Negli ultimi anni l’interesse per i mercati privati è cresciuto in maniera significativa. Sempre più società di gestione stanno diversificando il proprio business in questo segmento, spinti dalla ricerca di nuove fonti di rendimento e dalla domanda di prodotti alternativi da parte di investitori istituzionali e privati ad alto reddito. Ma l’attenzione verso i mercati privati non riguarda solo i grandi player globali: anche per gli investitori retail, attraverso i fondi comuni, questi strumenti iniziano a rappresentare un tassello interessante in ottica di diversificazione.

Cosa sono e come funzionano i mercati privati

Con “mercati privati” si intendono tutti gli investimenti che non transitano su mercati regolamentati come Borsa Italiana, Nasdaq o NYSE. In altre parole, tutto ciò che non è quotato in borsa.

Tra le principali asset class dei mercati privati troviamo:

  • Private equity: finanziare aziende non quotate per aumentarne il valore e rivenderle a un prezzo maggiore.
  • Private debt: concedere prestiti a imprese non quotate, con rendimenti spesso superiori rispetto alle obbligazioni tradizionali.
  • Real estate: investimenti nel settore immobiliare.
  • Infrastrutture: partecipazione a grandi progetti come ferrovie, aeroporti o reti di telecomunicazioni.
  • Risorse naturali: esposizione a materie prime come petrolio, gas o metalli preziosi.

I vantaggi percepiti da molti investitori sono:

  • rendimenti potenzialmente superiori nel lungo periodo,
  • maggiore diversificazione del portafoglio,
  • stabilizzazione durante le fasi di volatilità dei mercati quotati,
  • possibilità di contribuire a progetti di sviluppo sostenibile.

Tuttavia, i private markets sono caratterizzati da illiquidità, complessità gestionale e scarsa trasparenza delle informazioni, fattori che richiedono competenze elevate e un approccio di lungo periodo.

Come si stanno muovendo i gestori di fondi

Il settore del risparmio gestito sta vivendo una trasformazione. Con i fondi comuni tradizionali sotto pressione a causa delle commissioni in calo e della concorrenza dei prodotti passivi, molti gestori stanno cercando nuove fonti di crescita nei mercati privati.

  • T. Rowe Price, ad esempio, ha acquisito Oak Hill Advisors per entrare nel private credit, ma ha incontrato difficoltà di integrazione e raccolta. Oggi collabora con Goldman Sachs per distribuire prodotti alternativi anche al pubblico retail.
  • Franklin Resources ha costruito un portafoglio di oltre 260 miliardi di dollari in strategie alternative acquisendo boutique specializzate in private equity, credito e real estate.
  • Invesco ha cercato di crescere nel private credit con partnership e fondi dedicati, pur incontrando difficoltà nel raccogliere capitali.
  • BlackRock, il più grande gestore al mondo, ha rafforzato la sua presenza nei private markets con acquisizioni e alleanze, puntando a integrare soluzioni liquide e illiquide per la clientela globale.
  • Altri colossi come Capital Group, Vanguard, Wellington e State Street hanno stretto joint venture con operatori storici come Blackstone, KKR o Apollo.

La direzione è chiara: i mercati privati stanno diventando un terreno di competizione anche per i grandi gestori tradizionali, che cercano di renderli accessibili a un pubblico più ampio.

Quali sono le prospettive future

Il ruolo dei mercati privati nel risparmio gestito è destinato a crescere. Alcune tendenze chiave sono:

  • Maggiore accessibilità per gli investitori retail: i gestori stanno sviluppando veicoli semi-liquidi, come fondi evergreen o strategie ibride, che riducono le barriere d’ingresso.
  • Diversificazione strutturale dei portafogli: le allocazioni al private equity, al private debt e alle infrastrutture diventeranno complementari agli asset quotati.
  • Riduzione della volatilità complessiva: i private markets tendono a reagire meno alle oscillazioni quotidiane delle borse, offrendo un profilo più stabile.
  • Innovazione nei prodotti: coinvestimenti, mercati secondari e fondi ibridi renderanno più flessibile la gestione della liquidità.

In questo scenario, i gestori con una solida esperienza nei private markets saranno avvantaggiati, mentre i player tradizionali dovranno affrontare un percorso di apprendimento e adattamento.

Quali sono i rischi e le opportunità

Per un risparmiatore retail che investe attraverso fondi comuni, i mercati privati offrono opportunità ma anche sfide.

Opportunità

  • Diversificazione: ridurre la dipendenza dai mercati quotati.
  • Rendimenti potenzialmente superiori nel lungo termine.
  • Stabilità del portafoglio nei momenti di alta volatilità.
  • Impatto sociale positivo, se si scelgono fondi orientati a progetti ESG e sostenibili.

Rischi

  • Illiquidità perché i capitali restano vincolati per anni.
  • Scarsa trasparenza rispetto alle società quotate.
  • Complessità perché richiedono la gestione di professionisti esperti.
  • Effetto denominatore: nei momenti di forte volatilità dei mercati quotati, il peso dei private markets in portafoglio può risultare distorto.

IDEE DI INVESTIMENTO

I mercati privati non sono una soluzione miracolosa, ma un’opzione interessante per arricchire la propria strategia di investimento. Per costruire un portafoglio equilibrato, l’investitore retail dovrebbe:

  • Mantenere un approccio di lungo periodo (buy & hold)
  • Non cercare di “indovinare il momento giusto” per entrare o uscire
  • Affidarsi a gestori con competenze specifiche
  • Considerare i private markets come una quota minoritaria, ma strategica, dell’asset allocation complessiva.

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NOTE
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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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