Dopo più di 50 anni di false partenze, a dicembre 2022 il Dipartimento di energia degli Stati Uniti ha annunciato una svolta storica in tema di nucleare. Per la prima volta gli scienziati sono riusciti a generare in laboratorio più energia da una reazione di fusione di quella necessaria per innescarla. Scopri quali sono i pro e contro di questa scoperta e come investire sul megatrend dell’energia sostenibile.

Perché questo risultato è importante?

  • L’innesco di una reazione di fusione è un processo estremamente complicato che richiede enormi quantità di energia. Gli scienziati del Lawrence Livermore National Laboratory del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti, sono riusciti ad ottenere un guadagno netto di energia, ovvero hanno prodotto più energia di quanta ne abbiano consumata.
  • La svolta crea la possibilità di un sistema per produrre energia che potrebbe essere sfruttata e venduta.
  • Questo dimostra che la tecnologia della fusione potrebbe essere utilizzata per generare elettricità su scala commerciale.
  • I tempi? Secondo il presidente americano, Joe Biden, entro il 2032. Secondo le stime degli scienziati serviranno almeno altri 30 anni.

Perché il processo di fusione è diverso dalla fissione nucleare?

  • La fissione è un procedimento che divide gli atomi mentre la fusione li fonde insieme. I reattori nucleari utilizzati dagli anni ’50 per generare elettricità impiegano tutti la fissione, così come la bomba atomica.
  • I reattori a fissione producono elettricità giorno e notte, ma producono anche rifiuti radioattivi che sono nocivi per l’ambiente e l’uomo per migliaia di anni e devono essere immagazzinati con cura, sia nelle centrali, sia in depositi.
  • L’energia di fusione, al contrario, è la fonte di energia delle stelle, la cui immensa gravità schiaccia gli atomi di idrogeno per formare l’elio. Con la fusione, non ci sono scorie radioattive.

La fusione nucleare era già nota. Cosa è cambiato oggi?

  • Gli esperimenti con la fusione nucleare sono antichi come quelli con la fissione e hanno un’origina bellica. La prima bomba a fusione fu fatta esplodere dagli Stati Uniti nel 1952.
  • Il processo di fusione era stato accantonato per produrre elettricità perché una reazione stabile e controllata che può far funzionare una centrale elettrica richiede un’enorme quantità di energia, sia per ottenere la reazione, sia per contenerla.
  • Fino a oggi, tutti i metodi per produrre la fusione in laboratorio hanno richiesto più energia di quella creata dalla reazione stessa. Gli scienziati americani ci sono riusciti, ma rendere il processo utilizzabile su larga scala con una fusione sostenibile è un obiettivo ancora da raggiungere.
  • La costruzione di una centrale elettrica basata sulla fusione è il prossimo passo. L’esperimento americano ha generato energia in eccesso su piccola scala, l’industria ora deve sviluppare sistemi in grado di produrre molta più energia in eccesso e su scala molto più ampia.

IDEE DI INVESTIMENTO

Il 2022 sarà ricordato come l’anno in cui il nucleare ha ottenuto la patente di energia sostenibile. A conferirla è stato l’inserimento nella tassonomia dell’Unione Europea di gas e nucleare mettendoli, di fatto, sullo stesso livello delle energie rinnovabili. A quali condizioni?

  • L’energia derivata dal nucleare dovrà provenire da centrali tecnologicamente avanzate che garantiscano sicurezza, costi contenuti e siti di stoccaggio per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi.
  • Le nuove centrali europee dovrebbero ricevere i permessi di costruzione entro il 2045. La Francia è il Paese europeo con il primato dell’energia nucleare.
  • Gli Stati Uniti vogliono diventare leader di settore proprio grazie alle nuove tecnologie e puntano su piccoli reattori e sulla fusione nucleare.
  • L’Asia ha il primato mondiale dell’energia nucleare con Cina e India che hanno piani di sviluppo di lungo termine.

Per investire sul megatrend della transizione energetica che guarda a fonti alternative come il nucleare ci sono fondi azionari che investono a livello globale.

  • BGF Sustainable Energy Fund Class E2 EUR è un fondo azionario internazionale e ha un rendimento a tre anni del 14,33% (dati Morningstar aggiornati a gennaio 2023). Investe almeno il 70% del patrimonio in azioni di società operanti nel settore delle energie alternative e tecnologiche. Partito nel 2001 ha come primi settori in portafoglio tecnologia e beni industriali, investe America il 39% ed Europa il 32% del portafoglio.

BGF Sustainable Energy Fund Class E2 EUR

  • BNP Paribas Energy Transition Classe N Eur Acc è un fondo azionario internazionale che rende il 13,50% a tre anni (dati Morningstar aggiornati a gennaio 2023) investe almeno 2/3 del patrimonio in titoli che esercitano un’attività significativa nel settore energetico e in settori collegati come le materie prime. Partito nel 2013 ha come primi settori in portafoglio tecnologia e beni industriali. Il 62% è investito in America.

BNP Paribas Energy Transition Classe N Eur Acc

  • Pictet – Clean Energy Classe R Eur ha un rendimento a tre anni del 9,14% (dati Morningstar aggiornati a gennaio 2023). Partito nel 2007 investe in società di tutto il mondo che contribuiscono e beneficiano della transizione a livello globale verso una produzione e un consumo di energia meno basati sulle energie fossili. Tecnologia e utilities sono i primi settori in portafoglio, a livello geografico il 68% è investito sull’America.

Pictet – Clean Energy Classe R Eur

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NOTE

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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