Non si può più trascurare una componente molto importante del benessere, che è quella finanziaria. L’obiettivo di tutti è quello di arrivare ad una condizione finanziaria, personale o familiare, che sia equilibrata, stabile e consolidata. Non lo è, ad esempio, quella di coloro che hanno gran parte della ricchezza concentrata in beni durevoli, ad esempio, la casa e i mezzi di trasporto. Come italiani siamo tradizionalmente poco indebitati, ma la preferenza per i beni tangibili non ci rende efficaci a trasformare il reddito in ricchezza finanziaria, la quale ha un vantaggio: è facilmente liquidabile, concedendo grande flessibilità alle nostre scelte di consumo.

Chiediti come diventare più felice

E’ innegabile l’importanza che ha il denaro nella società attuale. Innanzitutto, incide positivamente sul benessere fisico, ad esempio permettendo di consumare pasti adeguati, vivere in luoghi sicuri e puliti o realizzare controlli medici regolari. Maggiori risorse a disposizione favoriscono anche la creazione di forti relazioni extra familiari, potendo migliorare il benessere sociale. A parità di condizioni, è logico che un più alto livello di reddito, da cui dipende la capacità di spesa, ci porti a valutare più positivamente la vita che conduciamo e ad essere maggiormente soddisfatti. Ad esempio, un aumento delle entrate favorirebbe certamente coloro che si trovano in condizioni di disagio economico, che non si possono cioè permettere un livello di consumo ritenuto accettabile nel luogo in cui si vive.

Fortunatamente, gran parte degli italiani oggi consuma molto più della soglia minima di sussistenza: per questi, la strada verso la felicità può non coincidere necessariamente con una crescita ulteriore del reddito. Un principio economico importante ci avverte, infatti, che più si innalza il consumo che compriamo con le nostre entrate e meno piacere potremmo ottenere per ogni incremento successivo. In una pubblicazione del 2010 Daniel Kahneman e Angus Deaton, entrambi Premi Nobel per l’economia, avevano individuato per gli Stati Uniti la soglia critica dei 75.000 dollari (circa 68.000 euro), oltre la quale il reddito non sembra essere più determinante per il grado di felicità. Infatti, oltre una certa soglia di guadagno, gli sforzi richiesti per ottenerlo potrebbero generare sentimenti negativi più frequenti nella vita di tutti i giorni. Ad esempio, un’alta capacità reddituale può essere associata ad una scarsa disponibilità di tempo libero da passare con le persone care.

Metti sotto la lente il tuo stile di vita

In una società consumistica, la felicità dipende non solo da ciò che guadagniamo, ma anche e soprattutto dalle decisioni di spesa che quotidianamente tutti noi prendiamo. Spendiamo quando acquistiamo beni e servizi di cui si ha bisogno. A ben vedere, anche quando risparmiamo parte delle nostre entrate, lo facciamo per poter acquistare beni e servizi in futuro. Consumiamo anche quando aiutiamo economicamente altre persone, familiari e amici o per fare beneficienza.

Purtroppo, non poniamo sempre la giusta attenzione a queste scelte e ci sono casi che lo dimostrano molto bene. Si pensi a quei lavoratori con redditi anche alti che, a causa di un tenore di vita dispendioso o non sufficientemente controllato, non riescono ad accumulare ricchezza e si trovano in una situazione finanziaria complicata, associata a sentimenti di ansia e incertezza.

Occupati del tuo benessere finanziario

Secondo l’Ufficio statunitense per la protezione finanziaria dei consumatori, il benessere finanziario dipende dal grado in cui le nostre scelte forniscono:

  • Sicurezza finanziaria nel presente, cioè un livello di consumo adeguato al soddisfacimento dei bisogni minimi della vita quotidiana;
  • Soddisfazione finanziaria nel presente, potendo spendere anche per beni e servizi non strettamente necessari, ma che contribuiscono a determinare la percezione di condurre una buona vita;
  • Sicurezza finanziaria per il futuro, sapendo di poter affrontare e gestire degli imprevisti;
  • Soddisfazione finanziaria per il futuro, riuscendo ad accumulare della ricchezza e investendola efficacemente e in linea con i propri obiettivi.

Da questo elenco si capisce molto bene quanto le tradizionali misure utilizzate per valutare il benessere finanziario, come il livello del reddito, per quanto importanti, siano solo una parte dell’equazione. A livello individuale e più pratico ciò significa che ci si dovrebbe occupare di tutte e quattro le componenti che sono in grado di favorire il benessere finanziario e non solo della generazione di un reddito adeguato. Ognuna di queste necessita la sottoscrizione o acquisto di determinati prodotti, in diverse aree della finanza personale (quella assicurativa, dei finanziamenti, degli investimenti, etc.).

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Autore

Nicola Zanella

Nicola Zanella

Competenze:
È un economista finanziario italiano e vive e lavora a Lugano (Svizzera). Si occupa dello studio della finanza personale, in particolare delle decisioni nell’area degli investimenti. I suoi interessi di ricerca sono la Teoria dei mercati efficienti, la pianificazione della finanza personale, la stima del premio per il rischio azionario, le obbligazioni indicizzate all'inflazione, l'effetto della diversificazione temporale e la finanza comportamentale. In campo assicurativo, ha sviluppato per il mercato italiano l'Approccio del capitale umano, metodo alternativo a quello di Analisi dei bisogni per proporre polizze di puro rischio e calcolare i relativi massimali.

Esperienza:
Nel 2007 ha fondato il primo sito italiano ed europeo dedicato alla ricerca e allo studio degli strumenti finanziari indicizzati all'inflazione. Nel gennaio di quell'anno ha scritto il paper più letto in Italia riguardante questa tipologia di investimenti. Nel 2009 ha aggiornato, insieme all'autore, la terza edizione del libro Capire la Borsa edito da Il Sole 24Ore. Nel 2010 ha pubblicato il suo primo libro come autore, Investire bene i propri risparmi, edito da Giunti Editore in collaborazione con Il Sole 24Ore. Nei successivi anni è stato Responsabile Area Studi e Ricerche di una società di formazione in ambito finanziario. Ha sviluppato modelli di wealth management e svolto formazione in aula a circa 5.500 consulenti agli investimenti e assicurativi. È tra i pochi economisti italiani ad aver pubblicato più articoli (quattro) nella rivista scientifica statunitense The Journal of Wealth management, l'unica a livello internazionale dedicata al wealth management degli high-net-worth individuals (HNWI), cioè dei privati con patrimoni consistenti. A partire dal 1998, diversi Premi Nobel dell’economia hanno scritto per la medesima rivista, ad esempio Harry Markowitz (ideatore della frontiera efficiente) e Paul Samuelson (il più influente economista del Novecento).

Competenze:
É laureato alla Facoltà di Economia e Commercio di Bologna.

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