Non è una crisi di sistema. Nelle sale operative delle investment bank si ribadisce con forza questa affermazione anche dopo che l’onda lunga delle difficoltà del settore bancario dall’americana Silicon Valley Bank (SVB) si è spostata alla svizzera Credit Suisse, storica banca elvetica con 167 anni di storia alle spalle.

Il mercato ha vissuto il secondo weekend consecutivo di paura. In campo sono scese ancora una volta le più grandi banche centrali del mondo (America, Europa, Uk e Giappone) che si sono riunite domenica 19 marzo 2023 per fermare la diffusione di una crisi bancaria. Nello stesso momento le autorità svizzere cercavano di convincere UBS ad acquistare la rivale Credit Suisse con un accordo che è stato definito storico.

Ascolta il podcast a cura del team advisory Ersel che analizza le ragioni della crisi di Credit Suisse, la tempesta sul debito subordinato della banca e una view sul mercato.

In dettaglio vediamo cosa è accaduto:

  • La bocciatura di PwC. Il 13 marzo 2023 quando i mercati stavano ancora riprendendosi dal fallimento di SVB, Credit Suisse dichiara in un comunicato ufficiale che il revisore PwC ha individuato “debolezze sostanziali” nei suoi controlli di rendicontazione finanziaria. Immediatamente il titolo perde il 70%.
  • Il socio arabo che volta le spalle. Due giorni dopo le azioni di Credit Suisse sono crollate di un altro 20%, raggiungendo un altro minimo storico, perché il presidente della Saudi National Bank Ammar Alkhudairy, che lo scorso anno ha acquistato una partecipazione del 10% in Credit Suisse, esclude la possibilità di fornire alla banca ulteriore assistenza finanziaria. Le azioni vengono sospese.
  • Una crisi che viene da lontano. Credit Suisse era già sotto pressione da tempo. Il bilancio 2022 ha riportato la più grave perdita finanziaria dal 2008 e ha annunciato un aumento di capitale. Da anni la banca era al centro di scandali finanziari.
  • Gioco di squadra per il salvataggio. Le autorità svizzere con la collaborazione di quelle britanniche e americane cominciano a lavorare senza sosta alla ricerca di un accordo che metta in sicurezza Credit Suisse, allentando le pressioni sull’intero settore bancario.
  • La soluzione UBS. Fin dal primo momento si pensa di trovare una soluzione in casa affidando a UBS il salvataggio di Credit Suisse. L’accordo è stato raggiunto: UBS pagherà 3 miliardi di franchi svizzeri (3,23 miliardi di dollari) per Credit Suisse e si assumerà perdite fino a 5,4 miliardi di dollari. In cambio UBS ha ottenuto fino a 100 miliardi di franchi svizzeri di liquidità dalla Banca centrale svizzera, oltre a garanzie per 9 miliardi dal governo svizzero per far fronte a eventuali perdite di Credit Suisse. L’accordo deve concludersi entro la fine del 2023.
  • Taglio di posti di lavoro. Le nozze fra Credit Suisse e UBS potrebbero tradursi nel taglio di 10.000 posti di lavoro. Già a ottobre 2022 Credit Suisse aveva annunciato un piano di ristrutturazione che prevedeva tagli significativi del personale e un cambiamento radicale del business.

Banche europee osservate speciali

Il salvataggio di Credit Suisse non spegne del tutto i fari puntati sul settore bancario. La Commissione europea continua a seguire attentamente la situazione. Tanto che la crisi di Credit Suisse, ma anche gli effetti del fallimento dell’americana SVB, arrivano sul tavolo dell’Eurosummit.

Cosa potrebbe accadere ora?

  • Prestiti sotto pressione. Secondo l’analisi di Equita, il comparto sia in Italia, sia in Europa, è solido e capitalizzato e non ci sono i rischi del 2008. Tuttavia l’aumento di instabilità finanziaria potrebbe mettere sotto pressione i prestiti bancari, facendo diminuire la volontà di concedere credito sia nell’area euro, sia in America.
  • Banche centrali rassicuranti. Dopo l’accordo UBS-Credit Suisse le banche centrali (FED, BCE, BOJ) hanno rassicurato il mercato e si sono dette pronte a iniettare liquidità per stabilizzare i mercati. Secondo il consensus degli analiti di Bloomberg, le banche centrali potrebbero fermare la corsa al rialzo dei tassi nonostante l’inflazione non abbia raggiunto gli obiettivi sperati.
  • Titoli di Stato e oro in salita. La conseguenza delle crisi bancarie delle ultime due settimane e di una frenata sui tassi ha riportato in alto i titoli di Stato e i prezzi dell’oro sono salito oltre i 2 mila dollari l’oncia, il punto più alto dal 2021.
  • Cresce l’avversione al rischio. La volatilità in Borsa ha fatto crescere l’avversione verso strumenti rischiosi. In questa categoria rientrano anche i corporate bond che sono finiti sotto pressione.

IDEE DI INVESTIMENTO

Le tensioni sul sistema bancario offrono lo spunto per un check up di portafoglio.

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Note
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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