Ha tutto il mondo contro ad eccezione dei mercati finanziari. Donald Trump ha deciso di disattendere gli accordi sul clima presi a Parigi dal suo predecessore Barack Obama, e ha raccolto le critiche di mezzo mondo ma le Borse, prima fra tutte quella americana, tutte ai massimi storici, continuano la luna di miele con il presidente statunitense.

Dopo l’annuncio, i mercati hanno chiuso la prima settimana di giugno sui massimi storici e la corsa sembra inarrestabile: dall’elezione di Trump a novembre 2016 il Dow Jones è salito del 17%, l’indice S&P’s 500 del 18% e il Nasdaq del 25%. In Europa le cose non sono andate diversamente e non importa se il prezzo del petrolio continua a scendere.

La decisione di non rispettare gli accordi di Parigi sulla riduzione delle emissioni americane di CO2 fanno supporre che la produzione di greggio statunitense possa aumentare. Questo fattore, unito alle nuove regole fiscali hanno spinto i grandi investitori a non guardare nemmeno più alla Federal Reserve: la disoccupazione americana è ai minimi dal 2011 e un rialzo dei tassi è dato per scontato a giugno.

Clima: quale impatto ha la decisione di Trump sugli investimenti a tema ambiente

Se le Borse festeggiano, la domanda che il mondo si fa nella Giornata Mondiale dell’Ambiente istituita dall’Onu che si celebra ogni 5 giugno dal 1972 è: quale impatto avrà la decisione di Trump sugli investimenti a tema ambiente e clima? Dall’Europa e Parigi alla Cina, dall’India alla Russia passando per il Vaticano, il dissenso è unanime e non c’è dubbio che questa decisione abbia messo in discussione non solo il destino del pianeta, ma anche la credibilità degli Stati Uniti e gli equilibri geopolitici globali. «Siamo preoccupati per il futuro del nostro pianeta, ma crediamo che l’impatto sarà prevalentemente psicologico», ha detto Jens Peers, CFA Global CIO, Equity e Fixed Income di Mirova, affiliata di Natixis Global Asset Management, una delle poche società che offre sul mercato italiano fondi che investono secondo criteri di decarbonizzazione rispetto dell’ambiente.

L’impatto, dunque, sarà limitato nei portafogli dei fondi di investimento. La ragione è semplice. «I termini dell’accordo di Parigi consentono solo il ritiro non prima di quattro anni dopo la ratifica, che per gli Stati Uniti significa novembre 2020, quando ci saranno le prossime elezioni presidenziali statunitensi» ha aggiunto Peers. «Pertanto, sia la rinegoziazione dei termini che l’accordo saranno un importante argomento di discussione della prossima campagna elettorale». La sensazione è che Trump stia provando a posticipare l’inevitabile, creando un clima che incoraggia le società a non adeguarsi.

IDEE DI INVESTIMENTO

Gli investitori non amano l’incertezza, né tanto meno le aziende quando devono prendere decisioni di investimento di lungo periodo. Per questo molte aziende americane e alcuni stati hanno tentato di  esercitare pressioni su Trump per fare in modo che non prendesse questa decisione. Secondo l’analisi di Mirova, il ritiro dell’accordo di Parigi non avrà conseguenze immediate sui portafogli investiti, li avrà sicuramente sulla politica internazionale, andando ad aggiungersi come elemento di disturbo. Gli Stati Uniti si uniscono al ristretto novero dei Paesi che non hanno firmato l’accordo, tra cui Siria e Nicaragua, con una perdita di credibilità per gli Stati Uniti nei futuri negoziati internazionali, connessi al clima o no.

Secondo l’analisi dei gestori di Mirova è difficile prevedere come reagiranno i mercati azionari nel breve, anche se ritengono che le potenzialità per le energie rinnovabili e un’economia decarbonizzata restino immutate nel lungo periodo. ). «Le aziende di tutto il mondo si stanno ponendo target  ambiziosi per risparmiare energia, materiali e risorse, in scia alla  consapevolezza che una maggiore sostenibilità è vitale per preservare la  propria competitivita» dicono Thomas Sorensen e Henning Padberg,  portfolio managers del Nordea 1 – Climate and Environment Equity Fund, «il ritiro degli Stati Uniti dall’accordo di Parigi sul clima è un duro colpo alla battaglia per la tutela ambientale,  tuttavia, il supporto politico è solo uno dei fattori che movimenta questo mega trend».

Per i gestori di Nordea, l’idea che ambiente e profitti non possano andare a braccetto è stata superata e, anzi, l’impatto di clima e ambiente sui flussi di cassa delle aziende è un argomento ancora sottovalutato dagli operatori del mercato.

La strategia dei grandi gestori che hanno scelto di investire in maniera ecologica (categoria Morningstar: Azionari settore ecologia), nonostante gli Stati Uniti.
Ecco i migliori prodotti che investono con questi criteri presenti sul mercato italiano:

  • Pictet – Global Environmental Opportunities – R EUR, Gabriel Micheli e Luciano Diana che gestiscono il fondo, un azionario altre specializzazioni per Assogestioni, hanno come obiettivo individuare macro temi guida nelle scelte dei titoli nei settori: Agricoltura, Energia Pulita, Legname e Risorse Idriche. Il fondo rende il 14,15% da giugno 2014 a giugno 2017 (+11,6% da gennaio a giugno 2017). Gli Stati Uniti valgono il 55% del portafoglio totale, contro il 13,9% dell’Europa euro.
    Pictet – Global Environmental Opportunities – R EUR rende il 14,15% da giugno 2014 a giugno 2017 (+11,6% da gennaio a giugno 2017). Fonte: Morninstar.
    Pictet – Global Environmental Opportunities – R EUR rende il 14,15% da giugno 2014 a giugno 2017 (+11,6% da gennaio a giugno 2017). Fonte: Morninstar.

     

  • Nordea 1 – Global Climate and Environment Fund Classe E Eur (acc) è gestito da Thomas Sørensen ed Henning Padberg, è un azionario altre specializzazioni per Assogestioni, che investe in maniera globale in titoli emessi da società che si prevede beneficeranno, direttamente o indirettamente, dell’evoluzione delle problematiche ambientali, tra cui i cambiamenti climatici. Il fondo rende il 14,12% da giugno 2014 a giugno 2017 (+10,08% da gennaio a giugno 2017). Gli Stati Uniti valgono il 48,8% del portafoglio totale, contro il 28,6% dell’Europa euro.
    Nordea 1 – Global Climate and Environment Fund Classe E Eur (acc) rende il 14,12% da giugno 2014 a giugno 2017 (+10,08% da gennaio a giugno 2017). Fonte: Morningstar.
    Nordea 1 – Global Climate and Environment Fund Classe E Eur (acc) rende il 14,12% da giugno 2014 a giugno 2017 (+10,08% da gennaio a giugno 2017). Fonte: Morningstar.

     

  • Vontobel Clean Technology A è gestito da Pascal Dudle, è un azionario energie e materie prime per Assogestioni, Il fondo rende il 13,94% da giugno 2014 a giugno 2017 (+9,41% da gennaio a giugno 2017). Gli Stati Uniti valgono il 47,7% del portafoglio totale, contro il 26,2% dell’Europa euro.
    Vontobel Clean Technology A rende il 13,94% da giugno 2014 a giugno 2017 (+9,41% da gennaio a giugno 2017). Fonte: Morningstar.
    Vontobel Clean Technology A rende il 13,94% da giugno 2014 a giugno 2017 (+9,41% da gennaio a giugno 2017). Fonte: Morningstar.

     

Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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