L’Eurosummit che si è chiuso a Bruxelles ha in parte deluso le aspettative del mercato: il paracadute per il fondo salva-banche è in programma e si farà entro dicembre 2018, ma non è ancora chiaro il destino delle altre riforme della zona euro e in particolare della creazione di un bilancio comune. Cosa vuol dire? Al momento l’integrazione economica dell’Europa non è la priorità. Eppure, per sostenere l’espansione economica serve maggiore convergenza e integrazione tra membri della zona euro, ma non c’è accordo sulle proposte circolate finora. Per questo l’unico mandato affidato all’Eurogruppo da preparare entro dicembre è quello di formulare una proposta di paracadute del fondo salva-banche, per condividere il rischio.

Secondo le proposte circolate finora, il fondo salva-banche entrerebbe in azione tra il 2020 e il 2024 e comunque solo dopo che le banche europee avranno ulteriormente ridotto i crediti deteriorati, e quindi i rischi, in portafoglio. Sul piatto c’è anche la riforma del Meccanismo europeo di stabilità (MES), detto anche Fondo salva-Stati, in inglese European Stability Mechanism (ESM), finora usato solo per aiutare la Grecia, sono finite in un generico punto delle conclusioni che rinvia all’Eurosummit di dicembre. Del resto, l’ESM se si guarda alla Grecia pare aver funzionato: il premier greco Alexis Tsipras ha festeggiato la fine del memorandum tra la Grecia e i creditori internazionali il 22 giugno 2018.

L’accordo raggiunto all’Eurogruppo in Lussemburgo prevede che la Grecia torni ad essere “un paese normale” posticipando di 10 anni il pagamento dei 110 miliardi di euro di prestiti ricevuti dal vecchio fondo salva-Stati Efsf, e nello stesso tempo è allungato di ulteriori 10 anni il cosiddetto “periodo di grazia” in cui non scattano sanzioni se non si ripaga il prestito. Un’ultima tranche di aiuti da 15 miliardi darà al governo la sicurezza di coprire tutti i bisogni finanziari del prossimo anno. Dopo la decisione dell’Eurogruppo sull’uscita della Grecia dal programma di aiuti che contiene, tra l’altro, misure per alleggerire il debito, la Grecia di Tsipras si avvia verso l’anno delle elezioni. Quanto peserà sull’Europa?

 

IDEE DI INVESTIMENTO

Per il consensus dei gestori il clima di protezionismo che stanno vivendo i mercati spinge a tornare sull’Europa. La risoluzione della questione greca dopo 8 anni – in totale il Paese ha avuto 273 miliardi di euro di aiuti – può dar una nuova spinta di interesse verso il Vecchio Continente. Gli investitori obbligazionari sono già tornati a credere nei bond decennali della Grecia che rendono la metà (4,1%) di quando Tsipras è stato eletto per la prima volta a gennaio 2015 e oltre il 15% in meno dell’estate di fuoco di Atene. La promozione a febbraio 2018 degli analisti di Moody’s e di Fitch al debito greco ha dato una spinta al rendimento del decennale che è in controtendenza rispetto al resto d’Europa.
L’outlook sul mercato obbligazionario, secondo il consensus degli analisti di Bloomberg, è positivo per i miglioramenti fiscali e istituzionali nell’ambito di quel programma di aggiustamento che sarà sostenuto nei prossimi anni, come ha confermato Tsipras in vista delle elezioni previste a settembre 2019 a scadenza di mandato. Le misure fiscali dovrebbero contribuire alla ripresa dell’economia – la crescita economica è tornata positiva (+1,4%) nel 2017 e le previsioni sono di una crescita dell’1,9% nel 2018 e del 2,2% nel 2019 – e del settore bancario. Gli analisti sono convinti che la Grecia concluderà con successo il terzo programma di salvataggio e tornerà ad autofinanziarsi sui mercati. Sul fronte azionario, da gennaio a luglio 2019 la Borsa di Atene ha perso ha perso il 5,9% in linea con gli altri mercati europei.

Le azioni greche rappresentato solo lo 0,2% del MSCI Europe Index e, secondo i calcoli di Morningstar, i gestori specializzati sull’Europa che hanno una quota significativa di azioni greche si contano sulle dita di una mano. Per investire in Europa, più del Paese su cui si investe conta lo stile.

Ecco i migliori gestori d’Europa (Categoria Morningstar Azionari Europa) e qual è lo stile di gestione vincente:

La top ten dei fondi azionari Europa

ProdottoRendimento YTDRendimento 3yCategoria Morningstar
Fidelity FAST Europe A-ACC-EUR9,12%0,68%EAA Fund Europe Large-Cap Blend Equity
Jupiter European Growth L EUR Acc7,25%7,32%EAA Fund Europe Large-Cap Growth Equity
Fidelity European Dynamic Growth Classe E (acc)7,01%8,04%EAA Fund Europe Large-Cap Growth Equity
RWC European Equity B EUR Acc6,28%---EAA Fund Europe Large-Cap Blend Equity
Vitruvius European Equity B USD5,73%-2,53%EAA Fund Europe Large-Cap Blend Equity
Comgest Growth Europe EUR R Acc5,31%4,57%EAA Fund Europe Large-Cap Growth Equity
Aberdeen Global - European Equity Fund Classe S Acc EUR5,07%1,97%EAA Fund Europe Large-Cap Blend Equity
Echiquier Major4,51%0,56%EAA Fund Europe Large-Cap Growth Equity
Echiquier Major European Leaders A (EUR)4,47%0,53%EAA Fund Europe Large-Cap Growth Equity
Candriam Eqs L Eurp Optm Qual N EUR Ca4,31%4,78%EAA Fund Europe Large-Cap Growth Equity
Nella tabella, i migliori fondi azionari Europa ordinati per rendimento da gennaio a luglio 2018. Fonte: Morningstar Direct. Dati % in euro. I rendimenti a tre anni sono annualizzati.

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Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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