Per misurare il riscaldamento del Pianeta si prende come riferimento la temperatura dell’Artide, la regione della Terra circostante al Polo Nord che comprende la parte più settentrionale di Russia, Alaska, Canada (con le loro isole) e la Groenlandia. In particolare, quest’ultima viene considerata “il termometro del mondo” e nel 2018 ha già registrato 61 ore sopra lo zero. Un “caldo” così da quelle parti non c’è mai stato. Il risultato? Un gigantesco iceberg si è staccato ed è andato alla deriva arenandosi vicino a Inaarsuit, un piccolo villaggio nella Groenlandia occidentale, che potrebbe essere travolto e sommerso dalle onde se il ghiaccio dovesse liquefarsi ulteriormente.

Ma la Groenlandia, che è l’isola più estesa del mondo, non è soltanto un termometro che misura il cambiamento delle temperature mondiali. Da quelle parti la temperatura si sta alzando anche dal punto di vista economico. Perché il riscaldamento del Pianeta apre nuove rotte commerciali che da sempre si contendono Russia e Cina. Ma adesso anche il Giappone vuole essere della partita. Per il governo guidato da Shinzō Abe, che si candida ad essere ago della bilancia tra i due contendenti, la corsa alle rotte dell’Artico è appena cominciata. Le rotte sul Mare Glaciale Artico sono state inserite in un piano strategico lanciato da Tokyo a maggio 2018, dopo una quasi ventennale attività di ricerca nell’area a cui il Giappone, che non ha alcuno sbocco sul Mar Glaciale Artico, ha portato avanti in questa area.

Ad attirare le grandi potenze del mondo sono le risorse naturali (petrolio e gas naturale) e le rotte commerciali (la cosiddetta via della seta artica) che si apriranno nei prossimi decenni nell’estremo nord. Il ghiaccio che si sta sciogliendo in maniera inesorabile sta aprendo un varco tra Asia Orientale ed Europa che eviterebbe di percorrere la rotta rispetto alla via che passa dal Canale di Suez, quasi dimezzando i tempi di percorrenza.

Gli interessi dei vari Stati sono differenti: la Russia è in prima fila per lo sfruttamento del gas naturale, mentre la Cina è più interessata alla via marittima che la porta verso l’Europa. Stati Uniti, Canada e Norvegia sono interessati al petrolio, mentre al Giappone interessano soprattutto l’energia e le materie prime che si trovano sul fondo dell’Artico.

IDEE DI INVESTIMENTO

Lo sfruttamento economico dell’Artide al momento non ha limiti. Non c’è, infatti, alcun trattato che regolamenti lo sfruttamento delle risorse, mentre ne esiste uno per l’Antartide e risale a quasi 70 anni fa. Per questo la conquista della Groenlandia, isola-continente che domina la geografia del Grande Nord, è destinata a risultare il centro focale delle future dinamiche politico-economiche dell’Artico. Le prospettive future della Groenlandia poggiano sull’estrazione di materie prime (uranio, zinco, ferro e altri minerali) e sulla spinta verso settori oggi marginali come il turismo. E come racconta bene il libro reportage Artico – La battaglia per il Grande Nord scritto da Marzio G. Mian la trasformazione del sistema economico dell’isola dipende molto degli investimenti esteri.

Investire sul cambiamento economico della Groenlandia e della regione artica vuol dire anche tenere conto della difesa dell’ambiente. Sul mercato italiano ci sono prodotti azionari internazionali che hanno come strategia di investimento l’acquisto di titoli di società che conducono attività legate al cambiamento climatico. Il periodo minimo consigliato per questi fondi è di almeno 5 anni. Ecco la top ten dei fondi azionari che puntano sull’ambiente (categoria Morningstar: Azionari settore ecologia).

La Top 5 dei fondi azionari che investono sull'ambiente

ProdottoRendimento 3yRendimento 1y
Nordea 1 – Global Climate and Environment Fund Classe E Eur (acc)8,02%3,26%
Parvest Climate Impact Privilege-Capitalisation7,15%3,52%
Pictet – Global Environmental Opportunities - R EUR7,08%6,81%
Schroder Global Climate Change Equity - Eur Hedge Classe B6,60%9,30%
UBS (Lux) Equity Fund - Global Sustainable Innovators (EUR) Q-acc6,50%11,74%
Nella i migliori fondi azionari ecologia ordinati per rendimento da luglio 2015 a luglio 2018. Fonte: Morningstar. Rendimenti % in euro.

Per investire più facilmente puoi utilizzare i portafogli modello che trovi sul sito di Online SIM.

Note
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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