Il 2018 appena concluso sarà ricordato come l’anno del ritorno della volatilità sui mercati azionari con un una correzione che ha trascinato al ribasso i rendimenti dei fondi azionari colpendo in particolar modo i prodotto specializzati absolute return. Quando “il mercato gira”, come dicono gli operatori, la miglior difesa è l’attacco cercando di cogliere le occasioni sui minimi anche grazie alla massima diversificazione di portafoglio. In particolare il 2018 è stato caratterizzato da una flessione importante dei titoli tecnologici, le cosiddette Dot.com, che non ha sorpreso i grandi gestori ma ha riportato alla mente quanto accaduto al settore alla fine degli anni ‘90 poco prima dello scoppio della bolla del 2000.
Il parallelo con quanto accadde circa 20 anni fa ha impegnato gestori e analisti negli ultimi mesi obbligandoli a fare i conti con il settore tecnologia che non è più un outsider ma un pezzo portante dell’economia che ormai fonda sul digitale e gli asset intangibili la propria forza. Ma siamo davvero di fronte a una nuova bolla? E il mercato reagirà come 20 anni fa? Se facciamo un parallelo troviamo alcuni punti in comune e altri di grande diversità:
I punti di contatto con gli anni ’90:
- Negli ultimi cinque anni, esattamente come accaduto negli ultimi cinque anni degli anni ’90, le azioni tecnologiche hanno sovraperformato il mercato in generale.
- Le azioni growth, ovvero ad alta crescita, hanno generalmente sovraperformato il mercato durante la fase di crescita delle azioni tecnologiche, e in particolare dal 2007 in avanti quando è partito il ciclo rialzista.
- Le azioni value hanno ottenuto un rendimento importante negli ultimi 5 anni esattamente come accaduto alla fine degli anni ’90.
Le differenze rispetto agli anni ’90:
- Secondo i calcoli di Morgan Stanley, i principali indici azionari hanno avuto negli ultimi cinque anni un andamento simile a quello degli ultimi cinque anni degli anni 90 con un mercato generalmente rialzista, ma l’andamento delle Dot.com non è stato così impetuoso come 20 anni fa: nel 1995-2000, l’indice S&P’s 500 ha guadagnato il 28% e il Nasdaq ha guadagnato il 41% su base annua, rispetto al 16% e il 19%, rispettivamente, in questo ciclo.
- La crescita degli utili ha guidato il recente mercato rialzista in misura molto maggiore di quanto non fosse accaduto durante l’era delle Dot.com. A quel tempo, il rally era in gran parte guidato dal sentiment, dal momento che gli investitori si dimostrarono disponibili ad assegnare valutazioni più elevate alle azioni di società che non stavano crescendo così velocemente in termini di utili e, in molti casi, non stavano facendo alcun profitto.
- Nel 2000 il rapporto prezzo/utili sullo S&P’s 500 è salito a 25 contro il 12,5 nel 1995, oggi il rapporto prezzo/utili sullo S&P’s 500 è intorno a 15 e non ha avuto picchi vertiginosi negli ultimi 5 anni.
IDEE DI INVESTIMENTO
La correzione delle Dot.com che si è registrata negli ultimi mesi del 2018 può essere davvero un punto di svolta per il mercato azionario anche se non ci saranno conseguenze drammatiche come nel 2000. Secondo Morgan Stanley, questo è il momento di riposizionare il portafoglio investito sul mercato americano su aree che hanno corso meno negli ultimi cinque anni come, per esempio, le azioni value, e in generale puntare di più sulle azioni internazionali grazie a una diversificazione globale di portafoglio sullo stile value.
Per riposizionare il portafoglio in maniera globale secondo lo stile value, esistono fondi azionari globali specializzati (Categoria Morningstar Azionari globali Large Cap Value)
La Top 10 dei fondi azionari globali a stile Value
Prodotto | Rendimento YTD | Rendimento 3y | Rendimento 5y |
---|---|---|---|
Acadian Global Equity UCITS A EUR | 3,99% | 5,63% | 10,32% |
Janus Henderson Glb Value A USD Acc | 3,87% | 2,25% | 7,22% |
Nordea-1 Global Stable Equity Fund Classe BP Eur | 3,71% | 3,78% | 9,75% |
Wellington Global Value Eq USD S Acc | 3,59% | 3,90% | --- |
UniValueFonds: Global C | 2,47% | 4,02% | 8,33% |
AXA Rosenberg Glb Eq Alpha B USD Acc | 2,29% | 4,79% | 9,31% |
Robeco QI Global Value Equities I € | 1,95% | 7,46% | --- |
PIMCO GIS RAE Glbl Dev T Acc | 0,59% | 4,47% | --- |
EdRF Global Value R EUR | 0,42% | 2,44% | 4,95% |
Pramerica Azioni Globali | 0,15% | 3,73% | 9,04% |
Questo non significa che le occasioni nelle tecnologia siano finite, vanno semplicemente ricercate fuori dagli Usa. Ma dove? Secondo l’analisi di Xavier Hovasse, gestore Emerging Equities di Carmignac, è sui mercati emergenti la prossima frontiera Dot.com: solo dieci anni fa le azioni tecnologiche valevano solo il 14% dell’indice MSCI Emerging Market, mentre energia e materie prime pesavano per il 20%; oggi il settore tecnologico vale il 27% dell’indice più rappresentativo dei mercati emergenti, mentre energia e materie prime valgono meno del 15%. La diversificazione globale di portafoglio che guarda alla tecnologia, secondo Carmignac, prevede meno e-commerce e social media in portafoglio e più titoli di aziende che guidano l’evoluzione delle infrastrutture tecnologiche che è un megatrend dei prossimi 10 anni.
Fai un check-up del portafoglio sulla piattaforma Online SIM e scopri i migliori fondi per investire.
Note
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.
Nessun commento