Questo strano inverno di Borsa assomiglia sempre di più a un dramma che sembra uscito dalla penna di William Shakespeare. C’è da capire solo se questo “inverno del nostro scontento” si trasformi poi “in un’estate sfolgorante” parafrasando il Riccardo III del sommo poeta inglese. Per ora prevale lo scontento, con poche punte di euforia. Una di queste è il mercato giapponese: qui la Borsa ha ricominciato a salire, per certi versi inspiegabilmente, mentre il rendimento dei bond decennali è pari a zero con grande soddisfazione del governatore della Banca centrale giapponese (Boj), Haruhiko Kuroda, che ha affermato di aver portato i tassi proprio dove voleva.
Ma qualcosa che stride c’è. L’economia giapponese è in contrazione, con un calo dello 0,4% nel periodo da ottobre a dicembre 2015, con consumi che continuano a rimanere deboli malgrado la politica espansiva messa in atto dal governo di Shinzo Abe negli ultimi 3 anni, che ormai la storia ha ribattezzato Abenomics (Leggi qui l’approfondimento di Online Sim).
La formula magica di Abe ha portato, però ad una diminuzione dei consumi dello 0,8%. Il dato non è buono secondo il consensus degli analisti interpellati da Bloomberg perché i consumi da soli valgono il 60% del Prodotto interno lordo (Pil) giapponese. Non solo. La crescita lenta dei salari non consente alle riforme del premier il raggiungimento dell’obiettivo di una ripresa dell’inflazione al 2% e l’uscita definitiva dalla spirale deflattiva che attanaglia la terza economia mondiale da quasi 20 anni.
IDEE DI INVESTIMENTO
La deflazione è ancora la variabile economica dominante del Paese con buona pace degli economisti occidentali che l’hanno sempre criticata. Il Giappone è ostaggio della cosiddetta “trappola della liquidità” che solo Il premio Nobel per l’economia, Paul Krugman, ha derubricato un paio di anni fa, arrendendosi alla gestione Abe. Ecco cosa c’è da sapere prima di investire:
- Il rallentamento dell’export però oggi è un fatto e non a caso il neo ministro dell’economia, Nobuteru Ishihara, in carica da inizio febbraio ha dichiarato che intende indirizzare la politica economica in modo da estendere i benefici di Abenomics all’economia reale e alle imprese di piccola dimensione. Ora questi benefici non ci sono.
- Il vero rischio? L’apprezzamento dello yen sul dollaro, quasi il 6% da inizio mese, che rischia di penalizzare i profitti delle aziende esportatrici, e potrebbe costringere l’istituto centrale a un nuovo intervento per stabilizzare la valuta, per la prima volta dal 2011.
- Con l’attuale quadro di incognite, secondo gli economisti, il nuovo ritocco dell’IVA dall’8% al 10%, previsto nell’aprile del 2017 per contenere l’espansione oltre misura del debito pubblico, potrebbe slittare ulteriormente.
- Nel lungo periodo il Giappone resta una storia valida da mettere in portafoglio (Leggi qui l’approfondimento di Online Sim).
Note
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