Il 2026 si presenta come un anno cruciale per gli investitori. Volatilità elevata, politiche monetarie divergenti e forte dispersione tra settori e aree geografiche richiederanno un approccio più selettivo e orientato al lungo termine. Nonostante le incertezze, il sentiment degli analisti rimane costruttivo: le stime indicano un potenziale rialzo fino al 15% per le borse globali entro fine anno. Allo stesso tempo, le obbligazioni tornano a offrire valore grazie a tassi in progressiva normalizzazione e a rendimenti più interessanti rispetto al recente passato.

In questo scenario, costruire un portafoglio equilibrato significa combinare esposizione dinamica ai mercati azionari, fortemente guidati da tecnologia, riarmo europeo e riforme in Giappone, e selezione attenta nel mondo obbligazionario, tra corporate, high yield e debito emergente. In questo articolo analizziamo cosa aspettarsi dal 2026 e quali strategie adottare secondo le indicazioni dei principali asset manager globali (Aberdeen Investments, Amundi, Axa Investment Managers, BlackRock, Columbia Threadneedle Investments, Ersel Banca Privata, Goldman Sachs, J.P. Morgan Asset Management, Morgan Stanley, Robeco, Ubs).

Azioni: come investire nel 2026

Il 2026 sarà un anno che richiederà gestione attiva del rischio, selettività e un approccio orientato al lungo periodo. Ma sarà un anno di forte dispersione nei mercati azionari. Non sarà più solo “tutto sale”: i rendimenti saranno sempre più distribuiti tra settori, aree geografiche e singoli titoli. Per chi investe in fondi azionari, questo favorisce un approccio attivo e globale. Vediamo quali sono i punti chiave.

  1. Stati Uniti: leadership IA, ma con maggiore selettività

Gli Stati Uniti restano il fulcro dei mercati azionari globali anche nel 2026. L’azionario americano continuerà a beneficiare della combinazione unica di forza degli utili, innovazione tecnologica, consumi resilienti e un contesto di politica monetaria in graduale normalizzazione. Malgrado le valutazioni elevate, il mercato USA resta il principale generatore di rendimento nei portafogli globali. Il peso dei principali titoli tech non accenna a diminuire: i primi 10 titoli USA valgono quasi il 40% dello S&P 500 e oltre 24 mila miliardi di dollari .
Nel 2026 vedremo:

  • Maggior dispersione tra i “Magnifici 7” (Apple, Microsoft, Alphabet, Amazon, Meta, Nvidia e Tesla)
  • Vantaggio competitivo per società con margini elevati e bilanci solidi.
  • Opportunità nei settori a supporto dell’IA: semiconduttori, software, cybersecurity, infrastrutture digitali.

Fondi azionari USA growth e fondi tematici orientati all’IA restano strategici, purché gestiti attivamente.

  1. Europa: la nuova fase del riarmo e degli investimenti pubblici

Il 2026 potrebbe essere un anno di svolta per i mercati azionari europei. Dopo anni di performance inferiori rispetto agli Stati Uniti, il continente mostra segnali di ripresa grazie a politiche fiscali espansive, utili aziendali in miglioramento e valutazioni ancora attraenti. Il continente sta cambiando paradigma. In particolare:

  • più spesa pubblica (difesa, infrastrutture, transizione energetica),
  • minore dipendenza energetica.

Il settore bancario europeo rimane a sconto sulle medie storiche, mentre difesa e utilities beneficiano del nuovo contesto.

  1. Giappone: riforme aziendali e supporto politico

Il Giappone è favorito da politiche più accomodanti e un miglioramento della redditività aziendale. Il Paese vive un nuovo ciclo economico grazie a una serie di fattori:

  • riforme sulla governance societaria,
  • crescita dei buyback,
  • inflazione moderata,
  • politiche fiscali espansive.

I fondi azionari Giappone possono rappresentare una diversificazione interessante.

  1. Mercati emergenti: valutazioni attrattive

Per i mercati emergenti la prospettiva è favorevole nel 2026 perché sono sostenuti da un quadro macro che include un rallentamento del dollaro, un ciclo di allentamento monetario nella prima parte dell’anno e la ripresa degli investimenti in tecnologia e infrastrutture in Asia. Inoltre, i mercato emergenti trattano a sconto del 40% rispetto agli USA, al di sotto della media storica.

Le aree più promettenti sono:

  • India, spinta da demografia e consumi.
  • Cina, dove la selezione dei titoli è essenziale (tecnologia, manifattura avanzata, consumi resilienti).
  • Medio Oriente, tra diversificazione economica e investimenti in infrastrutture.

Obbligazioni: come investire nel 2026

Per chi investe in fondi obbligazionari, il 2026 si prospetta come un anno ricco di opportunità ma anche di rischi da gestire. La parola chiave è divergenza: le politiche delle banche centrali non si muoveranno all’unisono. Vediamo quali sono i punti chiave.

  1. Tassi in calo? Sì, ma non ovunque

  • USA: possibili 1–2 tagli nel 2026 se il mercato del lavoro continua a indebolirsi.
  • Europa: BCE probabilmente in pausa, ma pronta a intervenire se l’inflazione scende sotto target.
  • Giappone: probabile rialzo dei tassi.

Questo suggerisce un’esposizione a fondi obbligazionari globali, con duration bilanciata.

  1. High yield e corporate: fondamentali ancora solidi

Il contesto di tassi in discesa, crescita economica moderata e condizioni finanziarie più favorevoli offre un supporto al segmento delle obbligazioni high yield, ma l’asset class richiederà massima selezione e una gestione attenta della qualità del credito. In particolare:

  • mantiene metriche in miglioramento,
  • beneficia della domanda degli investitori,
  • è sostenuto dalla minore leva finanziaria rispetto al passato.

Nella selezione di fondi obbligazionari high yield è meglio puntare su prodotti con un portafoglio molto diversificato e che privilegiano emissioni con ratint BB e B di qualità più elevata, settori difensivi o con modelli di business ricorrenti, ed emittenti con scadenze lunghe e buona copertura degli interessi.

  1. Debito emergente: un ritorno in grande forma

Con un dollaro più debole e tassi in discesa nei Paesi sviluppati, il debito emergente torna competitivo. In particolare le opportunità migliori sono:

  • obbligazioni in valuta locale,
  • bond sovrani ad alto carry,
  • economie con crescita sostenuta (India, Indonesia, Messico).

Ottimi candidati per fondi obbligazionari globali emergenti ben diversificati.

IDEE DI INVESTIMENTO

Per costruire il portafoglio 2026, valuta prima attentamente l’asset allocation in base a grado di rischio e obiettivi di lungo termine. Una buona strada è utilizzare i portafogli modello di Online SIM che contengono diverse asset class e sono sviluppati sulla base di metodologie quantitative.

Per saperne di più consulta la Guida per utilizzare i portafogli modello.

Note
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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