
Technology Group di Columbia Threadneedle Investments, per il quale il settore tecnologico continua a offrire numerose opportunità ai gestori attivi autentici che adottano una prospettiva globale.

La nuova mobilità, non solo delle persone, è una parte importante del trend tecnologico che sta cambiando l’economia. Per un investimento di lungo periodo, la scelta che consente la migliore diversificazione di portafoglio e dei rischi è un fondo azionario globale settoriale (Categoria Morningstar: Azionari Settore Tecnologia).

Ecco quanto rendono i fondi azionari tecnologia campioni di rendimento nel primo semestre 2018:

La top ten dei fondi azionari tecnologia nel primo semestre 2018

ProdottoRendimento YTDRendimento 3y
AXA World Funds - Framlington Digital Economy I Capitalisation USD23,78%---
GAM Star Fund plc - GAM Star Technology Class USD Accumulation22,73%13,90%
Jpm Us Technology D (acc) - Usd19,85%18,70%
BlackRock Global Funds - World Technology Fund E218,12%19,66%
Vitruvius Growth Opportunities B USD16,94%16,69%
T. Franklin Technology Fund Eur Classe A (acc)16,54%18,12%
Allianz Global Investors Fund - Allianz Global Artificial Intelligence IT EUR16,48%---
Polar Capital Funds PLC - Polar Capital Global Technology Fund I Income16,04%21,29%
Parvest Disruptive Technology Privilege-Distribution15,42%16,50%
UBS (Lux) Equity Fund - Global Multi Tech (USD) Q-acc15,21%20,11%
Nella tabella, i fondi azionari che investono sulla tecnologia a livello globale ordinati per rendimento da gennaio a giugno 2018. Fonte: Morningstar. Dati in euro.

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Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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