A tre giorni dal risultato del referendum che ha portato i mercati a bruciare più di 2 mila miliardi di dollari con il peggior tonfo di sempre, ci sono ancora 3 milioni di inglesi che non mollano e vogliono cancellare la Brexit con un nuovo referendum che stanno sostenendo con una petizione online. Così è cominciato un nuovo tormentone che ha generato una nuova parola onomatopeica come nella migliore tradizione della lingua inglese: Bregret, che nasce dall’unione di Britain e regret, rimpianto, quello di non avere fatto la scelta giusta al momento del voto.

Gli inglesi, così pragmatici, non avrebbero deciso in maniera consapevole questa volta come sottolineano i dati di Google Trend che a 24 ore dal voto hanno avuto un picco di domande dalla Gran Bretagna del 100% su due curiosità: Cosa significa lasciare Ue? Cosa è l’Unione europea? Insomma, secondo il Washginton Post che per primo ha riferito delle “googhelate” da coccodrillo degli inglesi, questo voto non è stato poi così convinto. Tanto che, in molti pensano che un nuovo referendum sia possibile, la legge inglese lo prevede, o che sia la Scozia, grazie a un voto parlamentare a bloccare il processo che comincia adesso e andrà avanti per almeno due anni.

Effetto Brexit: vince la calma, le idee per investire

Da Brexit a Bregret, la Gran Bretagna continuerà ad essere a lungo un ostacolo per i mercati che il 27 giugno hanno dovuto scontare anche l’effetto del voto in Spagna: smentendo gli exit poll, Mariano Rajoy, l’inaffondabile, ha vinto le elezioni che segnano il tramonto del sogno di Podemos di diventare il primo partito della sinistra per governare. L’effetto Brexit, dunque, ha portato gli spagnoli verso la conservazione dello status quo. E’ solo una piccola iniezione di stabilità che non basta alle Borse europee per rialzare a testa.

Quanto tempo ci vorrà per riprendersi? Cosa si deve aspettare adesso un investitore? Sono le domande a cui i grandi investitori professionali stanno cercando di rispondere. Ecco la bussola su come orientarsi in 5 punti chiave a alcune idee di investimento:

  1. La stabilità è nelle mani delle banche centrali che sono in grado di intervenire, se necessario, in modo concertato, per garantire l’accesso alla liquidità e mantenere la stabilità finanziaria. Secondo l’analisi di Amundi Philippe Ithurbide, Global Head of Research, Strategy and Analysis e di Didier Borowski, Head of Macroeconomics di Amundi, Banca centrale europea (Bce) e la Banca centrale giapponese (Boe) hanno già fatto sapere che garantiranno l’accesso alla liquidità delle banche in entrambe le valute. In caso di turbolenza molto significativa, interventi coordinati con le altre principali banche centrali, in particolare la Banca centrale americana (Fed) sono probabili. Cosa potrebbe accadere? La Bce potrebbe accelerare temporaneamente il programma di acquisto di titoli. Per la Boe, tutte le opzioni sarebbero sul tavolo, in caso di minaccia della stabilità finanziaria.
  2. Siamo all’inizio di un lungo periodo di negoziazione per nuovi accordi commerciali. Il Regno Unito ha diverse opzioni: aderire allo Spazio Economico Europeo (SEE), secondo un modello esistente per alcuni Paesi (Svizzera, Norvegia o la Turchia) o conformarsi alle regole del World Trade Organization (Wto) che è però più costosa. L’ipotesi più probabile è che ci siano accordi “su misura” con l’UE, corredati da accordi bilaterali. I tempi per la negoziazione di questi tipi di accordi sono molto lunghi: in media, tra i quattro e i dieci anni. Secondo Ken Hsia, Portfolio Manager European Equity di Investec Asset Management, il maggiore impatto dei cambiamenti nelle tariffe commerciali probabilmente saranno l’agricoltura e la manifattura, mentre i servizi non dovrebbero subire contraccolpi.
  3. Calma: la volatilità sulle borse durerà mesi in Borsa. L’invito da parte di tutte le società di gestione è alla prudenza e alla calma. Chi investe deve evitare di farsi prendere da eccessi di panico anche perché le crisi, come quella innescata dalla Brexit nelle ultime ore, non sono purtroppo mancate negli ultimi anni. Il copione è sempre più o meno lo stesso. È stato così con le Torri Gemelle, Lehman e ancora più di recente con la Grecia: se il portafoglio è in perdita vanno evitate le trappole emotive. Quanto tempo ci vorrà per rialzare la testa? Gli analisti non sono ottimisti. Credit Suisse ha tagliato gli obiettivi di fine anno per i listini di riferimento di Gran Bretagna, Europa e Usa (rispettivamente del 6,5%, 14% e 7,5%). Ma qualcuno ricorda come, dopo il terremoto in Giappone e la crisi del debito in Europa, i mercati si siano ripresi dalle forti perdite subite nel giro di 3-4 mesi. Questa volta, però, potrebbe essere diverso secondo Morgan Stanley, che è pronta a trasferire 2 mila dipendenti dalla City di Londra verso un altro Paese Ue, e ha stimato un calo del Prodotto interno lordo (Pil) del Regno Unito di 1,5 punti percentuali nei prossimi 18 mesi.
  4. I rendimenti dei bond statali: negativi a lungo. Un segnale forte è arrivato dal Gilt decennale, il titolo di Stato britannico equivalente del Btp italiano e del Bund tedesco, che è sceso sotto l’1% per la prima volta nella storia. Il rendimento è allo 0,993%, il valore più basso dal 1989, ovvero da quando è iniziata la rilevazione. Per Steven Major, managing director fixed income di Hsbc, la più grande banca inglese, i rendimenti super bassi sono destinati a durare a lungo. Del resto, gli altri titoli di Stato dell’Unione europea hanno già cominciato a fare i conti con questo trend con il Bund che è andato in territorio negativo per la prima volta proprio in vista della Brexit.
  5. La turbolenza offre occasioni di acquisto, vietato vendere. Il bene rifugio per eccellenza in questi casi è l’oro che è ai massimi da 8 anni e ha spinto il rendimento dei fondi specializzati in materie prime. La corsa probabilmente è destinata a non fermarsi: valeva mille dollari l’oncia ad inizio anno, potrebbe superare i 1.300 entro dicembre 2016 secondo i calcoli di Barclays, altra primaria banca inglese. L’oro è una delle scommesse di George Soros, uno dei vincitori di Brexit con il suo stile contrarian adottato da diversi fondi comuni. L’altra opportunità è sulle valute: il crollo della sterlina potrebbe continuare. La moneta su cui puntare, secondo i calcoli di Goldman Sachs è il dollaro che dovrebbe più di tutti beneficiare di un rialzo del 10% contro sterlina, l’euro potrebbe, invece, perdere circa il 4%, mentre lo Yen e il franco svizzero, che potrebbero salire rispettivamente del 14% e dell’8%. Anche la corona norvegese potrebbe apprezzarsi di circa il 3%. Questo indebolimento della valuta rappresenta una buona occasione anche per l’acquisto di immobili a Londra in particolare. Per chi ha sottoscritto quote di fondi comuni di investimento il consiglio unanime dei gestori è di mantenere i propri risparmi o incrementare le quote per provare a bilanciare le perdite. Per quanto riguarda l’azionario gli esperti consigliano di privilegiare settori che sono favoriti dalla ripresa del ciclo come i beni di consumo legati alle energie rinnovabili e la tecnologia.

Note

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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