Soltanto un anno fa il sentiment del mercato sulle azioni europee era molto positivo, ai limiti dell’euforia. In meno di un anno il sentire comune dei grandi investitori sulle Borse europee è completamente cambiato, facendo un giro di 360 gradi dalla fiducia alla sfiducia. Cosa è accaduto? Per Paul Doyle, Gestore del portafoglio azioni europee di Columbia Threadneedle Investments, il mese di dicembre 2018, in cui si è registrato il ribasso più importante dal 1931 a questa parte, ha contribuito in maniera decisiva a far cambiare l’umore del mercato dopo due correzioni importanti che hanno segnato il 2018. «I recenti ribassi sono dovuti ai timori per la crescita tipici della fase avanzata del ciclo economico che secondo le nostre valutazioni non è però ancora giunto alla fine perché non c’è un’inflazione elevata che sarebbe sostenuta da una crescita economica vivace» ha detto Doyle. «Non ci sono le condizioni macro per una fine corsa delle azioni europee, per cui riteniamo che vi siano ancora margini di guadagno in un mercato nettamente sottovalutato rispetto agli Stati Uniti e caratterizzato da alcune ottime aziende».

Restano però le incognite che alimentano la volatilità. In primo luogo l’Europa è disseminata di fragilità politiche in vista delle elezioni del Parlamento europeo di maggio 2019. Accanto a queste elezioni c’è da risolvere ancora la questione Brexit e, secondo l’analisi di JP Morgan, queste incognite potrebbero fermare la Banca centrale europea nella decisione di aumentare i tassi d’interesse nella seconda metà del 2019. Un’ipotesi condivisa anche da Morgan Stanley che si attende una revisione delle stime di crescita dell’Eurozona e una lenta ripresa dell’inflazione. Per Morgan Stanley questi due fattori dovrebbero spingere la BCE, con ogni probabilità ad aprile, ad annunciare altri finanziamenti bancari in sostituzione del lancio di una terza tornata di operazioni di finanziamento a lungo termine (Tltro).

Il mese di marzo appena cominciato è decisivo per chiarire il quadro politico inglese. Ci sono tre date chiave da tenere presente: il 12 marzo quando Parlamento europeo britannico è chiamato a votare sulla modifica dell’accordo raggiunto da Theresa May con l’Europa che dovrebbe dare maggiori garanzie sul confine irlandese; se l’accordo fosse bocciato, il 13 marzo, May potrebbe proporre una mozione per lasciare la Ue senza accordo; se anche questa seconda ipotesi fosse bocciata, il 14 marzo si andrà a votare l’estensione breve e limitata dell’articolo 50, ovvero il rinvio della Brexit con ogni probabilità a giugno, dopo le elezioni europee, come suggerisce il report Extending Article 50: One step too far for the EU? dell’European Policy Centre (EPC), think tank con sede a Bruxelles, firmato da Larissa Brunner, che ipotizza anche la possibilità di un secondo referendum.

IDEE DI INVESTIMENTO

I mesi che separano le Borse europee dalla chiusura del primo semestre 2019 sono densi di incognite politiche da risolvere e condizionano le mosse dei grandi investitori. Su una cosa però sono tutti d’accordo: le azioni europee sono al momento le più sottovalutate del globo. In particolare, Piazza Affari è al momento la migliore Borsa europea (+13% da gennaio a marzo 2019) che corre di più grazie al settore bancario che potrebbe beneficiare ancora delle mosse delle BCE.

Per investire in Europa garantendosi la migliore diversificazione, la scelta ottimale è un fondo azionario specializzato che adotta uno stile value individuando i titoli che hanno le maggiori potenzialità nel lungo periodo (Categoria Morningstar: Azionari Europa Large Cap Value).

La Top 5 dei fondi azionari value

ProdottoRendimento YTDRendimento 3y
Invesco Pan European Focus Equity Fund Classe E Eur13,11%4,80%
State Street Europe Value Spotlight Fund P12,83%5,40%
Raiffeisen Azionario Europeo (r)12,75%7,48%
AB FCP I European Equity Portfolio Classe C12,47%6,54%
M&G (Lux) Investment Funds 1 - M&G (Lux) European Strategic Value Fund JI EUR Acc12,30%---
Nella tabella, i fondi azionari che investono secondo lo stile value ordinati per rendimento da gennaio 2019. Dati in euro aggiornati a marzo 2019. Fonte: Morningstar.

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Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

 

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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