Cosa manca all’intelligenza artificiale? Conoscere chi sta ponendo domande e si aspetta una risposta immediata. OpenAI, l’azienda che ha lanciato ChatGPT, vuole rimediare a questa lacuna e dare al suo chatbot una memoria. La nuova funzione è in fase di sperimentazione e in futuro sarà disponibile per tutti gli iscritti gratis e a pagamento. In che modo? Il chatbot sarà in grado di memorizzare dettagli chiave sui suoi utenti per rendere le risposte personalizzate e più utili.

Come funziona la memoria di un chatbot

Le aziende dell’intelligenza artificiale lavorano da anni sulla possibilità di dare una memoria a chatbot e robot in modo da renderli più utili. Leggi l’analisi di Ersel sull’IA come tema chiave per il 2024.

Chiedere dettagli personali agli utenti è la strada più semplice, anche perché è già stata sperimentata dai social media come Facebook. In particolare:

  • Cosa vuole sapere il chatbot. Dettagli su famiglia, salute, preferenze di abbigliamento e cibo sono solo alcune delle informazioni che il chatbot può immagazzinare come memoria dell’utente. Il gioco è però a due vie: l’utente può chiedere a sua volta al chatbot di memorizzare lo stile che si preferisce utilizzi, il tono di voce e così via.
  • Memoria gestita dall’utente. Gli utenti avranno il controllo della memoria di ChatGPT con la possibilità di disattivare la funzione in qualsiasi momento. Ma il bot potrà immagazzinare dettagli anche da solo. In sostanza, ChatGPT potrebbe scegliere di ricordare solo alcuni dettagli che ritiene importanti.
  • Raccolta dati simile a Facebook. La raccolta dei dati per impostazione predefinita è il metodo che per anni è stato utilizzato Facebook e che ora è modello di memoria che sta sperimentando OpenAI. In pratica, l’intelligenza artificiale addestra il software usando dati sensibili delle persone e potrebbe decidere di monetizzare queste informazioni in futuro.
  • Risposte influenzate da tesi predefinite. Se si costruisce un chatbot personalizzato, il rischio è che le risposte offerte siano tagliate su misura su cosa vuol sentirsi dire l’utente in base ai propri gusti. Il risultato è esattamente quello che accade con il feed sui social media che fornisce contenuti in linea con i pregiudizi culturali e politici dell’utente.

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Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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